lunedì 5 gennaio 2009
(Ge)nève
mercoledì 30 luglio 2008
L'ora di partire
mercoledì 16 luglio 2008
La vie en rose

La spedizione si componeva di me, mio fratello Tommaso (quello nella foto), Elmo (la nostra guida) e Ivana (moglie della guida, e nostra maestra di sci di fondo).
Il tempo era ottimo, e la vista dalla Capanna Margherita splendida: tutte le cime delle alpi all'orizzonte (Monviso, Gran Paradiso, Grivola, Bianco, Cervino, ...), il gruppo del Rosa intorno a noi, e guardando lontano verso la pianura i grandi laghi (Como, Maggiore, ...).
Purtroppo, però, aveva nevicato fino al giorno prima, e quindi c'era da tracciarsi la strada, e si affondava fino al ginocchio; per fortuna un gruppo di tedeschi ci ha battuto parte della traccia.
Trovate qualche foto in più su Picasa
domenica 13 luglio 2008
Un futuro roseo?
venerdì 9 maggio 2008
Londra!
giovedì 3 gennaio 2008
Non sono ancora tornato

Non ho certo ora di mettermi a discutere di questioni serie ispirati alla cronaca, o di lasciarmi andare a proponimenti e riflessioni per il nuovo anno in arrivo;persino per la ricetta della torta di natale, prodotta in collaborazione con madre e fratello, dovrete attendere qualche altro giorno.
Per oggi mi limito a mettere una piccola foto dalla montagna, la "versione invernale" di quella di luglio '07; fino al 2 gennaio il tempo lassù era splendido, e ho potuto percorrere in lungo e in largo le piste da sci di fondo della val di Cogne.
Adesso sono ritornato a Genova, ma mi sono portato dietro la neve: la pianura padana era persa nella neve (invece che nella nebbia), e persino quaggiù, sul mare, nevicava.
Manca ancora qualche giorno prima ch'io debba tornare al lavoro, e parte della prossima settimana sarò di nuovo a Ginevra, quindi non mi vedrete a Pisa ancora per un po'.
Buone vacanze!
domenica 19 agosto 2007
Diario dalla Gran Bretagna
Potete anche trovare un po' di foto del viaggio su picasa.
Mercoledì 8
Si parte prima dell'alba: l'inguaribile mania della puntualità nella metà materna della mia famiglia ci fa svegliare prima delle 5 visto che l'aereo parte 'solo' alle 12:15. Taxi per il centro, autobus per Malpensa, aereo per Leeds con scalo ad Amsterdam, bus per la stazione e treno per York, si fa presto a passare le 12 ore di viaggio anche se il fuso orario accorcia il secondo volo a soli 15 minuti. All'aeroporto di Amsterdam mi imbatto in un negozio assurdo che vende i gadget di ThinkGeek tipo il lanciamissili giocattolo usb o un criceto meccanico che si collega fra pc e tastiera e corre nella ruota quando scrivi.
Inaspettatamente in Inghilterra il cielo è azzurro, a parte per alcune greggi di nuvole bianche, ma l'aria è decisamente più fresca che in Italia; York sembra una pacifica piccola cittadina, un po' tipo Pisa ma con più verde.
Giovedì 9
L'inizio del primo giorno è speso nelle brughiere dello Yorhshire settentrionale; il tempo ci è ancora propizio, e attraversiamo le brughiere in parte a piedi e in parte su un vecchio treno a vapore. Rispetto alla verde Irlanda le brughiere sono più scure, con colline coperte d'erica viola; le pecore abbondano, e pascolano libere come in Irlanda, ma qui ci sono anche mucche e cavalli.
Nel pomeriggio giungiamo a Withby, un paesino sulla costa dove c'è un bel cimitero su una verde collina a picco sul mare, con delle splendide rovine di un'abazia gotica. A Withby sono ambientate le prime vicende del primo Dracula di Brahm Stoker, e ci sono i 199 gradini in cima ai quali Mina trova Lucy in compagnia del vampiro. Ci sono molti turisti, ma tutti Inglesi.
