giovedì 6 dicembre 2007

Sansone, e il diritto di perdere

Leggevo sulla rassegna stampa della camera cosa pare che abbia detto Bertinotti in questi giorni [1]

La frase mi ha colpito così tanto che non ho potuto non ricopiarla qui
Alla fine del percorso, io voglio riconoscere al Pd il diritto a trovarsi gli alleati che vuole, ma voglio garantire a noi il diritto di tornare all'opposizione
Che cosa chiede Bertinotti?

Mi pare un fatto assodato che in Italia il centrosinistra senza la sinistra estrema - arzigogolo complicato per dire il Pd e pochi altri - non ha assolutamente i numeri per essere rappresentativo del paese (al massimo potrebbe raggiungere il 35%)

Se la sinistra estrema, la "cosa rossa", sta all'opposizione, chi vuole Fausto al governo? le possibilitià non sono tante
- Il centrodestra
- Il "grande centro" inclusivo di Pd - dio ce ne scampi
- Il Pd con una legge elettorale che gli permette di governare con il 35% - ma è tutt'altro che ovvio che questo funzioni, è più probabile trovarci il Pdl al governo
(l'estrema sinistra non avrà mai i voti per governare da sola)

Il diritto di perdere è tutt'altro che scontato: capisco che non possa tener conto di chi, dall'area Pd, preferisce un governo di centrosinistra rispetto a un governo di centrodestra o a una nuova dc; ma mi chiedo se la sua base pensi sia tanto meglio poter protestare dai banchi dell'opposizione mentre Berlusconi e Fini dettano, legge rispetto alla situazione attuale.

"Muoia Sansone con tutti i Filistei"?

Ma ci si rende conto che
- il Sansone che si sacrifica sono tutti gli italiani tanto a sinistra (un 15% almeno)
- i Filistei sono quanto resta dell'attuale Unione (30%?)
- c'è tutta una serie di cose che non muoiono affatto in questo regolamento di conti: tutte le cose che il centrosinistra sta facendo e che non piacciono a Bertinotti verranno fatte - probabilmente peggio, e quasi di sicuro in modo meno di sinistra - dai non Filistei e non Sansoniani, il centrodestra.

domenica 2 dicembre 2007

*topie

Probabilmente siete in tanti ad aver letto "1984" (1948) o "Fahrenheit 451" (1953), fra i più famosi romanzi distopici dello scorso secolo.
Orwell considera una possibile evoluzione negativa della nostra società soprattutto sul piano della politica, mentre Bradbury si sofferma più sulla cultura - e alcune delle cose che pronostica non sono così lontane dalla realtà, visto quanto sono popolari i reality show in tv.

Un libro più intrigante è "Brave new world" di Huxley pubblicato prima (1932) e ambientato dopo (2540): la società dipinta in questo romanzo è assolutamente anti-illuministica, con le classi sociali imposte geneticamente alla nascita e il condizionamento psicologico degli individui, e anti-romantica, visto che non esiste l'amore e l'arte è ridotta a un cinema di basso livello ma che trasmette su tutti i cinque sensi.
A differenza di 1984, in cui gli abitanti si sentono giustamente oppressi, nel mondo nuovo di Ford tutti vivono assolutamente felici, grazie anche al condizionamento e alla droga di stato - eccetto pochi originali insoddisfatti che vengono spediti su delle isolette per non nuocere alla società.

Probabilmente invece siete in pochi ad aver letto "Noi", di Zamyatin (o Zamjatin), che precede tutti di più di un decennio (1921), ma gode di scarsa popolarità: è anche difficile trovarlo in italia, nonostante Feltrinelli continui ad averlo a catalogo.
Si tratta di un bel romanzetto di fantascienza su un mondo in cui le persone hanno numeri invece di nomi e gli incontri fra uomini e donne sono regolamentati come i turni di lavoro. La società è quasi perfettamente razionale: tutti i comportamenti stravaganti sono eliminati, eccetto per alcune sette di individui strani che vivono al di fuori delle città di vetro.

Come Huxley, anche Zamyatin non ci permette di attaccare la sua società facilmente quanto il Grande Fratello di Orwell: i suoi abitanti sono felici, e chi vuole cambiare le cose cerca di turbare questo stato utopico.

    But I don't want comfort. I want God, I want poetry, I want real danger, I want freedom, I want goodness. I want sin."
    "In fact," said Mustapha Mond, "you're claiming the right to be unhappy."
    "All right then," said the Savage defiantly, "I'm claiming the right to be unhappy."
        [da Brave new world, cap. 17]


Da dove deriva la nostra convinzione che quelle società siano sbagliate? non credo dal fatto che sembrino irrealizzabili, che non funzionerebbero nella realtà, perché non è affatto ovvio a priori che sia così.
Sembra quindi che ci siano quindi valori che nella nostra etica contano più della felicità, non solo del singolo - sarebbe facile - ma anche dell'umanità intera?
Questo fatto sarebbe tutt'altro che banale, incrinerebbe la visione per cui etica, stato e simili strutture siano fatte al solo scopo di farci vivere meglio.
In realtà c'è una spiegazione alternativa: potremmo ritenere che l'utopia/distopia narrata sia possibile ma improbabile, o che il cammino per raggiungerla passi per società assai meno felici di quella attuale; e potremmo pensare che il nostro cammino ci porti con maggior affidabilità verso un mondo altrettanto felice.
Ce n'è pure un'altra: potremmo credere che la felicità dipenda assai poco dalla situazione sociale, sia talmente soggettiva che la frazione di persone che la raggiungano non possa mai cambiare: a quel punto, se la distribuzione di felicità rimane la stessa, tanto vale perseguire altri valori ed aspirare ad un mondo ugualmente felice - non essendoci alternative - ma più giusto e culturalmente più ricco.

sabato 1 dicembre 2007

I dolci della festa

Come promesso ad alcuni, eccovi tutte le ricette dei dolci fatti da me che c'erano alla festa di ieri

Torta al cioccolato
Sciogliere 100g di burro con 200g di cioccolata a fuoco basso o a bagno-maria.
Mescolare in una ciotola 3 cucchiai colmi di farina, 200g di zucchero e 4 tuorli d'uovo (serbate le chiare), ed aggiungerci il cioccolato fuso.
Battere a neve le quattro chiare, con un pizzico di zucchero per semplificarsi la vita, e unirle al resto mescolando dolcemente.
La torta cuoce una mezz'ora in forno a 180° circa; si può verificare la cottura con uno stuzzicadenti, l'importante è non farla seccare troppo.

Torta di pere e cannella
Preparate la pastafrolla con 200g di farina, 100g di zucchero, 100g di burro (lasciato stiepidire un po') e 4 tuorli d'uovo, fatene una palla e lasciatela riposare una mezz'ora in frigo.
Mettete sul fondo della pirofila un disco di carta da forno - anche se forse non serve.
Pelate e tagliate a fettine due o tre pere, e mettetele a strati nella pirofila, aggiungendo abbondante cannella.
Preparate il caramello scaldando in un recipiente 100g di zucchero con 30g di burro: 3 min. di microonde a massima potenza; una volta pronto, versatelo sulle pere. Anche qui, forse in realtà basta metterci lo zucchero e il burro, senza bisogno di scaldarli prima, però non ho mai provato.
Stendete la pastafrolla formando un disco grande come la pirofila, e mettetelo sopra le pere.
Cuocete il tutto nel microonde per circa 30 min. a massima potenza, o nel forno per il tempo che vi sembri opportuno.
La ricetta è una variante ovvia dalla versione semplificata della tart tatin francese, in cui ci sono le mele al posto di pere e cannella. Nella tatin vera, cotta in forno invece che nel microonde, a un certo punto bisognerebbe rigirare la torta, e lasciarla cuocere un altro po' dritta - con le mele in alto - invece che capovolta.

Scones con l'uvetta
Questa ricetta è un po' approssimativa, ma così era anche sul libro da cui l'ho presa.
Mescolate assieme due tazze di farina, quattro cucchiaini di lievito per dolci - una bustina scarsa - due cucchiai colmi di zucchero e un cucchiaino di sale.
Lasciate ammorbidire mezza tazza d'uvetta nell'acqua tiepida per alcuni minuti, strizzatela aggiungetela all'impasto.
Aggiungete infine un uovo, che avrete prima sbattuto un po' (così per sport - non so se serva) e mezza tazza scarsa di latte; impastate - aggiungendo altra farina se servisse - fino ad avere una massa morbida ma non appiccicosa.
Gli scones cuociono circa 10 minuti a 230°, ma ricordatevi di scaldare il forno prima.

Per quanto riguarda le meringhe, la ricetta c'è già in qualche pagina vecchia, e comunque c'è ben poco da dire: battere le chiare, zucchero quanto basta più o meno a caso (assaggiando), cacao quanto volete - finché non siete soddisfatti del colore.

giovedì 29 novembre 2007

Farewell, welfare

Dopo mesi di estenuanti contrattazioni con le parti sociali s'era raggiunto un accordo. Poi ci sono stati altri mesi di discussione fra i diversi partiti politici, come se l'accordo fra le parti sociali fosse un punto di partenza invece che d'arrivo - per avere sempre l'ultima parola. Poi finalmente s'è arrivato alla decisione, come aveva promesso Prodi, e il testo dell'accordo è stato portato in parlamento dove, chiedendo la fiducia, è passato.

E ora entrambe le ali della maggioranza ci sparano liberamente sopra, nonché sul governo stesso.

