sabato 22 settembre 2007

Sacher (partially) demistified

Oggi ho preparato la sachertorte per la festa d'addio di Marco e Laura, e ho colto l'occasione per cercare di togliere quanto più vodoo possibile dalla ricetta, semplificandola senza cambiare il risultato.

Fatte le dovute semplificazioni è una torta facile e abbastanza rapida.

Ingredienti
per l'impasto: 150g farina, 150g burro, 150g cioccolato fondente, 150g zucchero, 5 uova.
per la glassa: 100g cioccolato, 70g zucchero.

Preparazione
Torta: fate sciogliere assieme burro e cioccolato, a fuoco basso o a bagnomaria, quando sono pronte, mescolate assieme tutto tranne le chiare d'uovo e metà dello zucchero.
Quindi, armati di frusta e coraggio, battete le chiare a neve dopo averci aggiunto un generoso pizzico di zucchero, che aiuta a evitare che si smontino (davvero); con un po' di energia e manualità vi ci vogliono solo 2-3 minuti, ma se avete uno sbattitore elettrico fate meno fatica; una volta montate, aggiungeteci il resto dello zucchero e battetele un altro po'. Aggiungete quindi le chiare all'impasto mescolando dolcemente.

Cottura: mettete a cuocere in forno per una mezz'ora (controllate con uno stecchino... deve essere abbastanza ben cotta); se usate una teglia non troppo grande e fate sì che vi rimanga un po' alta è più comodo per tagliarla a metà dopo.
Se non avete un forno, un microonde dovrebbe andare bene uguale: è una torta senza lievito, quindi basta solo azzeccare il tempo di cottura.

Farcitura: una volta cotta e un po' raffreddata, tagliatela a metà e farcitela con abbondante marmellata di albicocche.

Marmellata sopra: fate bollire in un pentolino per alcuni minuti due cucchiai di marmellata con due cucchiai d'acqua, mescolando e cercando di schiacciare i pezzi di frutta; passatela quindi attraverso un colino, e spalmatela sopra la torta. Questa parte continua ad essere un po' vodoo... probabilmente se avete della marmellata senza pezzi basta che la spalmate sopra la torta senza farla bollire e passare.

Glassa: per preparare la glassa, sciogliete lo zucchero a fuoco basso in un pentolino con pochissima acqua, il minimo che basta perché si sciolga tutto. Quindi aggiungeteci la cioccolata tagliata a pezzettini, e mescolate finché non è uniforme. La glassa dovrebbe rimanere densa ma liquida, e solidificarsi raffreddandosi; per evitare che vi coli tutta sul piatto di portata mentre la spalmate sulla torta, la lasciatela prima raffreddare qualche minuto, mescolandola ogni tanto.

Tempi
In tutto, incluso il tempo di rigovernare e lavare gli strumenti da cucina, a me ha richiesto poco meno di un'ora e mezza, ma ho fatto qualche errore. Se siete più efficienti e sfruttate bene i tempi morti in cui avete qualcosa sul fuoco o in forno per fare dell'altro, potete cavarvela anche in un'ora; ma a quel punto non avete più scuse per non portarla alle feste.

lunedì 17 settembre 2007

Zena by night

Questo weekend me ne sono tornato a Genova pensando di trascorrere un paio di giorni a casa senza fare nulla di particolare; invece proprio proprio questo sabato c'era la notte bianca di Genova, e sono quindi uscito a fare un giro.