Venerdì 10
Il secondo giorno, dopo un bel giretto per York, ci rechiamo a Castle Howard, una dimora nobiliare inglese con uno splendido parco attorno, che sembra uscita da un romanzo di Jane Austin o da un film in costume; dentro c'è tutto quanto ci si aspetterebbe: quadri, mobili, libri antichi, marmi, più alcuni costumi ottocenteschi "nuovi" realizzati da studenti di una qualche scuola di costumisti.
Sabato 11
La prossima tappa è Richmond, nello Yorkshire del nord (c'è anche una città omonima nel Surrey); un paesino circondato dalle verdi Yorkshire Dales, che vanta una notevole collezione di rovine: uno splendido castello di cui restano solo alcune mura diroccate, i cortili ricoperti di prato all'Inglese e la fortezza centrale, la torre di un convento di frati, e lo scheletro di un'abazia diroccata.
A questo si aggiunge una severa chiesa gotica e l'annesso cimitero con lapidi in gren parte illeggibili.
Da questo paesino passa il sentiero "Coast to coast'' che taglia l'Inghilterra del nord attreverso Lake district e Yorkshire fino a Withby, un ottimo percorso per un trekking soft visto che ogni 10-20 km c'è un villaggio in cui sostare ed esiste un servizio organizzato "Pack horse" per spedire via pulmino parte dei propri bagagli ed alleggerire lo zaino; c'è però il non trascurabile rischio che piova quasi sempre. Nel nostro caso siamo fortunati, il tempo è bello e possiamo fare il tratto che ci interessa per passeggiare (da Reeth a Richmond, 16.5km, avendo raggiunto Reeth con il bus al mattino).
Domenica 12
Congedatici al mattino da Richmond ci rechiamo a Newcastle, fermandoci lungo la strada per ammirare la cattedrale e il castello di Durham.
Quando arriviamo alla stazione di Newcastle bloccaono le porte del treno per non farci scendere, e dopo un po' gli altoparlanti ci informano che c'è un ladro a bordo, e che ci faranno scendere non appena la polizia l'avrà preso; per fortuna non ci impiegano tanto.
Newcastle, a differenza di York, è una vera città, con palazzi vittoriani e anche alcune notevoli opere moderne come il millenium bridge (il cui modo peculiare d'alzarsi per far passare la nave richiama l'aprirsi di una palpebra... magari cercate un video su youtube) o il sage gateshead (sede di mostre d'arte e concerti, tranne d'agosto).
Lunedì 13
Da Newcastle ci si può recare ad ammirare quel che resta del Vallo di Adriano; anche nei pezzi meglio conservati, però, non è particolarmente imponente: meno di due metri d'altezza, si distingue dai muri di cinta dei campi solo perché è spesso un metro e le pietre sono più regolari. In ogni caso si possono fare delle belle passeggiate nei dintorni ed ammirare i resti fortini romani a regolari intervalli di un miglio; a noi ne tocca uno a caso dei meglio conservati, il Milecastle 37 (per la gioia di Jacopo).
Martedì 14
Un'altra meta nei pressi di Newcastle è Alnwick, dove si erge il grande castello omonimo, residenza del duca di Northumberland; ci rechiamo a visitare il castello, il parco e i saloni interni dove si possono anche ammirare splendidi mobili e diversi quadri di Canaletto e Van Dyke. Il castello è tuttora abitato dai dal duca e dalla sua famiglia, di cui vi sono molte foto moderne in giro per le sale; quando non ci sono i turisti, poi, utilizzano anche le sale visitabili: nella biblioteca ci sono infatti oltre agli oggetti d'epoca una (elegante) TV lcd in un angolo, un biliardino (per la gioia di Laura C.) e delle bottiglie di alcolici e shweppes in un mobiletto.
L'esterno del castello invece l'avrete già visto tutti, in quanto compare come Hogwarts nei film di Harry Potter; questo fa si che i cortili siano pieni di bambini con mantelli neri, intrattenuti da due attori vestiti da Albus Silente e Hagrid che girano chiacchierando con i turisti e autografando copie dell'ultimo Harry Potter o libri d'incantesimi. Comunque, anche per dei turisti babbani il castello è veramente splendido ed assai ben tenuto.