Ci si potrebbe chiedere perché la fiducia alla camera; però una interpretazione valida a mio pare c'è, il governo ritiene che si sia discusso e mediato a sufficienza, e che sia ora di passare all'azione perché non si può contrattare per sempre - posizione legittima, e che condivido.

Ci si potrebbe chiedere perché le ali sparano sulla maggioranza: se hanno delle critiche su punti specifici dell'accordo, c'erano anche loro al tavolo della contrattazione, ed è solo con loro stesse che possono lamentarsi di non essere riuscite a strappare abbastanza dalla parte avversa. Oppure potrebbero essere massimalisti - meglio nessun accordo che un accordo imperfetto - ma dovrebbero rendersi conto che non è così che funziona la politica. Gente come loro, in politica da una vita, lo sa benissimo, e quindi al massimo possono giocare ai massimalisti ma non penso proprio che vogliano esserlo davvero.

Potrebbero invece voler sparare sul governo per altre ragioni, chiedendo veramente di andare alle urne: anche questo mi sembra improbabile, sinceramente.
E quindi direi che lo fanno solo per rompere le scatole, farsi vedere e far sentire il loro peso, in modo da cercare di ottenerne di più; mi danno assai fastidio questi continui falsi ricatti, per fortuna Prodi ha più pazienza di me, io sarei tentato di vedere il loro bluff e dir loro chiaramente "volete andare alle urne, si o no? se non volete, smettetela di dirlo e ricattare, e dialogate apertamente con delle critiche mirate, costruttive e non utopistiche".

E poi, l'opposizione che fa? a loro non importa nulla del welfare? sono tutti troppo impegnati a capire se Forza Italia si scioglie o no, cosa Mister B. vuole fare di loro e quanto possono dirgli di no.


E poi, Bertinotti cos'ha detto? Repubblica si guarda bene dallo spiegare la citazione
Il rapporto tra governo e parti sociali è molto importante per la formazione delle decisioni, ma se questo elemento mette in mora il dibattito parlamentare, si passa da una democrazia parlamentare ad una repubblica parlamentare che, per un lato almeno, subisce una sospensione di sovranità, sostituita da un aspetto corporativo
La mia interpretazione è: si contratta con le parti sociali per un po', poi si discute in parlamento, altrimenti non si va da nessuna parte.

Insomma, nel malessere generale io faccio i miei auguri a questo accordo, che possa essere approvato e sopravvivere fino a quando ce ne sarà uno migliore; farewell.

domenica 25 novembre 2007

Scacco. Il nero muove e vince?

No so se avete seguito le notizie dalla Russia sulle proteste contro Putin in questi giorni precedenti le elezioni.

L'ex scacchista Kasparov, leader del movimento Altra Russia, si è fatto arrestare ad una manifestazione mentre protestava per l'esclusione del suo movimento dalle elezioni [corriere, cnn].
L'ha fatto apposta, per far notizia: l'opposizione non ha speranze di ottenere abbastanza voti, specie se lo zar le mette i bastoni fra le ruote, quindi può solo cercare di farsi notare.

In sostanza, Kasparov tenta il gambetto mettendosi sotto scacco.

Però, guardando la scacchiera, verrebbe da dire "il nero muove e vince".

Intanto, pare che l'uomo sospettato d'aver ucciso Litvinenko si candidi al parlamento [guardian]

venerdì 16 novembre 2007

La "spallata" non basta a farla cadere?

A quanto pare, nonostante i tentativi, la maggioranza in senato si comporta come la torre: appare decisamente instabile, ma non cade così presto quanto si potrebbe pensare.

Non so più nemmeno io se si possa definire una "buona notizia", però quantomeno non è una cattiva; e visti i tempi che corrono è già qualcosa.

domenica 11 novembre 2007

21 km d'amaranto

Domenica mattina mi sono spinto fino a Livorno per partecipare alla mezzamaratona.

Lo scopo del tentativo era semplicemente d'arrivare in fondo, possibilmente entro le 2 ore, e ci sono riuscito (1h57m); la gente seria, peraltro, corre a tutt'altro ritmo e in due ore conclude l'intera maratona, e infatti negli ultimi metri prima del traguardo ho trovato un Keniota o Etiope che finiva il giro lungo (che ha quindi tenuto il doppio del mio passo...).

C'era tantissima gente, di sicuro più di mille ma credo anche più di duemila, e visto quanti mi hanno superato nel corso della gara temo che la mia posizione in classifica avrà 4 cifre; ma del resto il primo passo era arrivare, poi in futuro si cercherà di migliorare anche i tempi.

Il percorso era abbastanza monotono, in città o nei casi fortunati sul vialone lungo il mare, ma del resto da Livorno non ci si poteva aspettare molto di più; il cielo s'è incupito presto ma per fortuna. A un certo punto siamo passati dentro l'Accademia Navale, e c'era persino la banda che suonava!

Il principale punto dolente è stata la levataccia alle 6.10am, che mi sarei potuto risparmiare se avessero messo la partenza a un'ora decente tipo le 10:30 invece delle 9 (dovendo essere lì almeno mezz'ora prima per prendere il numero, ed essendo il campo sportivo ben lontano dalla stazione).
A questo si aggiunge una piccola lagnanza sul fatto che che ai ristori si riusciva a strappare solo mezzo bicchierino di the (quando andava bene) o di acqua (se il the era finito), mentre avrei reintegrato volentieri un pochino di zuccheri in più; da questo punto di vista alla Strapazzata pisana erano più simpatici, ti fornivano un bicchiere più pieno e se volevi un pochino di zucchero o qualcosa di dolce... qui solo al km 19 c'era una crostatina ma ero così stanco che non me ne sono neanche accorto e comunque oramai s'era alla fine; avrebbe fatto più piacere verso due terzi del percorso (dove avevo provato a riallungare il passo prima che la mia milza mi redarguisse seriamente). Ma i toscani tirchi non dovevano essere i Lucchesi?

Alla fine è una bischerata, l'avrebbe potuto fare qualsiasi persona sana magari allenandosi un pochino, però ci si stancava. (arrivare in fondo in 1h20 invece, come hanno fatto in tanti, è tutta un'altra storia: per quello ci vorrebbe un allenamento assai più serio)

Niente foto, perché non avevo intenzione di portarmi dietro la macchina, però fra qualche giorno potrebbero comparire quelle ufficiali sul sito.

Addendum: sono comparse le classifiche, e sono 821-esimo della mezza maratona, su 941 che sono arrivati in fondo; non so quanti sono quelli che non sono nemmeno arrivati, perché non è chiaro se i "più di 2000" partecipanti includa anche quelli della gara non competitiva stralivorno (i veri maratoneti invece sono pochi; ne sono arrivati 200, quindi dubito fossero migliaia alla partenza)

giovedì 8 novembre 2007

Che fanno i laureati?

Repubblica scopre oggi l'indagine di Almalaurea sui laureati triennali nel 2005, che e' stata pubblicata quasi sei mesi fa... se mi e' concesso fare una lamentela, impiegano quasi piu' tempo a farci avere i dati di quanto ne impieghi la gente a laurearsi.

In ogni caso, ho dato un'occhiata alle diapositive, anche se avrei preferito avere i risultati analoghi sulla laurea specialistica (il 60% delle persone prosegue alla specialistica, quindi chiedersi cosa fa alla fine della triennale non mi sembra troppo rilevante...)

La maggior parte non mi sembrano cosi' terribili:
- slide 5: un 60% va alla specialistica, un 50% scarso lavora (un 16% fa entrambi), solo il 5% cerca lavoro senza trovarlo e quasi il 3% non lo ha ne' lo cerca; non so esattamente come si definisca il tasso occupazionale, ma mi pare che le cose non siano tanto preoccupanti.
- slide 8: si va alla specialistica per interesse (66%) o perche' comunque serve per lavorare (31%); ragionevole, no? e se non ci si va, le vere motivazioni che devono preoccuparci sono "mancanza di un corso adatto" (15%) e "motivi economici" (6%), e al limite forse la mancanza d'interesse (7%), visto che chi non ci va per lavorare (53%) o per fare altra formazione post laurea (9%) non e' un problema, e i problemi personali / altro / non sa-non risponde sono pochi e non facili da analizzare; anche in questo caso la situazione non mi pare tanto preoccupante.
- slide 9: un po' piu' preoccupante e' il fatto che fra le donne che non proseguono alla specialistica quelle che lo fanno per lavoro o per fare altra formazione post-laurea sono un 11% in meno rispetto agli uomini (cioe' se ne 'perdono' un 11% in piu'?) e sono molte di piu' quelle che non trovano una laurea specialistica in cui proseguire (16.7 rispetto a 10.2)... pero' forse questo dato andrebbe ricalibrato facendo i calcoli separatamente disciplina per disciplina, altrimenti non si capisce se l'effetto e' dovuto solo alle differenti proporzioni delle diverse facolta' fra ragazzi e ragazze
- slide 11: chi prosegue nella specialistica di solito va nel posto ovvio, a parte magari per le aree disciplinari in cui la prosecuzione alla specialistica e' meno frequente (rivetete la diapo #7). Nulla di strano.
- slide 16, i soldi: non sorprende tanto che chi lavora mentre fa la specialistica guadagna di meno di chi lavora solamente, mentre sembra esserci una sproporzione enorme nei guadagni fra i sessi...
- slide 18: se ci si limita solo a chi lavora seriamente (a tempo pieno, senza riprendere un lavoro iniziato prima della laurea) gli stipendi sono meno sbilanciati sia fra le materie che fra i sessi (ma comunque i quasi 90 euro mensili in piu' guadagnati dagli uomini non sono minimamente giustificabili, in questo campione e una volta separate le persone per disciplina!)
- slide 17, i guadagni per materia: si nota secondo me un certo sbilanciamento dovuto al fatto che un laureato triennale in una materia pensata per essere triennale (tipo il "Medico (Prof. san.)", qualunque cosa esso sia) e' una figura completamente diversa da un laureato triennale in una disciplina che nella quasi totalita' dei casi spingerebbe a un proseguimento degli studi (scienze, lettere, legge, ...); se di solito i piu' bravi proseguono gli studi invece di lavorare e non finiscono nelle statistiche e non alzarno gli stipendi medi del gruppo.
- slide 19 e 20: confronto fra guadagni vecchio e nuovo ordinamento: mi pare ragionevole che i laureati triennali che cercano lavoro lo trovino piu' spesso di quelli vecchio ordinamento per la stessa ragione di prima, che chi si ferma a tre di solito ha scelto una facolta' da cui e' diretto andare a lavorare, mentre le persone che rischiano di rimanere "sospese" credo si iscrivano alla specialistica ed eventualmente rimangano sospese dopo quella.