Raggiunto il centro in un'autobus pieno più di una scatola di sardine, ho trovato le strade piene di persone come alla Luminara pisana, solo che a Genova ci sono più strade da riempire; discendere da piazza De Ferrari lungo via San Lorenzo è stata un'impresa mica da poco, e quando ho provato a prendere un po' di vicoli per aggirare la ressa non ho avuto più fortuna.
Comunque con pazienza ho guadagnato l'area del Porto Antico, anch'essa gremita, dove da una chiatta la PFM che cantava De André. Nell'attesa dei fuochi artificiali, ho lottato una ventina di minuti in una coda del bar solo per vedere quello subito prima di me che si portava via l'ultima birra rimasta (ed non era ancora mezzanotte), ed era finita persino la coca-cola, per cui la notte bianca è iniziata con trasparente bicchiere di sprite.
Uscito dal bar ho ritrovato i PFM che ora suonavano canzoni loro (credo, quantomeno non era De André), finché non è giunta l'ora dei fuochi d'artificio, sparati da qualche punto in mare ben nascosto dietro i "magazzini del cotone".


Sui fuochi d'artificio i miei concittadini di nascita si sono rivelati peggiori dei miei concittadini d'adozione (deh!), in quanto la maggior parte dei fuochi era troppo bassa e risultava invisibile da quasi tutto il porto antico e io sono riuscito a scorgerli solo in un breve spazio fra dove finivano i magazzini e dove iniziava il palco del concerto, seminascosti dietro gli alberi delle barche a vela. I fuochi più grandi, però, erano belli da vedere, specie nella cornice delle costruzioni di Renzo Piano illuminate nella notte; c'erano anche un po' di fuochi d'artificio a forma di smiley (un cerchio blu con due punti verdi per gli occhi e qualche punto fucsia per la bocca... purtroppo non ho ottenuto foto decenti).



Finiti i fuochi sono risalito attravarso i vicoli, che erano illuminati e pieni di gente, fino a piazza Fontane Marose, per sentire una mezz'ora di Jazz bevendomi un the freddo (la mia è stata una notte bianca analcolica, ma bere da solo non mi piace); quindi ho un salto a piazza De Ferrari dove qualcuno cantava in Genovese, e direi pure qualcosa di triste anche se non si capiva nulla, e sono sceso per via XX Settembre, piena di bancarelle di ogni sorta: focaccia con il formaggio, dolci calabresi, portafortuna indiani, miele artigianale, zucchero filato, artigianato in legno, funghi secchi e altro ancora.


La mia serata virava verso la conclusione, perché erano già le 2:30 e avevo dei progetti per l'indomani mattina, ma non potevo esimermi dal dare un'occhiata al Ducale, dietro il quale suonava una banda di sbandati a nome "Fantomatik orchestra", per poi sedermi un po' sulle aiole da De Ferrari a sentire la fine di un concerto attendendo quello dopo, che sarebbe dovuto essere di musica da diverse parti del mondo... però la musica worldwide si faceva attendere un po' per problemi tecnici e i presentatori, che avrebbero dovuto usare il loro spirito e talento per evitare che la gente s'annoiasse nel frattempo, dicevano delle tali idiozie che mi sono diretto verso casa; un pratico autobus notturno s'è fatto attendere poco, e alle 3:30 ero a casa, soddisfatto della serata.



Trovate una collezione migliore di foto su Picasa, ma la qualità non è ottima perché vengono dalla fotocamera del telefonino. Ho anche fatto un paio di video, ma non sono ancora riuscito a convertirli in un formato visibile fuori dal telefonino ... comunque su YouTube ce ne sono già diversi

giovedì 13 settembre 2007

Per addolcire un po' il blog.

Non si può solo parlare di 11 settembre, politica, fine delle vacanze, concorsi, laicità, ... tiriamoci quindi un pochino su con la ricetta della torta di more che ho fatto oggi per la festa di compleanno di Luca.

La base
Ingredienti: 100g farina o fecola (io ho fatto 50/50), 100g zucchero, due uova 120g di burro, un cucchiaino di lievito per dolci.
Preparazione: fate ammorbidire il burro, poi mescolate assieme tutti gli ingredienti e cuocete in forno caldo (220°) finché non è pronta (10-20 minuti). L'impasto lievita nel forno, quindi non preoccupatevi se vi sembra che sia poco prima della cottura.