Mercoledì 15
Un treno di linea ci porta rapidamente da Newcastle verso Edinburgo, la capitale Scozzese; chi ama lamentarsi dei treni italiani si renda conto che qui si pagano 60 euro a cranio per 90 minuti di viaggio su un treno un po' peggiore di un intercity (e non ne esistono di più economici).
Edinburgo è una città abbastanza grande, avendo più o meno gli abitanti di Genova ma distribuiti su una superficie assai maggiore; il centro è abbastanza imponente, con castelli e chiese nella città vecchia e grandi palazzoni vittoriani (o simili) nella città nuova, nonché diverse aree verdi.
Il primo giorno qui è speso principalmente a gironzolare per il centro della città, gremito di gente a causa del festival, ma visitiamo anche un piccolo museo sulla storia di Edinburgo.
Giovedì 16
Dopo aver gettato uno sguardo alla città dall'alto di una collinetta di cui ora non ricordo il nome, sulla cui cima si erige un falso frontone di tempio greco, ci rechiamo alla National Gallery dove ci sono numerosi bei quadri sia scozzesi che internazionali; purtroppo non vi posso mettere le foto, ma magari cerco di acquisirne qualcuno di quelli scozzesi dal catalogo della mostra, quando metto le mani su uno scanner funzionante.
Un altro museo curioso da visitare è il Royal Museum of Scotland (o il National Museum of Scotland, non ricordo bene ... quello più nuovo dei due, comunque), che espone una collezione assolutamente eterogenea di oggetti da quelli antichi a quelli dei giorni nostri: monete e spade medievali, mobili ottocenteschi, uno dei primi modelli di aspirapolvere, Dolly (o uno dei suoi cloni?), un prototipo di elicottero monoposto del 1934 ... insomma, bizzarrie di ogni sorta di cui alcune possono essere interessanti.
Nella stessa giornata visitiamo anche la cattedrale, e passiamo dal pub preferito del detective dei romanzi di Rankine; ci scontriamo anche in fastidiose norme anti-alcool, per cui alcuni pub sono vietati ai minori di 18 (e mio fratello ne ha ancora 16), o persino 21 ... e poi, sono assolutamente a caso: in qualche pub si può entrare ma non stare fuori, in altri si può stare fuori ma non dentro, in altri il fuori è vietato ai minori di 21 (e agli animali!) mentre il dentro solo ai minorenni, e finalmente in qualcuno si può entrare senza problemi (fermo restando il divieto di comprare alcool per i minorenni, anche se a comprarlo è un adulto).
Venerdì 17
Al mattino splende il sole, per cui ci rechiamo in Holyrood Park, una grossa collina di brughiera ai margini della città, dalla cui cima, l'Arthur's seat (che però non è collegato al re Artù) si ha una bella vista della città ... salvo il fatto che il cielo si annuvola rapidamente e quando siamo in cima inizia a piovere a dirotto; per la gioia dei pisani dirò che fra le tante scritte lasciate dai turisti sulla roccia in cima alla collina ce n'erano diverse in Italiano, ma nessun "Pisa Merda" (l'ho cercato attentamente).
Tempo di rotolare a valle e la pioggia è passata, per cui possiamo ammirare di passaggio l'Holyrood palace (dimora ufficiale della regina quando passa di qui) e dirigerci poi verso gli splendidi Royal Botanic Gardens, dove ci godiamo anche qualche ora di sole.
La fine del pomeriggio e la serata sono trascorse in casa della signora scozzese che ci ha ospitato in questi giorni (un'amica di un'amica di famiglia); vengono infatti a cena sua figlia e i suoi due nipotini, e per ringraziare dell'ospitalità prepariamo una semplice cena mediterranea (sfruttando un caro ma ben fornito venditore di prodotti italiani nelle vicinanze).
Sabato 18
Partiamo di buon ora da Edinburgo, sotto la pioggia, per trascorrere la giornata pazientemente fra aeroporti, aerei, bus e treni finché alle nove di sera passate giungiamo a casa a Genova; da cui, dopo un rapido bucato e cambio di valigie, ripartiremo l'indomani mattina per raggiungere i nonni in montagna.
lunedì 6 agosto 2007
Leaving for the UK
After a few days in the mountains and one day down here in Genova, tomorrow morning I'll be leaving for the UK; first stop, York.