Non mi pare che questo debba farci pensare "che merda che e' l'universita' italiana" o che "rimarremo tutti disoccupati".
Ma dove sono le statistiche per la quinquennale?

P.S. perdonate gli accenti, scrivo dall'INFN mentre aspetto che il software elabori i miei dati.

mercoledì 7 novembre 2007

Una castagna tira l'altra

Dopo l'ultima ricetta della torta con la crema di castagne m'era avanzato quasi mezzo chilo di farina di castagne, e quindi s'imponeva la necessità di continuare a sperimentare su quel fronte.

Questa volta sono partito da una ricetta rapida per una torta al cioccolato da farsi nel microonde, e ho sostituito farina normale e cacao con farina di castagne.

Ingredienti: 150g farina di castagne[*], 125g zucchero, 100g di burro, 2 uova, 4 cucchiai di latte, 2 cucchiai di rum (o cognac, o altro latte), un cucchiaino di lievito per dolci.
*: io ho usato una brocca graduata e non una bilancia, quindi se il peso specifico della farina di castagne si rivelasse molto diverso da quella normale questi 150g non sono veramente 150g ma "il volume corrispondente a 150g di farina"... perdonate questo commento da sperimentale.

Preparazione: lasciate il burro fuori dal frigo, o scaldatelo qualche secondo nel microonde. Mescolate tutti gli ingredienti in modo da ottenere un impasto omogeneo, e mettetelo in una teglia da microonde rivestita di carta da forno. Fate cuocere per 5-6 minuti a massima potenza, e poi lasciate nel forno a risposare.

As simple as that!
(30 minuti in tutto, incluso il tempo di lavare le stoviglie)

La torta è anche venuta bene, solo forse è un po' dolce e si potrebbe quindi diminuire un po' lo zucchero.

Per chi fosse stato più interessato alla torta al cioccolato, la ricetta è identica solo che invece di 150g di farina di castagne si usano 125g di farina normale e 30g di cacao amaro in polvere.

Per la cronaca, la versione al cioccolato è stata prima torta che ho cucinato, all'inizio del mio ormai lontano quarto anno del corso ordinario, nel vecchio fornetto del Carducci.

domenica 4 novembre 2007

Ha fatto anche delle cose buone, ma..

In Pakistan Musharraf decreta lo stato d'emergenza, fa arrestare i guidici e gli oppositori e schiera i soldati per le strade [guardian,cnn,corriere,repubblica].

A questo punto come si può non pensare e scrivere del nostro Mussolini?
Del resto, come dicono diversi, ha fatto anche delle cose buone...
e poi ha fatto delle cose meno buone, o diciamo pure decisamente cattive.

Però secondo me è troppo facile cavarsela così: è vero che con le cose cattive che ha fatto, fra cui le leggi razziali e l'entrare in guerra al fianco dei nazisti, c'è poco da discutere e non si può che valutarlo in modo decisamente negativo.
Ma se ci limitiamo a dire che Mussolini è stato un male perché ha fatto più cattive cose che buone cose, stiamo aprendo il fianco a un'obiezione: se si fosse fermato prima di fare anche le cattive cose, sarebbe stato comunque un personaggio negativo?

Secondo me bisogna senza esitazioni dire che è è stato sempre negativo, in quanto anche mentre bonificava le paludi pontine era conmunque un dittatore (più o meno esplicitamente), che aveva preso il potere con un colpo di stato (anche se senza violenza; come in pakistan 1999, peraltro) e che aveva tolto a un popolo la sua libertà.

Anche una ipotetica dittatura perfettamente illuminata resta sempre una dittatura e quindi un male.


Per non farmi accusare di fare della metafisica, facendomi dire che nel mandare avanti il mondo contano più i fatti che i principi (cosa essenzialmente vera, e che credo anch'io), devo fare due postille al mio giudizio.
La prima: può capitare che sia il male minore e quindi magari convenga tenersela fin tanto che non si possono cambiare le cose in meglio e non in peggio (l'Iraq di Saddam era meglio di quello di oggi...), ma questo non può farci vacillare nella nostra opinione; il minore dei mali è comunque un male, anche se poi dobbiamo sceglierlo comunque.
La seconda: sono disposto a congetturare che qualsiasi dittatura, per quanto possa partire perfettamente illuminata, prima o poi degenera e inizia a fare cose sbagliate, e si può anche rafforzare la congettura aggiungendo che se la dittatura rimane in piedi arbitrariamente prima o poi finisce sempre per fare più male che bene. Dubito si possa cercare di dimostrare questo, visto che nessuno ha ancora scoperto la psicostoria, ma credo che "osservativamente" ci sono buone ragioni per credere che la congettura sia vera, almeno nella forma debole.

sabato 3 novembre 2007

Colti in castagna...

Essendo autunno, volevo fare un dolce con le castagne ma non volevo provare né il castagnaccio, che non amo, né il monte bianco, troppo lungo e per cui mi mancavano gli arnesi.
Quindi ho provato a fare una crostata con la crema di castagne, di cui vi trascrivo un'idea della ricetta, anche perché i dettagli sono stati a caso.

La base è sempre pasta frolla, di cui non ripeto la ricetta; bisognerebbe riuscire ad ottenerla con dei bordi alti.

Per la crema ho fatto della crema pasticcera mettendoci la farina di castagne invece di quella normale, e aumentando un po' la farina a discapito dello zucchero. Volendo essere più quantitativi direi per ciascun rosso d'uovo, due cucchiai zucchero, due cucchiai di farina né colmi né rasi, e un bicchiere scarso di latte; mescolate il tutto evitando di fare grumi, usando l'approccio che preferite: io di metto prima tutto tranne il latte e poi aggiungo il latte a poco a poco, ma c'è chi fa esattamente l'opposto; cuocete a fuoco lento mescolando finché non si addensa ma senza che si metta a bollire. Una volta fatta la crema con un paio di tuorli, le si aggiunge un po' di marmellata (di castagne) per dare più gusto, e un paio di cucchiai di rum perché non sia stucchevole.

Purtroppo è successo come in Atlantide, "conoscete per caso una ragazza di Roma la cui faccia ricorda il crollo di una diga?", s'è rotto uno dei bordi della pastafrolla e una parte consistente della crema è finita persa sul fondo del frigorifero.

Comunque, per quanto la crema fosse un po' liquida, ha raccolto successo.

Caught in a cauldron of hate

Per dimostrare ai Romeni che noi siamo persone civili, a differenza di loro, niente meglio che andare in dieci a picchiarli con spranghe, coltelli e passamontagna neri [repubblica]

Nel frattempo a Bucarest organizzano una manifestazione esprimendo il loro dolore per l'accaduto per mostrarci che non tutti i Romeni sono tutti così ... perché c'è gente che magari lo crede pure.
Vi ricorderei che gli immigrati in Italia sono 3.7 milioni, di cui il 15.1% romeni [caritas] , un totale di 600'000 pericolosi assassini in giro per le nostre città, un "Italiano" su 100; come mai siamo ancora vivi?

venerdì 2 novembre 2007

The wrong child

Avete probabilmente già letto la notizia del quattordicenne che s'è tolto la vita perché preso in giro dai compagni di liceo per essere un po' secchione e un po' sfigato [repubblica].
Notizie tristi come queste arrivano qualche volta l'anno sui giornali: suicidi di giovani che apparentemente erano abbastanza normali, solo un po' insicuri o un po' depressi ma non più di altre decine o centinaia di migliaia di loro coetanei.
E ogni volta queste notizie ci lasciano sorpresi, mentre ci si affollano la domanda: come può uno togliersi la vita solo perché era preso in giro, o aveva paura di essere bocciato alla maturità, o simili?


Senza nulla togliere al dispiacere, lasciatemi però fare qualche riflessione per chi si chiede perché è stato "proprio lui" a fare questo gesto disperato, e "quale ragione c'era sotto"
Intanto è "proprio lui" solo per chi già lo conosceva; per tutti gli altri, la quasi totalità di coloro che hanno appreso la notizia dal giornale, è solo uno dei tantissimi che hanno una vita simile alla sua.
Anche su "cosa c'era sotto" credo che la risposta più sensata, almeno nel caso in cui non escano nuove informazioni dalle indagini, sia semplicemente che non c'era nulla di particolare: all'interno del foltissimo gruppo di persone in condizioni pressappoco simili c'è qualcuno che a un certo punto, senza preavviso e senza che gli succeda nulla di nuovo, abbandona tutto.