La crema
Ingredienti: 250g more (o lamponi), 2.5dl latte, 30g fecola, 30g zucchero (o forse un po' di più?), 2.5dl panna fresca da montare, un bel cucchiaio di zucchero vanigliato, 5 fogli di gelatina ("colla di pesce").
Preparazione:
- Schiacciate le more in una ciotola.
- Scogliete la fecola con un pochino di latte freddo, poi aggiungeteci il resto del latte bollente, mescolate un po' e mettete assieme alle more.
- Lasciate qualche minuto a bagno la gelatina in acqua fredda, strizzatela e poi fatela sciogliere a bagnomaria in un cucchiaio d'acqua mescolando; quando è sciolta, aggiungetela al resto.
- Aggiungete lo zucchero
- Montate la panna, aggiungendoci lo zucchero vanigliato alla fine, e aggiungetela al tutto. Per montare la panna a mano con la frusta la tradizione consiglia di mettere prima in frigo non solo la panna, ma anche recipiente e frusta; probabilmente è vodoo, io ho usato un recipiente di plastica a temperatura ambiente (contando che la plastica comunque scambi poco calore) ma ho messo in frigo la frusta per non rischiare troppo; consigliasi fare il tutto tenendo la ciotola in cui montate la panna nell'acquaio, perché è facile schizzare in giro.

Assemblaggio
Se siete furbi e avete una teglia in cui si può staccare il fondo dalle pareti siete a cavallo: foderate il tutto di carta da forno per precauzione, mettete la base di pasta sul fondo, versate la crema e mettete tutto in frigo; dopo qualche ora la crema sarà solidificata, potrete smontare la teglia ed avere la torta pronta.
Se non avete la teglia, o non siete abbastanza furbi nonostante la vostra laurea specialistica in fisica sperimentale (ogni riferimento all'autore di questo blog è puramente casuale) e avete cotto la base in una teglia di misura diversa, potete arrangiarvi con carta da forno, carta d'allumino e nastro adesivo, costruendo un solido cilindro intorno alla base di pasta, che faccia le veci della teglia.

Decorazione
Se volete potete ricoprire il sopra della torta con altre more, ne servono più o meno la stessa quantità che avete usato per l'impasto (250g).

Risultato
Qui potete farvi un'idea di come viene la torta nel caso in cui la vostra impalcatura di sostegno per la crema regge male, per cui un po' di crema cola lungo le pareti e un po' d'altra finisce a caso sul piatto.
Tagliandone una fetta vedreste che metà dello spessore è pasta e metà crema



Bibliografia
La originale ricetta proviene dalla "torta di lamponi" all'inizio dell'ottimo tascabilone "Torte, dolci, biscotti, crostate e ..." edizione Giunti Demetra.
A parte sostituire lamponi con more, ho raddoppiato le dosi della base perché con la ricetta originale ne veniva veramente poca, e ho sostiuito un po' di fecola con farina nell'impasto (la fecola mi ispira un po' di diffidenza), e spostato un po' di more dalla guarnizione all'impasto.

martedì 11 settembre 2007

Look mummy, there's an aeroplane up in the sky

[Look mummy, there's an aeroplane up in the sky]

Did you see the frightened ones?
Did you hear the falling bombs?
Did you ever wonder why we had to run for shelter
When the promise of a brave new world.
Unfurled beneath a clear blue sky?

Did you see the frightened ones?
Did you hear the falling bombs?
The flames are all long gone, but the pain lingers on.

Goodbye, blue sky
Goodbye, blue sky
Goodbye
Goodbye
[Pink Floyd, Goodbye Blue Sky]



Eccomi a scrivere il mio articolo dell'11 settembre; è già da qualche giorno che ci penso, e avrei diverse idee da scrivere, ma cercherò di tenerlo breve e lasciare il resto ad articoli da venire nei giorni successivi.

L'undici settembre, purtroppo, ha cambiato molte cose, catapultandoci in questo stato di "guerra permanente al terrorismo". La responsabilità di questa deriva non è solo degli estremisti islamici, criminali, ma anche di certi esponenti della destra americana che già da prima auspicavano una politica più aggressiva (New American Century).