Da la non penso potrò trasmettere né ricevere, ma alla fine cercherò di scrivervi un racconto e mettere un po' di foto sull'album web.
Cercherò anche di mandare qualche "good old fashioned paper postcard"
Intanto vi metto una foto collage di un questi giorni in montagna, con qualche fiore, il ghiacciaio del gran paradiso visto dal mio lato, un camoscio che se ne stava tranquillo nel mezzo del sentiero nel fondovalle, e un po' di laghetti alpini.

giovedì 26 luglio 2007
Es hora de marxar d'aqui
La prima destinazione è Lavinio, dove si trova ora in vacanza la metà paterna della mia famiglia, una piccola cittadina sul mare a sud di Roma, vicino ad Anzio (where "the tigers broke free"), Poi, dopo un brevissimo passaggio di nuovo da Pisa lunedì per recuperare le valigie, Genova, forse un po' di Val d'Aosta e poi un giro nel nord del regno unito (yorkshire, dintorni di newcastle e vallo d'adriano ed edinburgo).
Tutto questo, purtroppo, con gli esercizi di Sagnotti ad accompagnarmi.
Per chi è di qua, ci si rivede i primissimi di settembre a dare una mano a correggere le diverse centinaia di scritti d'ammissione al prim'anno.
Have a nice time, fatevi delle buone vacanze.
Giovanni
venerdì 6 luglio 2007
There and back again ...

[presto arriveranno anche le altre foto, ma qui sono con un modem 56k]
I primi giorni in Val d’Aosta sono nell’incertezza: il tempo è brutto e non si sa se troveremo una guida. Ma le previsioni per venerdì sembrano positive, e decidiamo quindi di provarci.Mercoledì arriva il secondo ok: abbiamo la guida per salire: è uno di Gimillan, il nostro paesino, un quasi amico di famiglia di nome Elmo [Helm Mandimartello?]
Un’ora e mezza di agile salita senza soste ci porta al rifugio Chabod a 2700m [l’ultima casa accogliente], dove possiamo cenare e riposare preparandoci per il giorno dopo.
La notte trascorre nell’insonnia, conciliata dall’assai rumoroso russare degli altri, dal caldo (!) e dalla luce che filtra da fuori. Ho provato a contare le pecore, ma erano indisciplinate e alla minima distrazione saltavano la staccionata a gruppi invece che singolarmente; alla fine ho trascorso la maggior parte della notte pensando: pensieri immediati quali l’ascesa di domani o a cosa fare a chi russa, e più remoti fra cui due persone a una delle quali dovrei forse pensare meno.
[Lassù sui monti, fumidi e gelati (...) prima che sorga il sol dobbiamo andare]Sveglia alle quattro del mattino, poi una lauta colazione con pane, burro, marmellata, the e un caffè assai più cattivo di quello SNS, ci si veste pesantemente e alle 4:45 si parte alla luce della luna (e delle lanterne da testa, non necessarie); saliamo per sentieri e morene fino alle cinque e mezza, quando la neve prende il posto delle pietre, e l’oscurità cede a una diffusa luce “crepuscolare” (come dopo il tramonto).
Alle sei del mattino la neve inizia ad essere veramente in pendenza, mettiamo i ramponi e formiamo la cordata: in testa la guida, nel mezzo io, a chiudere mio fratello; inizia a soffiare un forte vento freddo, che ci accompagnerà per il resto della mattinata, e la cima è coperta dalle nubi. Per chi non c’è mai stato, il paesaggio è suggestivo; rupi innevate, buchi, pareti di ghiaccio (lontani dal sentiero); simile ad alcune scene della Marcia dei Pinguini, per fortuna con assai meno freddo, ma purtroppo non orizzontale.
Pesantemente coperti (canottiera pesante, maglietta, tre pile, giacca a vento, calzamaglia, …), avanziamo con pazienza e senza troppi problemi sulla neve compatta, con le mani quasi sempre nelle tasche per il freddo.