Vorrei fare un parallelo con eventi altrettanto tragici e "inspiegabili" in cui delle persone simili a moltissime altre si trasformano in brutali assassini; Jervis scrive dei ragazzi della strage di Columbine:
Benché poco socievoli e afflitti da qualche sentimento di inferiorità, i due non pare fossero portatori di una vera e propria patologia psichica
e su Erika e Omar, gli adolescenti assassini di Novi Ligure:
Anche in questo caso i due giovani, fortemente solidali fra loro, non erano affetti da problemi familiari più gravi di quelli di migliaia di altri adolescenti, né risultavano portatori di significativi disturbi mentali.
In sostanza, anche in quei casi "non c'era nulla sotto"; la conclusione che ne deriva lo psicologo (all'inizio del primo capitolo; leggetevi il libro comunque!) è essenzialmente che la maggior parte delle ragioni che spingono una persona a compiere un gesto estremo sono, almeno singolarmente, comuni a moltissime persone, che siamo quasi tutti "in potenza" assassini o suicidi ma è solo che le probabilità sono molto molto piccole per cui sono pochissimi i casi in cui il fatto succede, ma grazie ai media veniamo subito a saperlo (mentre tendiamo a ignorare la maggior parte degli adolescenti la cui vita finisce per ragioni meno spettacolari tipo un incidente d'auto o domestico, o una malattia)
Tanto per darvi una idea delle probabilità in gioco: accostarsi al tavolo della roulette e per sedici volte consecutive vincere puntando tutto sul nero accade addirittura una volta su 65'000, e in Italia di adolescenti ce n'è milioni.

Quindi, se da un lato questo discorso è preoccupante perché l'assassino o il suicida potreste essere voi o il vostro vicino di casa, in realtà potete dormire tranquilli perché non succede quasi mai.
Questo non toglie nulla, ovviamente, al dolore dei genitori del ragazzo o al fatto che abbia senso provare dispiacere al leggere la notizia (né basta a scagionare un adolescente assassino davanti alla giustizia).


postilla: se non avete capito il titolo del post, The Wrong Child è una canzone dei R.E.M. che parla di un ragazzo sfigato; tristissima, ma bella.

giovedì 1 novembre 2007

Inganni della percezione...

Lo sguardo si fa ingannare facilmente; per esempio, nel disegnino qua a fianco le due barre gialle non vi sembrano grandi uguali a causa delle rotaie nere.

In modi analoghi tendiamo a sentirci più poveri anche quando i prezzi non crescono più velocemente dei salari [vedi istat]

Corrias ci fa notare come anche la nostra percezione sulla criminalità sia forse sbagliata dal fatto che ciò che va male finisce sui giornali mentre ciò che va bene di solito non fa notizia.

mercoledì 31 ottobre 2007

Venti di guerra...

Due notizie mica tanto belle:
- in Birmania la protesta continua, e nel contempo Human Rights Watch accusa il governo di servirsi di bambini soldato reclutati con la forza [repubblica, hrw, dettagli].
- gli stati uniti offrono l'immunità alle bodyguard della blackwater per le uccisioni di civili; del resto in quanto cittadini americani non possono essere processati dagli iracheni per gli accordi presi nel 2003 (una cosa veramente orrenda!), non essendo militari non possono essere processati dai tribunali militari e non avendo commesso il reato negli usa non è chiaro se un tribunale americano regolare possa incriminarli; o meglio così dice repubblica, sul nytimes da cui viene l'articolo originale le cose sono un po' più complicate.

martedì 30 ottobre 2007

Il papa e la pillola

Non so quanti di voi hanno letto la notizia di ieri: il papa propone l'obiezione di coscienza per i farmacisti su alcuni medicinali: quelli per l'eutanasia (esistono?), la pillola abortiva, la pillola del giorno dopo.
Per fortuna la Federfarma fa notare che la farmacia deve per legge fornire le medicine dietro presentazione della ricetta, e questo pone dei seri limiti a quanto uno possa obiettare (limiti simili esistono anche per l'aborto vero, si veda la famosa "legge 194").

Nonostante io non creda, ho sempre rispettato credenti e praticanti, però certe dichiarazioni mi fanno diventare intollerante.

Sarebbe facile attaccare direttamente la chiesa sul tema del "fatti gli affari tuoi" e soprattutto "non puoi imporre con la forza le tue idee agli altri", che sarebbe quello che farebbe un farmacista nel negare la pillola a chi la chiede; o chiedersi retoricamente perché allora non propongano l'obiezione di coscienza su tutti i contraccettivi.
Si potrebbe persino fare dell'ironia sul fatto che a questo punto avrebbero diritto all'obiezione di coscienza tutti quelli che possono nel loro lavoro aiutare qualcuno a peccare: i gelatai (peccato di gola), gli stilisti di moda (non desiderare l'uomo/la donna d'altri), ...

Ma proviamo invece a riflettere seriamente sulla posizione della chiesa sulla contraccezione: la posizione ufficiale credo sia "è peccato, a parte i metodi 'naturali' perché quelli possono non funzionare", che mi pare abbastanza discutibile:
- intanto un minimo di coerenza, fare contraccezione dovrebbe essere sempre peccato o non esserlo mai, è l'intenzione che conta (spero!), il fatto che metodi "meno efficaci" siano permessi è incoerente come lo sarebbe vietare di uccidere con armi da fuoco ma permetterlo con arco e frecce; e poi pure i metodi non naturali non sono perfettamente efficaci (e "le vie del Signore sono infinite", no?), quindi uno potrebbe chiedersi dov'è la differenza.
- appurato non sia peccato per altre ragioni, e quindi assumendo di stare parlando di una coppia sposata e che vuole in futuro avere dei figli, perché non lasciar loro scegliere quando provare a metterli al mondo?

Ora io non voglio mettermi a discutere sulla posizione della chiesa sulla finalità della famiglia e dell'amore, il mettere al mondo dei figli da educare cristianamente (se si toglie il "da educare cristianamente" la posizione coincide con quella di Darwin... buffo, no?); diamola per buona, anche se io non ci vedrei niente di male in una coppia decidesse di non voler avere figli e lascerei ciascuno libero di fare come meglio creda visto che non siamo a rischio d'estinzione.
Sinceramente non mi sembra che questa posizione implichi la castità prematrimoniale, o che la contraccezione sia peccato: in fondo, se entrambi pensano in futuro di voler metter su famiglia, ciò che può contribuire a migliorare la loro relazione va nel verso giusto, no? e se il fine è quello giusto e il mezzo in sé non è peccato (altrimenti lo sarebbe sempre), dove sta il male? solo nel fatto che il fine si colloca in un futuro troppo lontano e magari troppo incerto?

Capisco ovviamente che altre cose possano essere peccato per l'etica cristiana (e non solo per quella), tipo le relazioni extraconiugali o il farlo solo per il gusto di farlo senza che vi sia amore dietro, o l'eccedere la misura, e non sto chiedendo che la chiesa sostenga il libero amore.
Capisco anche che si possa richiedere la castità ai sacerdoti così come si richiede loro il distacco dal mondo terreno (e magari questo dovrebbe includere il distacco dalla politica...), e al prete innamorato che compariva sui giornali qualche mese fa direi che forse il disegno divino non era quello di farlo prete e che sarebbe meglio per lui accettare il fatto, lasciare la tonaca e servire il signore nella vita di famiglia, piuttosto che mantenere una posizione incoerente di mezzo prete mezzo fidanzato.

Non capisco, alla fine, perché imporre questo tabù; e del resto non mi pare sia tanto sentito come tale dai fedeli, visto quanto poco viene osservato.

[ci sarebbero state bene un paio di citazioni da David Lodge, ma non ho i libri qui, e non ricordo le parole esatte]

Qualche canzone nuova e vecchia...

Ho perso una mezzoretta con finetune ed ho prodotto una nuova playlist per questo autunno che è già a metà.

Rispetto a quella vecchia, a parte cambiare le canzoni dei soliti artisti (R.E.M., Pink Floyd, ...) ci sono un po' di cambiamenti: entrano più decisamente i Dream Theater "scoperti" appunto quest'inverno, e da qualche decennio fa arrivano anche Dire Straits.
Sempre fra le "novità" c'è qualcosa di soft in più da Brian Eno, Celine Dion e Simon&Garfunkel, e anche qualcosa di più cattivo dai Blind Guardian, e poi ci sono un po' di gruppi con una singola canzone a caso.

Avrei voluto metterci anche una singola traccia di classica (le "reminiscenze di don juan" di Liszt) ma purtroppo sulla classica finetune è un po' carente.

La playlist sta nel solito angolino in basso a destra, ma per comodità ve la ripubblico anche qui

lunedì 29 ottobre 2007

Google e il cinese...

Il mio fratellino mi manda una segnalazione curiosa riguardo a google.

Andate sul traduttore di google, e traducete dall'inglese al cinese semplificato la frase "yes, he said"; copiate la traduzione negli appunti, passate al traduttore cinese-inglese, incollate la traduzione e ritornate all'inglese.
yes, he said
E fin qui, nulla di strano
Ora provate con l'arcaico
yea, he said
A me, e anche a mio fratello, viene fuori niente meno che
Tony Blair, he said:
L'unico commento che si può fare è "Cretino, NON è Tony Blair"

Tra l'altro, se provate a ritradurre inglese-cinese-inglese "Tony Blair, he said" ottenete "British Prime Minister Tony Blair, he said"; a questo punto ci si aspetta che continuando a oltranza venga fuori tutta la storia della vita dell'ex primo ministro britannico, ma invece ci si ferma là.

martedì 23 ottobre 2007

L'importante è vincere, onestamente.