I risultati li vediamo: guerre sbagliate calpestando il diritto internazionale (e il buon senso), nuovi attentati, diversi paesi che si dotano di armi atomiche, irrigidimento delle norme e creazione di leggi ad-hoc da stato d'emergenza nei paesi "civili", odio crescente verso gli islamici che sono tutti terroristi (è troppo facile invertire l'implicazione nell'affermazione, vera, che "tutti i terroristi sono islamici").

Non occupiamoci ora di cosa si propongono di fare i falchi della destra americana, però, limitiamoci alle motivazioni dei terroristi: cosa sperano di ottenere, visto che non possono ucciderci tutti uno per uno in quel modo? e neanche di farci amare la loro religione, suppongo. Inoltre non ne ricavano certo benefici economici, né riescono ad ottenere qualche concessione alla loro causa come i terroristi politici (ETA, IRA, ...) Direi anche che non lo fanno solo per raggiungere il paradiso tramite la morte come martiti nella guerra santa; altrimenti Bin Laden non si nasconderebbe.

Loro parlano di "distruggere il grande satana", "dare un'ultima spallata all'occidente", sono convinti di poter fare qualcosa contro di noi. E in effetti possono farci perdere quanto abbiamo di più prezioso: diritti e libertà personali, uguaglianza, istruzione, benessere, pace, sicurezza, fiducia nel prossimo.

Però tutto questo possono farlo solo se siamo noi a permetterglielo.
Non mi sto riferendo al combattere il terrorismo, una questione delicata su cui cercherò di scrivere qualcosa domani o dopo.
Quello che dico è che i terroristi possono anche continuare ad esistere, e a provocare ogni tanto le loro stragi, di morti innocenti da compiangere ne abbiamo molti di più per altre cause tipo la criminalità, o gli incidenti stradali o sul lavoro; se noi ci comportiamo nel modo giusto, non possono fare danno alla nostra società.

Cosa dobbiamo fare, dunque?
- non rinunciare a vivere serenamente la nostra vita: continuiamo a prendere aerei, treni, metropolitane, ad andare per turismo nelle capitali europee, per esempio, nonostante le minacce di attacchi terroristici.
- non lasciarci andare all'odio verso gli stranieri. anzi, continuiamo a incoraggiare il dialogo, perché solo così possiamo sostenere la gran maggioranza di brave persone che si trova a vivere in paesi in cui l'integralismo islamico impera.
- non accettare che in nome della "sicurezza" vengano passate leggi o pratiche che ledono i diritti fondamentali delle persone.
- opporci al principio del sospetto verso tutti a priori, alle misure di sicurezza fatte per trattare tutti come terroristi; i terroristi veri sono una esigua minoranza, non dimentichiamolo.
- continuare a credere nella diplomazia e nella politica internazionale multilaterale.
- difendere la laicità dello stato, il diritto all'espressione e alla critica.

Non dobbiamo temere i terroristi, fintanto che ci comportiamo bene qualcuno di noi potrà anche venire ucciso, ma il nostro mondo sarà salvo, e non perderemo le grandi conquiste che abbiamo fatto nei secoli, come quelle dell'illuminismo.

La mia risposta al terrorismo è quindi, semplicemente: io non ho paura

sabato 8 settembre 2007

Se il test è sbagliato

Due righe di commento sui commenti al fatto che ci fossero degli errori nel test d'ingresso a medicina (tra l'altro sarei curioso di sapere quali sono gli errori, visto che erano nelle domande di matematica e di fisica)

Sono d'accordo con il prendersela con l'organizzazione in generale, perché se succedono cose simili è perché il test viene scritto da gente non competente, o più probabilmente, viene preparato con trascuratezza: anche i prof. bravi talvolta sbagliano, ma se diversi prof. bravi preparano, rileggono e ricontrollano le domande gli errori alla fine non dovrebbero esserci.