Quando manca un’oretta scarsa dalla vetta entriamo nella nebbia; ci si vede assai poco ma possiamo seguire la guida che conosce bene la strada (la percorre una decina di volte all’anno da 20-30 anni), e le altre comitive.
Finalmente poco dopo le otto di mattina, tre ore e mezza da quando abbiamo lasciato il rifugio, dalla nebbia compare la vetta; proviamo anche guardare al di là della cresta, nella valle di Cogne, ma non si vede nulla, siamo dentro una nuvola.
Gli ultimi metri dalla vetta, di traverso su un ripido pendio, sono affollatissimi: gruppi che vanno, che tornano, che si fermano ad aspettare amici rimasti indietro o che si attardano a fare foto; si sentono voci in francese, in inglese, e poi aguzzando l’orecchio arriva l’inevitabile “ara baixem poc a poc” a cui replico “alla, aquests parlen català” (qui e oltre possono esserci seri orrori d’ortografia e grammatica), e si intreccia una breve conversazione (“som per tota reu; de fet som una plaga” / “d’on sou?” / “de Barcelona i de Terrassa; i tu, no ets català, oi ?” / “no, però tenibo una novia de Terrassa”). Per i Pisani, qualche chiarimento ulteriore: più o meno ovunque si trovano dei Catalani, quando meno te l’aspetti, sono 6 milioni ma viaggiano molto; trovare cima al Gran Paradiso alcuni che vengono proprio dalla cittadina da cui viene Estel, che conta solo 300 mila abitanti, sembra assurdo (ma del resto ne abbiamo già trovati a pasqua su un bus turistico sull’Etna, nella fila di posti dietro alla nostra).
Ci fermiamo solo pochi istanti in vetta, a fare un paio di foto in cui si vede quasi solo la nebbia, e poi si torna rapidamente giù; nella discesa finalmente si vede il sole, e ora che la vetta è stata conquistata poco ci cale del vento [“e se ne infischia, se ne infischia, se il mare infuria e il vento fischia”], e nei brevi momenti di sereno riesco persino a fare un po’ di fotografie; presto finisce il ghiacciaio, ci alleggeriamo dell’attrezzatura (che finisce nello zaino) e alle undici del mattino siamo già al rifugio Vittorio Emanuele. Riposiamo fino a mezzogiorno, una pastasciutta al rifugio (cottura paragonabile con la mensa SNS) e scendiamo rapidamente verso valle, anche se riesco a strappare qualche minuto per fotografare un po’ di flora alpina.
In conclusione, una bella camminata e una bella soddisfazione, anche se con il cielo sereno sarebbe stato meglio (e magari con dei guanti più caldi).
Dopo aver chiacchierato con la guida nel ritorno, aggiungo ai progetti per l’anno prossimo un giro sul Monte Rosa (un’altra bella montagna, e senza difficoltà tecniche), assieme a quello di finire una maratona (Roma? Pisa?).
L’ultima foto che troverete quando avrò il tempo di metterle sul web è quella delle piccozze, molto scenografiche e che sono state completamente inutili: sono rimaste sempre legate allo zaino.
lunedì 2 luglio 2007
Breathe ...

Eccomi al fresco...
Dopo un po' di viaggio sono giunto dai miei nonni in Valle d'Aosta,
dove in questi giorni spero di poter conquistare la vetta del Gran Paradiso
(il 4000m più facile delle alpi, dicono ... speriamo sia vero, e che il tempo sia propizio)
Colgo anche l'occasione per mettere la prima foto sul blog, con la vista dal giardino di casa e il Gran Paradiso sullo sfondo (non chiedetemi quale è la cima, non lo so!).
La foto non è eccezionale, del resto il sole era già tramontato e il cielo velato da nubi bianche. Domani, se sarà sereno, ne cercherò di fare una migliore con una macchina fotografica vera.
Statemi tutti bene.
Giovanni
P.S. Non prendetevela troppo; ho pur sempre i libri di QFT in valigia, e l'esame dell'Anselmi il 18!