Io voglio vincerlo in pista. Voi volete che lo faccia con stile, vincendo la gara e la battaglia e non fuori dalla pista. Essere primi perché qualcun altro è stato escluso non è un modo di primeggiare che mi interessa
dice Hamilton su Repubblica

Insomma, se gli scandali degli 007 nella F1 la dicono lunga sugli intrighi che ci possono essere dietro (se moggi fa una scuderia, vince il mondiale?), c'è ancora qualcuno che conserva la sua dignita.

giovedì 18 ottobre 2007

C'è un po' di guerra avanzata in frigo ...

Non si può fare lo scudo spaziale e pensare che i Russi stiano lì a guardare...
e infatti ora pare vogliano potenziare i loro armamenti nucleari. E l'unione europea ha le sue buone ragioni per non essere entusiasta dello scudo spaziale.

Intanto Bush minaccia la terza guerra mondiale; o almeno così dice il manifesto, magari esagerano, ma sono quasi più propenso a credere che esageri Bush.

Benvenuti nel nuovo grande secolo americano

Queste cose non qualche anno fa non succedevano, o ero io che non leggevo i giornali?

A questo punto mi limito a citare una vignetta da PK (#25, fuoco incrociato)

La colonna sonora adatta per questo post è dai Pink Floyd, "Two suns in the sunset"
The rusty wire that holds the cork
That keeps the anger in
Gives way
And suddenly it's day again.
The sun is in the east
Even though the day is done.
Two suns in the sunset
Hmmmmmmmmmm
Could be the human race is run.
Beh, speriamo di no...

martedì 9 ottobre 2007

che aria tira...

E' da un po' che ero troppo preso dalle cose da fare per commentare cosa sta succedendo in giro, e talvolta persino per documentarmi sui fatti.

Oggi sono riuscito a recuperare un po' il passo e quindi posso azzardare qualche commento, ahimè non troppo positivo.

Welfare: le parti sociali si sono riunite, e ne sono uscite con un accordo di cui nessuno è troppo entusiasta; ma del resto è normale, per mettersi d'accordo ognuno è costretto a cedere un po' di terreno. Ovviamente l'accordo si può cambiare se sono tutti favorevoli al cambiamento.
Ma se qualcuno ha cambiato idea, e ha delle valide ragioni per averlo fatto (tipo essersi accorto che alla "base" non piace affatto), mi pare altrettanto ovvio che non possa cambiarlo; l'unica cosa che possono fare è rimettersi di nuovo intorno al tavolo e cercare di nuovo "l'accordo ottimale" alla luce delle differenze che ci sono state nelle posizioni di tutti.
Visto che però discutere porta via tempo, non è forse il caso di partire con questo accordo, renderlo operativo e poi cercare dopo di vedere che modifiche farci e magari fra un annetto rifarne uno migliore (se è possibile)?
Anche perché lavorare in eterno per produrre un accordo "ottimale" prima di applicarlo può essere inutile visto che le condizioni esterne cambiano, e che comunque fin tanto che non lo provi non vedi veramente quanto bene funziona.
Questo peraltro vale un po' in generale per tutti gli accordi: inutile impuntarsi, meglio iniziare con qualcosa di comunque decente e poi nel tempo si migliorano le cose.


Mastella: ma cosa abbiamo fatto di male per meritarcelo? comunque di costui se ne parla fin troppo, io ho già espresso la mia opinione nei commenti qui; trovo anche abbastanza buoni l'articolo al riguardo di Padellaro e anche il commento di Bertinotti (che in questa legislatura, da presidente della camera, spesso si comporta con una lucidità e responsabilità che non mi sarei aspettato visto quello che spesso fanno i nostri partiti comunisti)


Birmania. Beh, l'ONU forse è arrivato a dichiarare che non gli piace quello che succede [1], e del resto ci mancherebbe pure che dicessero che gli piace.
Qualcuno propone di ottenere l'embargo delle armi [2], che mi pare veramente il minimo che si possa fare.
Ma qualcosina di più no? non dico di mandarci i caschi blu, che farebbero solo del danno, ma invece mandarci degli ispettori in modo da costringerli a non spararare sui manifestanti, a non schiacciare i monaci sotto le ruote dei camion [3], e a tirare fuori dalle galere i prigionieri politici? Mettergli delle sanzioni commerciali vere? Bloccare i soldi che la dittatura militare di sicuro ha in tutte le nostre banche?
Il nostro baffuto ministro degli esteri dice che l'UE si sta dando da fare per fare qualcosa di serio [4], e sarei curioso di sapere cosa... ma ci tocca aspettare fino a lunedì prossimo. L'UE già da tempo ha fatto le sue dichiarazioni [5]; e ne approfitto per segnalare il sito dell'istituto studi sulla sicurezza dell'unione europea www.iss.europa.eu dove ci sono un po' di analisi interessanti.
Intanto qualcuno sa se sono stati riaperti i canali di comunicazione?

Programmi del PD su laicità e diritti: avete letto le risposte dei candidati alle domande di diamanti sul sito di repubblica? (almeno dei tre candidati maggiori)
Ora faccio il mio tentativo di sostituire le tre dichiarazioni con la media, o forse il massimo comune divisore, e le tre differenze rispetto alla media (usando un linguaggio più sbrigativo)
Media: il problema è difficile; la 194 non si cambia ma va applicata in tutte le sue parti, fra cui la prevenzione; la legge sulla fecondazione assistita non è un gran che, e si cercherà di migliorarla un po'; i Dico sono per ora un decente compromesso fra le diverse parti.
Bindi: "non si fanno guerre ideologiche sbandierando valori, che nella pratica sono negati" (che non mi è tanto chiaro cosa voglia dire); i Dico vanno forse bene così
Letta: il ddl sui Dico è una giusta mediazione; "la priorità è rappresentata dagli interventi a sostegno della famiglia, dei figli e della natalità" (che significa che le coppie di fatto etero vanno bene ma i gay no?)
Veltroni: c'è problema delle donne che ricorrono all'aborto per ragioni sociali ed economiche; i Dico sono un un punto di partenza per il confronto, e non c'è contraddizione nel sostenere sia i conviventi (anche gay) sia la famiglia tradizionale.
Beh, nonostante il mio sforzo a cercare qualche differenza, hanno detto quasi la stessa cosa... capisco che sia in parte naturale, ma in situazioni come queste quello che gli elettori delle primarie vogliono sono le differenze fra le opinioni e non la loro media, perché quella viene eletta comunque.

Non parlarmi, non ti sento: Fini dice che se il governo non casca non si vota (e fin qui è ovvio) e magari si dialoga pure; geniale, la vecchia camicia nera, forse un giorno capiranno davvero che il parlamento è fatto proprio per quello: discutere e giungere a mediazioni fra tutti i portavoce delle opinioni degli Italiani.

Dopo i politici, i rom: Grillo, dopo aver sparato sulla casta e sollevato una discussione tale da guadagnarsi la copertina del vernacoliere, ora se la prende con i rom e invoca "i sacri confini della partia"; bello davvero ... sembra di sentire Borghezio; se fa una lista civica magari riesce a rubare anche i voti della lega.
Fossi stato un suo fan m'avrebbe fatto tristezza.

domenica 7 ottobre 2007

Peace is just a walk?

Sabato sera guardando la pagina di repubblica online per vedere le cattive notizie per l'indomani, mi sono ricordato che oggi, domenica, c'era la marcia della pace Perugia Assisi... e ho pensato che mi sarebbe piaciuto andarci.
Il sito di Trenitalia, però, era scoraggiante, sembrava sostenere che non c'era per me alcun modo per raggiungere la marcia prima che partisse (9:00), visto che non ci sono treni validi prima delle 6:30 del mattino. Però dopo l'una di notte, al ritorno dal cinema, ho giocato un altro po' con il sito delle ferrovie e con la mappina del percorso, e ho concluso che un modo c'era: partendo prima delle 7, con due cambi "volanti" (uno di soli 8 minuti!), si poteva arrivare alle 10:30 a Perugia San Giovanni, intercettare il corteo e percorrere gran parte della marcia.

Ho preparato lo zaino, ho puntanto una sveglia alle 6:15 e visto che erano già le 2:00 ho provato ad addormentarmi in fretta (con risultati deludenti).


Miracolosamente i treni si sono incastrati a dovere, nonostante quello prima del cambio di 8 minuti avesse 15 minuti di ritardo annunciato, e così alle undici meno venti ero nella coda del corteo.


Essendo da solo ho camminato più velocemente, per cercare di vedere tutto il corteo attraversandolo.
Il corteo era variopinto: bandiere, striscioni, magliette (preferibilmente rosse) e anche qualcosa di più stravagante, come potete vedere dalle foto su picasa.
Altre alle bandiere iridate della pace e a quelle delle organizzazioni umanitarie (a parte emergency, che non aveva bandiere ... ma in compenso aveva uno share enorme su magliette, cappellini e zaini), c'erano le bandiere di partiti e simili (verdi, prc, sinistra giovanile = giovani ds, sinistra democratica, ...), dei sindacati, di legambiente, di sardi, palestinesi, tibetani, gli ex partigiani, i gonfaloni dei comuni, che guevara, ...
Da parte mia, ero "in borghese", con solo una anonima maglietta rossa.