Però l'idea di chiedere la ripetizione del test mi sembra sbagliata, è solo per incoraggiare le lamentele di chi non l'ha passata.

Se c'è una domanda sbagliata nel testo d'esame, le due possibilità che hai sono:
- sai la risposta, ti accorgi che quelle proposte non vanno bene, la salti e tiri avanti.
- se non sai la risposta, e sai di non saperla, tiri avanti.

Se ti blocchi è perché stai cercando di andare per esclusione o simili senza sapere la risposta, e comunque non sei convinto di quello che sai ... e alla fine sono problemi tuoi.
(tra l'altro una domanda di fisica o di mate di norma non richiede tanta memoria, solo di sapere i principi, fare il ragionamento e i conti giusti ... non è roba da andare per esclusione tipo "chi ha scritto la poesia X?" o "in che anno c'è stata la battaglia di Y?")

Sapere cosa sai e cosa non sai fa parte della preparazione per affrontare un esame, ed è in generale assai importante anche per un futuro medico: un dottore che non sa di essere poco preparato su una malattia potrebbe prendere una decisione sbagliata invece di informarsi, chiedere consigli o passare il caso a uno più competente

E anche il rendersi conto che gli altri possono sbagliare mi sembra utile nella vita di un medico: per esempio può capitare che un medico sia convinto che un paziente abbia la malattia X, lo manda a fare una diagnosi per confermare e il tecnico del laboratorio dell'ospedale barri la casellina sbagliata nel foglio dei risultati, indicando la malattia Y... mai accettare acriticamente quello che ti arriva.

Insomma, se non siete passati al numero chiuso c****i vostri.

Chi dobbiamo mandare a fanculo?

Lasciatemi esprimere qualche opinione in liberà sulle tre richieste del V-Day di Grillo.

Ineleggibilità dei condannati in via definitiva
Certo, non va bene avere dei condannati, specie per reati di mafia, in parlamento. Però secondo me il problema non è che sono eleggibili ... è che sono eletti. In altri termini, il problema grosso è che c'è gente che vuole avere in parlamento delle persone anche se sono disoneste. Il fatto che talvolta ci siano le liste bloccate complica un po' le cose, però uno dovrebbe comunque astenersi dal votare quel partito e/o, se per altre cose si sente rappresentato da quel partito e non si hanno alternative valide, lamentarsi presso il partito stesso chiedendo che i delinquenti siano tolti dalla lista.
Il fatto che a un disonesto possa convenire di votare un candidato disonesto non è una scusante: i disonesti dovrebbero essere una minoranza e quindi candidati disonesti non dovrebbero venire eletti; se non sono una minoranza, è un problema grosso anche più del fatto che abbiano dei rappresentanti in parlamento.

Comunque, visto che il problema più grosso è più difficile da risolvere perché richiede di cambiare la società invece che una legge, si può forse anche fare la legge, ma per come mi pare formulata la proposta sono nemmeno tanto convinto che sia giusta: detta così, eviterebbe per esempio la possibilità di rendere eleggibile una persona che da giovane s'è macchiata di reati e poi si è pentita, ha espiato ed è ora in regola (p.es. il figlio di un mafioso che da giovane viene arrestato, passa vent'anni in carcere e decide di darsi alla vita onesta); però sono d'accordo che quelli che non hanno ancora pagato per i loro reati dovrebbero prima pagare e poi eventualmente farsi eleggere.

Limite dei due mandati
Mi sembra sbagliato: se uno è bravo a fare il suo mestiere mi sembra giusto che continui a farlo. E' utile che ci sia ricambio, ma dovrebbero pensarci i partiti a farlo mandando in parlamento oltre ai veterani una buona parte di giovani, eventualmente anche meno bravi dei vecchi ma che devono fare esperienza, altrimenti non possono migliorare.