Nonostante a tratti il cielo fosse pieno di nubi nere, spesso splendeva il sole e non ha mai piovuto, rendendo la marcia piacevole; a causa di questo sono sorpreso che ci fossero molti pochi bambini in marcia: erano 24km in piano, meno faticosi di una vera gita in montagna, alla portata di tutte le persone di buona volontà con scarpe comoda. Se io avessi avuto dei bambini in grado di fare la passeggiata, molto probabilmente ce li avrei portati, mentre magari non l'avrei fatto se fosse stata una piovosa giornata d'inverno o un cammino assai più duro (fargli odiare la marcia sarebbe stato diseducativo), o se fossero stati troppo piccoli (è carina l'idea di marciare con il passeggino o un bimbo in spalla, ma magari il bimbo non capisce e non apprezza).

Gli scout cattolici dell'AGESCI, camicie blu e "promessa" intorno al collo, erano tantissimi, una porzione considerevole del totale dei marcianti; con mio sollievo però c'era anche qualche scout laico del CNGEI (io che non credo ho fatto al CNGEI un anno di "lupetti", la categoria d'età prima degli scout; però il mio gruppo era noioso, ci facevano cantare moltissimo e non ci facevano quasi mai camminare o fare cose da "giovani marmotte", e quindi poi ho abbandonato).

Lungo il cammino c'erano tendoni delle associazioni umanitarie, baracchine della porchetta, bancarelle che vendevano cibo equo e solidale (a cui ho attinto per sostentarmi in quanto m'ero portato poche provviste per essere più leggero) o genericamente cibo "domestico" e comunitario, venditori di bandiere e magliette di ogni sorta, distributori e venditori di giornali politici, e persino delle persone che regalavano davvero abbracci (non lo avevano solo scritto sulla maglietta) come in programma tv che avevo visto in Spagna.




Sono arrivato finalmente ad Assisi verso l'una e mezza, avendo quasi raggiunto la testa del lunghissimo corteo, verso l'una e mezzo dopo tre ore di cammino non interrotto
In cima mi sono finalmente seduto a riposare un pochino, a risistemarmi le scarpe perché i piedi si lamentavano (le scarpe da corsa hanno buone suole, ma alla lunga stringono troppo) e poi ho fatto un po' di turismo. Non ero mai stato ad Assisi, la cittadina è bella, anche se le diverse chiese da fuori s'assomigliano un po'; sono anche entrato nelle chiese di San Francesco (e la mia opinione è che quella inferiore è decisamente più bella) e ho girato per le viuzze, per poi salire alla rocca (con un grande striscione "Libertà per Myanmar") e sentire l'inizio dei festeggiamenti.

Me ne sono partito presto, visto che avevo ragioni per sospettare che il viaggio di ritorno sarebbe stato più lungo. In parte in questi casi è l'ansia e l'emozione (o forse in termini medici l'adrenalina) che ti fa scorrere il tempo più in fretta prima mentre dopo sembra tutto facile ma molto lento; in parte sono i treni che non sono simmetrici visto che il ritorno è durato quasi il doppio anche usando l'orologio standard invece di quello biologico (però il biglietto di ritorno è costato poco più di metà di quello d'andata, quindi ha senso), e dopo aver cenato con panino alla porchetta a Firenze un pacifico e lento regionale m'ha riportato verso le 10 di sera a Pisa. (però mi irrita che ci possa volere 1h30 per pisa-firenze se firenze-venezia sono 2h40 anche con un treno senza supplemento)

Finita la descrizione, lasciatemi però fare un po' di commenti di concetto, visto anche che alcune delle foto sono scelte proprio per quello.

Sinceramente non credo che legambiente, la cgil, o l'associazione dei genitori di bambini autistici o simili siano poi così intrinsecamente collegate con la pace; c'erano persino dei manifesti su cosa la regione umbra avrebbe dovuto fare o non fare con le acque di un qualche fiume, una problematica del tutto avulsa.
C'è una grande tendenza a fare un minestrone di cose genericamente "buone" che mi ricorda gli integratori di vitamine e minerali: credo sia il caso di rendersi conto che pace, giustizia, diritti umani, uguaglianza, felicità, ambientalisimo e compagnia varia, pur essendo tutti "bene", sono cose distinte; e che se uno di norma è a favore di tutte, questo non basta a risolvere tutti i dilemmi possibili: per esempio il caso di una dittature in cui c'è pace e una certa dose di uguaglianza e diritti (p.es. l'Iraq prima della guerra) in cui avviene una rivoluzione violenta; se i monaci della Birmania invece di marciare pacificamente avessero risposto al fuoco dei poliziotti, o molti sarebbe forse stato per loro comunque, ma non tutti; e se avessero iniziato una rivolta violenta, la situazione sarebbe stata ancora più complicata. Non dico che uno debba dare un'espressione quantitativa di quanto pesa i relativi "beni" per valutare le cose, anche perché sarebbe probabilmente impossibile e in larga misura inutile; ma dichiararsi a favore di una singola cosa "senza se e senza ma" ha un significato preciso (e molto drastico, che non credo rispecchi veramente i pensieri di quelli che talvolta lo gridano ai cortei), e dichiararsi "senza se e senza ma" per più di una cosa non vuol dire assolutamente nulla.
Di certo prima o poi vorremo tutti questi beni, e sarà anche forse vero che non si può avere solo alcuni di questi beni senza altri (ma non ne sono così convinto, almeno per tempi scala di una vita umana), ma rendiamoci conto che il cammino, specie in paesi "sfortunati" può essere lungo e comportare magari anche temporanei regressi in alcuni beni.
Comunque in questo corteo c'era molta tolleranza, marciavano assieme sostenitori del Che e di Ghandi, e spero si rendessero conto delle differenze abbastanza profonde fra di loro.

Veniamo ora alla questione palestinese: oltre a tante bandiere normali c'era persino una bandiera enorme portata come striscione da un folto gruppo; e ovviamente non c'erano bandiere israeliane. Questo, secondo me, era decisamente incoerente con l'idea di "pace": da entrambi i lati ci sono morti innocenti, e gruppi forti che si oppongono al negoziato (la destra israeliana, e hamas che non vuole riconoscere l'esistenza di Israele), che per la difficile situazione riescono talvolta anche a vincere le elezioni... portare i colori di solo uno a questa manifestazione è sbagliato, anche perché la pace ci potrà essere solo con un accordo di entrambi (o quando saranno riusciti a sterminarsi completamente a vicenda ...vedi "Two suns in the sunset, Pink Floyd: "ashes and diamonds / foe and friend / we were all equal / in the end"); se trovo un po' di tempo di giocare con il fotoritocco vi produco qualche tipo di bandiera ibrida che avrei preferito vedere, ma alla fine mi sarei anche accontentato di vedere le due bandiere legate assieme alla stessa asta.

Poi passiamo alla protezione civile e soprattutto ai partigiani. I partigiani sono stati di fatto, e forse anche di nome, un reparto dell'esercito italiano; nonostante questo, io sono convinto che non fossero fuori posto nel corteo, anche se magari altri avrebbero potuto pensarlo. Il fatto è che anche il singolo concetto di "pace" è scivoloso... per citare fatti più recenti della resistenza italiana, la guerra in Afghanistan e Iraq, sono state fatte "per la pace" nell'ottica di alcuni, ma non di altri (un po' come il WTO è contro la povertà nel mondo tanto quanto i no global, ma solo in modi diversi); e quindi anche in questo caso chiedetevi se per voi era "pacifico" fare guerriglia contro i nazifascisti invece di lasciargli conquistare il modo e tenerlo sotto qualche sorta di la "pax hitleriana": io penso di si, ma non sarei certo sbalordito di trovare altre opinioni.

E così una volta superato il vecchio partigiano, mentre camminavo riflettevo sulla questione del porgere l'altra guancia, in casi meno banali dell' uno-contro-uno in cui di solito lo si applica. Nell'uno-contro-uno, dopo che t'hanno tirato lo schiaffo, puoi rendere lo schiaffo, porgere l'altra guancia, o magari "parare"/"schivare" il prossimo schiaffo; io forse sono per la terza opzione, ma la seconda è ugualmente rispettabile (mentre l'occhio-per-occhio è forse giusto, ma pericoloso per tutti).
Se però pensate alla situazione in cui c'è un gruppo di persone e uno schiaffeggiatore (che è quasi sempre il caso reale con criminali, dittatori, guerre, ...), e alcuni degli schiaffeggiandi sono più deboli e non possono porgere l'altra guancia perché il primo schiaffo li mette già al tappeto, e c'è uno che invece può fermare lo schiaffeggiatore... beh, io sto inizando a pensare che non si possa "porgere le guance degli altri", ciascuno ha diritto di prendersi il colpo su entrambi i lati della sua faccia se lo ritiene giusto ma poi si comunque fare il bene degli altri, e se qualcuno dei deboli lo schiaffo non lo vuole questo significa che bisogna fermare lo schiaffeggiatore. Anche qui sto solo dicendo la mia opinione, le vostre possono essere diverse.


Per finire in modo meno serio, eccovi una playlist a tema con le più significative canzoni che m'ero portato da sentire in viaggio:
- Dire Straits: Brothers in arms (per la pace) e Walk of life (per la camminata)
- Pink Floyd: The gunner's dream, The post war dreams (quasi tutto The Final Cut andava benone)
- R.E.M. The sidewinder sleeps tonite [note in cui si spiega che il sidewinder è un missile, oltre che un serpente], We walk (solo per il cammino)
- Queen: One vision
- The Cranberries: War child
- Eurythmics: Peace is just a word (è bella e mi ha fornito il titolo, ma non c'enta troppo...)
Off topic, ma significative per la giornata c'erano
- Smash Mouth, Then the morning comes che, come sveglia sul cellulare, m'ha tirato giù dal letto prima dell'alba
- R.E.M. Daysleeper per le quattro ore scarse di sonno
M'ero anche preparato se qualcosa fosse andato storto con:
- Dire Straits, It never rains (ma non ha piovuto)
- R.E.M.: Bad day (serve di rado, ma quando serve spesso manca)
Ho scelto solo fra musica rock che ascoltavo in questi giorni, e ho fatto la selezione di fretta all'1:45, quindi non stupitevi delle carenze; ovviamente poi mi sono portato anche altra musica per riempire il tempo, sia degli artisti qui sopra sia dei Dream Theater.

venerdì 5 ottobre 2007

Google non capisce la politica italiana?

Chi di voi usa gmail sa bene che Google si sforza di mostrare pubblicità "a tema" ficcanasando nei vostri messaggi di posta; e di norma non sbaglia nemmeno troppo.

Però a quanto pare non ha capito alcuni fatti fondamentali della politica italiana: come potete vedere da un ritaglio della mia schermata di gmail, nonostante mi arrivino email da liste di politica solo di area PD, comunque google mi chiede se sono di Forza Italia (o talvolta persino di AN!).
(forse è che il PD non compra pubblicità su Gmail mentre il centrodestra si?)

(disclaimer: nella mia inbox ci rimangono di solito solo le email lette a metà, quelle a cui devo rispondere, quelle che mi ricordano di fare qualcosa che non ho ancora fatto, o quelle che mi dimentico di archiviare ... non è quindi un campione "unbiased" della posta che ricevo, né la collezione delle mie email preferite)

giovedì 4 ottobre 2007

Ottimismo metodico?

Lasciatemi citare un episodio da l'Impero Colpisce Ancora

Artoo waddles closer to Luke, chirping wildly, then scoots over the edge of the swamp. Catching on, Luke rushes to the water's edge. The X-wing fighter has sunk, and only the tip of its nose shows above the lake's surface.


LUKE: Oh, no. We'll never get it out now.

Yoda stamps his foot in irritation.


YODA: So certain are you. Always with you it cannot be done. Hear you nothing that I say?

Luke looks uncertainly out at the ship.


LUKE: Master, moving stones around is one thing. This is totally different.
YODA: No! No different! Only different in your mind. You must unlearn what you have learned.
LUKE: [focusing, quietly] All right, I'll give it a try.
YODA: No! Try not. Do. Or do not. There is no try.

Luke closes his eyes and concentrates on thinking the ship out. Slowly, the X-wing's nose begins to rise above the water. It hovers for a moment and then slides back, disappearing once again.


LUKE: [panting heavily] I can't. It's too big.

[...]


YODA: You must feel the Force around you. [gesturing] Here, between you... me... the tree... the rock... everywhere! Yes, even between this land and that ship!
LUKE: [discouraged] You want the impossible.

Quietly Yoda turns toward the X-wing fighter. With his eyes closed and his head bowed, he raises his arm and points at the ship.
Soon, the fighter rises above the water and moves forward as Artoo beeps in terror and scoots away. The entire X-wing moves majestically, surely, toward the shore. Yoda stands on a tree root and guides the fighter carefully down toward the beach.
Luke stares in astonishment as the fighter settles down onto the shore. He walks toward Yoda.


LUKE: I don't... I don't believe it.
YODA:That is why you fail.

Luke shakes his head, bewildered.




[Testo preso dal The Internet Movie Script Database, immagini dal DVD del film... tutto © Lucasfilm ltd., nell'eventualità che qualcuno volesse farmi causa]

martedì 2 ottobre 2007

Free Burma!


Free Burma!

Diamo il mio piccolo contributo a questa e-manifestazione indetta da www.free-burma.org

sabato 22 settembre 2007

Sacher (partially) demistified

Oggi ho preparato la sachertorte per la festa d'addio di Marco e Laura, e ho colto l'occasione per cercare di togliere quanto più vodoo possibile dalla ricetta, semplificandola senza cambiare il risultato.

Fatte le dovute semplificazioni è una torta facile e abbastanza rapida.

Ingredienti
per l'impasto: 150g farina, 150g burro, 150g cioccolato fondente, 150g zucchero, 5 uova.
per la glassa: 100g cioccolato, 70g zucchero.

Preparazione
Torta: fate sciogliere assieme burro e cioccolato, a fuoco basso o a bagnomaria, quando sono pronte, mescolate assieme tutto tranne le chiare d'uovo e metà dello zucchero.
Quindi, armati di frusta e coraggio, battete le chiare a neve dopo averci aggiunto un generoso pizzico di zucchero, che aiuta a evitare che si smontino (davvero); con un po' di energia e manualità vi ci vogliono solo 2-3 minuti, ma se avete uno sbattitore elettrico fate meno fatica; una volta montate, aggiungeteci il resto dello zucchero e battetele un altro po'. Aggiungete quindi le chiare all'impasto mescolando dolcemente.

Cottura: mettete a cuocere in forno per una mezz'ora (controllate con uno stecchino... deve essere abbastanza ben cotta); se usate una teglia non troppo grande e fate sì che vi rimanga un po' alta è più comodo per tagliarla a metà dopo.
Se non avete un forno, un microonde dovrebbe andare bene uguale: è una torta senza lievito, quindi basta solo azzeccare il tempo di cottura.

Farcitura: una volta cotta e un po' raffreddata, tagliatela a metà e farcitela con abbondante marmellata di albicocche.

Marmellata sopra: fate bollire in un pentolino per alcuni minuti due cucchiai di marmellata con due cucchiai d'acqua, mescolando e cercando di schiacciare i pezzi di frutta; passatela quindi attraverso un colino, e spalmatela sopra la torta. Questa parte continua ad essere un po' vodoo... probabilmente se avete della marmellata senza pezzi basta che la spalmate sopra la torta senza farla bollire e passare.

Glassa: per preparare la glassa, sciogliete lo zucchero a fuoco basso in un pentolino con pochissima acqua, il minimo che basta perché si sciolga tutto. Quindi aggiungeteci la cioccolata tagliata a pezzettini, e mescolate finché non è uniforme. La glassa dovrebbe rimanere densa ma liquida, e solidificarsi raffreddandosi; per evitare che vi coli tutta sul piatto di portata mentre la spalmate sulla torta, la lasciatela prima raffreddare qualche minuto, mescolandola ogni tanto.

Tempi
In tutto, incluso il tempo di rigovernare e lavare gli strumenti da cucina, a me ha richiesto poco meno di un'ora e mezza, ma ho fatto qualche errore. Se siete più efficienti e sfruttate bene i tempi morti in cui avete qualcosa sul fuoco o in forno per fare dell'altro, potete cavarvela anche in un'ora; ma a quel punto non avete più scuse per non portarla alle feste.

lunedì 17 settembre 2007

Zena by night

Questo weekend me ne sono tornato a Genova pensando di trascorrere un paio di giorni a casa senza fare nulla di particolare; invece proprio proprio questo sabato c'era la notte bianca di Genova, e sono quindi uscito a fare un giro.

Raggiunto il centro in un'autobus pieno più di una scatola di sardine, ho trovato le strade piene di persone come alla Luminara pisana, solo che a Genova ci sono più strade da riempire; discendere da piazza De Ferrari lungo via San Lorenzo è stata un'impresa mica da poco, e quando ho provato a prendere un po' di vicoli per aggirare la ressa non ho avuto più fortuna.
Comunque con pazienza ho guadagnato l'area del Porto Antico, anch'essa gremita, dove da una chiatta la PFM che cantava De André. Nell'attesa dei fuochi artificiali, ho lottato una ventina di minuti in una coda del bar solo per vedere quello subito prima di me che si portava via l'ultima birra rimasta (ed non era ancora mezzanotte), ed era finita persino la coca-cola, per cui la notte bianca è iniziata con trasparente bicchiere di sprite.
Uscito dal bar ho ritrovato i PFM che ora suonavano canzoni loro (credo, quantomeno non era De André), finché non è giunta l'ora dei fuochi d'artificio, sparati da qualche punto in mare ben nascosto dietro i "magazzini del cotone".


Sui fuochi d'artificio i miei concittadini di nascita si sono rivelati peggiori dei miei concittadini d'adozione (deh!), in quanto la maggior parte dei fuochi era troppo bassa e risultava invisibile da quasi tutto il porto antico e io sono riuscito a scorgerli solo in un breve spazio fra dove finivano i magazzini e dove iniziava il palco del concerto, seminascosti dietro gli alberi delle barche a vela. I fuochi più grandi, però, erano belli da vedere, specie nella cornice delle costruzioni di Renzo Piano illuminate nella notte; c'erano anche un po' di fuochi d'artificio a forma di smiley (un cerchio blu con due punti verdi per gli occhi e qualche punto fucsia per la bocca... purtroppo non ho ottenuto foto decenti).