In mancanza di un iniziativa del genere da parte dei partiti può essere pensabile richiedere una "quota giovani" nel parlamento, riservata alle persone che non sono mai state elette prima, un po' come in alcuni paesi c'è un vincolo sulla frazione di donne in parlamento; sinceramente le quote non mi piacciono, le cose dovrebbero funzionare bene anche senza (a parte casi sfigati, e concettualmente diversi, tipo le assunzioni dei disabili nelle aziende), per esempio in questo caso i partiti e gli elettori dovrebbero capire che è utile che i loro giovani facciano esperienza sul campo.

Elezione diretta dei candidati
Già a suo tempo avevo espresso le mie perplessità su questo punto: io trovo abbastanza insensata l'idea che la rappresentanza nel parlamento nazionale sia collegata con il posto in cui uno vive; a parte per portare avanti il provincialismo, a cosa serve eleggere un rappresentante dei Pisani in parlamento?
E poi teniamo conto che anche con sistemi maggioritari o simili ci sono in una circoscrizione meno candidati che partiti, quindi il votare il candidato restringe persino le tue possibilità d'espressione politica. Un esempio può essere una circoscrizione in cui il candidato dell'Ulivo è della Margherita e uno vorrebbe votare Rifondazione o viceversa: uno dovrebbe votare per mandare in parlamento una persona che si trova a 30° di separazione angolare dal partito in cui si identifica, sarebbe meglio poter votare solo il partito. E fare un maggioritario con tanti candidati non funziona, le minoranze distribuite uniformemente sul territorio non ricevono alcuna rappresentanza. Nel maggioritario i diversi partiti di una coalizione riescono a spartirsi le candidature in modo da cercare di avere rappresentanti anche delle minoranze, scegliendo i candidati dai partiti con probabilità proporzionale alla base elettorale, e distribuendoli nel posto giusto per facilitarne l'elezione... non mi pare un meccanismo più pulito delle liste chiuse, e in più c'è il rischio che se l'elettorato non si comporta come la coalizione pensava tutto vada a ramengo.

Una soluzione sarebbe fare le elezioni nominative su base nazionale, ma con centinaia di onorevoli da eleggere ci sono dei grossi problemi, perché la lista dei candidati di ogni partito dovrebbe essere enorme:
- Come potrebbe il singolo elettore conoscerli tutti? è assai più facile conoscere i partiti.
- Ciascun elettore dovrebbe votare il candidato che preferisce: anche tenendo conto delle differenze di valutazione dei singoli elettori, probabilmente le preferenze finirebbero a ben pochi dei questi candidati, e per completare il numero di seggi saresti costretto a prendere (su base proporzionale per partito?) persone che hanno ricevuto ben poche preferenze.
Se non hai una qualche forma di recupero delle preferenze in eccesso oltre a quelle necessarie per eleggere un candidato le strategie ottimali per gli elettori diventano un casino, in quanto dovrebbero cercare di distribuire le proprie preferenze più o meno uniformemente fra i candidati che possono eleggere (tenuto conto della base elettorale del partito)... orrore.

Insomma, in conclusione:
- se il tuo partito funziona usa i seggi che ottiene con le elezioni per mettere delle persone che rappresentano bene il suo elettorato, e può anche inserire un congruo numero di giovani a fianco dei vecchi (*), e scegliendo persone con background diversi e quindi in grado di avere, integrando sul partito, una buona visione dei problemi da tutti i punti di vista
- se il tuo partito non funziona o cambi partito o ti lamenti con loro per ottenere che funzioni.

(*) non parlo delle quote donne perché tutto sommato mi pare offensivo nei loro confronti l'idea che uno debba mettere apposta un numero di donne nel parlamento, come se fossero un peso come nelle partite di calcio a scuola; se la capacità politica non dipende dal genere, e se le possibilità diventano uguali grazie alla divisione del lavoro in casa, agli asili nido, alle leggi di tutela della maternità e simili le donne dovrebbero finirci naturalmente, in quantità proporzionale alla quantità di donne con vocazione politica rispetto agli uomini.