Finiti i fuochi sono risalito attravarso i vicoli, che erano illuminati e pieni di gente, fino a piazza Fontane Marose, per sentire una mezz'ora di Jazz bevendomi un the freddo (la mia è stata una notte bianca analcolica, ma bere da solo non mi piace); quindi ho un salto a piazza De Ferrari dove qualcuno cantava in Genovese, e direi pure qualcosa di triste anche se non si capiva nulla, e sono sceso per via XX Settembre, piena di bancarelle di ogni sorta: focaccia con il formaggio, dolci calabresi, portafortuna indiani, miele artigianale, zucchero filato, artigianato in legno, funghi secchi e altro ancora.


La mia serata virava verso la conclusione, perché erano già le 2:30 e avevo dei progetti per l'indomani mattina, ma non potevo esimermi dal dare un'occhiata al Ducale, dietro il quale suonava una banda di sbandati a nome "Fantomatik orchestra", per poi sedermi un po' sulle aiole da De Ferrari a sentire la fine di un concerto attendendo quello dopo, che sarebbe dovuto essere di musica da diverse parti del mondo... però la musica worldwide si faceva attendere un po' per problemi tecnici e i presentatori, che avrebbero dovuto usare il loro spirito e talento per evitare che la gente s'annoiasse nel frattempo, dicevano delle tali idiozie che mi sono diretto verso casa; un pratico autobus notturno s'è fatto attendere poco, e alle 3:30 ero a casa, soddisfatto della serata.



Trovate una collezione migliore di foto su Picasa, ma la qualità non è ottima perché vengono dalla fotocamera del telefonino. Ho anche fatto un paio di video, ma non sono ancora riuscito a convertirli in un formato visibile fuori dal telefonino ... comunque su YouTube ce ne sono già diversi

giovedì 13 settembre 2007

Per addolcire un po' il blog.

Non si può solo parlare di 11 settembre, politica, fine delle vacanze, concorsi, laicità, ... tiriamoci quindi un pochino su con la ricetta della torta di more che ho fatto oggi per la festa di compleanno di Luca.

La base
Ingredienti: 100g farina o fecola (io ho fatto 50/50), 100g zucchero, due uova 120g di burro, un cucchiaino di lievito per dolci.
Preparazione: fate ammorbidire il burro, poi mescolate assieme tutti gli ingredienti e cuocete in forno caldo (220°) finché non è pronta (10-20 minuti). L'impasto lievita nel forno, quindi non preoccupatevi se vi sembra che sia poco prima della cottura.

La crema
Ingredienti: 250g more (o lamponi), 2.5dl latte, 30g fecola, 30g zucchero (o forse un po' di più?), 2.5dl panna fresca da montare, un bel cucchiaio di zucchero vanigliato, 5 fogli di gelatina ("colla di pesce").
Preparazione:
- Schiacciate le more in una ciotola.
- Scogliete la fecola con un pochino di latte freddo, poi aggiungeteci il resto del latte bollente, mescolate un po' e mettete assieme alle more.
- Lasciate qualche minuto a bagno la gelatina in acqua fredda, strizzatela e poi fatela sciogliere a bagnomaria in un cucchiaio d'acqua mescolando; quando è sciolta, aggiungetela al resto.
- Aggiungete lo zucchero
- Montate la panna, aggiungendoci lo zucchero vanigliato alla fine, e aggiungetela al tutto. Per montare la panna a mano con la frusta la tradizione consiglia di mettere prima in frigo non solo la panna, ma anche recipiente e frusta; probabilmente è vodoo, io ho usato un recipiente di plastica a temperatura ambiente (contando che la plastica comunque scambi poco calore) ma ho messo in frigo la frusta per non rischiare troppo; consigliasi fare il tutto tenendo la ciotola in cui montate la panna nell'acquaio, perché è facile schizzare in giro.

Assemblaggio
Se siete furbi e avete una teglia in cui si può staccare il fondo dalle pareti siete a cavallo: foderate il tutto di carta da forno per precauzione, mettete la base di pasta sul fondo, versate la crema e mettete tutto in frigo; dopo qualche ora la crema sarà solidificata, potrete smontare la teglia ed avere la torta pronta.
Se non avete la teglia, o non siete abbastanza furbi nonostante la vostra laurea specialistica in fisica sperimentale (ogni riferimento all'autore di questo blog è puramente casuale) e avete cotto la base in una teglia di misura diversa, potete arrangiarvi con carta da forno, carta d'allumino e nastro adesivo, costruendo un solido cilindro intorno alla base di pasta, che faccia le veci della teglia.

Decorazione
Se volete potete ricoprire il sopra della torta con altre more, ne servono più o meno la stessa quantità che avete usato per l'impasto (250g).

Risultato
Qui potete farvi un'idea di come viene la torta nel caso in cui la vostra impalcatura di sostegno per la crema regge male, per cui un po' di crema cola lungo le pareti e un po' d'altra finisce a caso sul piatto.
Tagliandone una fetta vedreste che metà dello spessore è pasta e metà crema



Bibliografia
La originale ricetta proviene dalla "torta di lamponi" all'inizio dell'ottimo tascabilone "Torte, dolci, biscotti, crostate e ..." edizione Giunti Demetra.
A parte sostituire lamponi con more, ho raddoppiato le dosi della base perché con la ricetta originale ne veniva veramente poca, e ho sostiuito un po' di fecola con farina nell'impasto (la fecola mi ispira un po' di diffidenza), e spostato un po' di more dalla guarnizione all'impasto.

martedì 11 settembre 2007

Look mummy, there's an aeroplane up in the sky

[Look mummy, there's an aeroplane up in the sky]

Did you see the frightened ones?
Did you hear the falling bombs?
Did you ever wonder why we had to run for shelter
When the promise of a brave new world.
Unfurled beneath a clear blue sky?

Did you see the frightened ones?
Did you hear the falling bombs?
The flames are all long gone, but the pain lingers on.

Goodbye, blue sky
Goodbye, blue sky
Goodbye
Goodbye
[Pink Floyd, Goodbye Blue Sky]



Eccomi a scrivere il mio articolo dell'11 settembre; è già da qualche giorno che ci penso, e avrei diverse idee da scrivere, ma cercherò di tenerlo breve e lasciare il resto ad articoli da venire nei giorni successivi.

L'undici settembre, purtroppo, ha cambiato molte cose, catapultandoci in questo stato di "guerra permanente al terrorismo". La responsabilità di questa deriva non è solo degli estremisti islamici, criminali, ma anche di certi esponenti della destra americana che già da prima auspicavano una politica più aggressiva (New American Century).

I risultati li vediamo: guerre sbagliate calpestando il diritto internazionale (e il buon senso), nuovi attentati, diversi paesi che si dotano di armi atomiche, irrigidimento delle norme e creazione di leggi ad-hoc da stato d'emergenza nei paesi "civili", odio crescente verso gli islamici che sono tutti terroristi (è troppo facile invertire l'implicazione nell'affermazione, vera, che "tutti i terroristi sono islamici").

Non occupiamoci ora di cosa si propongono di fare i falchi della destra americana, però, limitiamoci alle motivazioni dei terroristi: cosa sperano di ottenere, visto che non possono ucciderci tutti uno per uno in quel modo? e neanche di farci amare la loro religione, suppongo. Inoltre non ne ricavano certo benefici economici, né riescono ad ottenere qualche concessione alla loro causa come i terroristi politici (ETA, IRA, ...) Direi anche che non lo fanno solo per raggiungere il paradiso tramite la morte come martiti nella guerra santa; altrimenti Bin Laden non si nasconderebbe.

Loro parlano di "distruggere il grande satana", "dare un'ultima spallata all'occidente", sono convinti di poter fare qualcosa contro di noi. E in effetti possono farci perdere quanto abbiamo di più prezioso: diritti e libertà personali, uguaglianza, istruzione, benessere, pace, sicurezza, fiducia nel prossimo.

Però tutto questo possono farlo solo se siamo noi a permetterglielo.
Non mi sto riferendo al combattere il terrorismo, una questione delicata su cui cercherò di scrivere qualcosa domani o dopo.
Quello che dico è che i terroristi possono anche continuare ad esistere, e a provocare ogni tanto le loro stragi, di morti innocenti da compiangere ne abbiamo molti di più per altre cause tipo la criminalità, o gli incidenti stradali o sul lavoro; se noi ci comportiamo nel modo giusto, non possono fare danno alla nostra società.

Cosa dobbiamo fare, dunque?
- non rinunciare a vivere serenamente la nostra vita: continuiamo a prendere aerei, treni, metropolitane, ad andare per turismo nelle capitali europee, per esempio, nonostante le minacce di attacchi terroristici.
- non lasciarci andare all'odio verso gli stranieri. anzi, continuiamo a incoraggiare il dialogo, perché solo così possiamo sostenere la gran maggioranza di brave persone che si trova a vivere in paesi in cui l'integralismo islamico impera.
- non accettare che in nome della "sicurezza" vengano passate leggi o pratiche che ledono i diritti fondamentali delle persone.
- opporci al principio del sospetto verso tutti a priori, alle misure di sicurezza fatte per trattare tutti come terroristi; i terroristi veri sono una esigua minoranza, non dimentichiamolo.
- continuare a credere nella diplomazia e nella politica internazionale multilaterale.
- difendere la laicità dello stato, il diritto all'espressione e alla critica.

Non dobbiamo temere i terroristi, fintanto che ci comportiamo bene qualcuno di noi potrà anche venire ucciso, ma il nostro mondo sarà salvo, e non perderemo le grandi conquiste che abbiamo fatto nei secoli, come quelle dell'illuminismo.

La mia risposta al terrorismo è quindi, semplicemente: io non ho paura