Quindi capisco la voglia di gridare vaffanculo, ma non ho intenzione di firmare la proposta di legge. Apprezzo lo sforzo di Beppe Grillo nel farci notare i problemi, ma con tutto il rispetto non condivido le sue risposte a quei problemi; i problemi secondo me non sono nelle leggi, sono nei partiti e nella società, e per risolverli devi cambiare quelli (e almeno per i partiti dovrebbe essere possibile farlo, magari gradualmente; o quantomeno ci si prova).

venerdì 7 settembre 2007

C'è chi ci prova...

La correzione degli scritti d'ammissione in SNS è finita.

Fra le varie curiosità trovate durante la correzione, rigorosamente anonime:
- una lettera polemica che accusa la Scuola di sostenere "il sistema" richiedendo una prova scritta di fisica che può essere superata solo da chi ha avuto i soldi per pagarsi delle lezioni private di fisica prima dell'esame.
- una lettera di 6 facciate per un'amica ... peccato che tutti i fogli andassero consegnati e protocollati, per cui l'amica difficilmente potrà leggere la lettera.
- una lettera di polemica contro l'americanizzazione della nostra istruzione per colpa della Moratti
- ringraziamenti per il panino, firmati "C. J. Sparrow"
- un triangolo di tartaglia fino all'ordine 19
- alcune freddure e un disegno di una donnina (non nuda) per tirare su di morale quelli che dovranno correggere i compiti.
- uno studente del classico che si scusa per non aver saputo risolvere gli esercizi, e per il tempo che perderemo a correggere il suo compito.
- uno che inizia a chiedersi come mai è andato a fare lo scritto
- uno che usa la catapulta al contrario, lanciando la massa grande invece di quella piccola
- uno che scrive "Non ho le conoscenze per risolvere questi esercizi", poi si lamenta per una decina di righe e conclude "ma ci provo comunque", lo fa e raccatta pure qualche punto (pochi, però).
- qualcuno che consegna tutti i protocolli perfettamente bianchi
- chi scrive che gli sarebbe tanto piaciuto entrare alla scuola, possibilmente assieme alla sua ragazza che provava anch'ella il concorso, e si rammarica di non saper risolvere i problemi, ma promette che imparerà a risolverli in futuro.
- chi si accorge di non essere abbastanza preparato e si ripropone di riprovarci l'anno prossimo meglio

Eccovi anche un disegnino esplicativo della soluzione del problema II, alla cui correzione ho partecipato, tentato da quasi tutti i 400+ partecipanti, fatto decentemente da pochi e tutto giusto solo da 2.
catapulta

mercoledì 5 settembre 2007

Il cerchio si chiude?

Scuola Normale. Sul tavolo della stanza del Gran Priore c'è una pila di diverse centinaia di scritti di Fisica del concorso d'ammissione al corso ordinario per l'anno 2007/2008. Intorno a quel tavolo ci sono otto persone che, armati di pazienza e biro rossa, leggono tutti quegli fogli protocollo di formule, spiegazioni e scarabocchi per cavarne dei voti e dei numeri da ammettere all'orale (le buste sono anonime, identificate solo da un numero progressivo).

Una di queste otto persone quest'anno sono io.

"Incastrato", direte, ma alla fine mi sembra sensato fare la mia parte nel concorso d'ammissione (anche se significa perdere diverse intere giornate a correggere scritti); e anzi, trovo un po' fastidioso che la maggior parte dei professori e ricercatori faccia così poco per gli studenti che non sono della propria materia... però non è di questo che voglio scrivere.

Sei anni e qualche giorno fa mi recavo qua a Pisa a provare questo stesso concorso d'ammissione, per cui mi ero preparato un po' durante le vacanze, e che ritenevo abbordabile ... ed è così che ho finito per passare 5 anni in questa città (lasciamo perdere per ora l'ultimo anno, la cui storia è diversa).

I've been waiting for you, Obi-Wan.
We meet again, at last. The circle
is now complete.

Darth Vader, in "A New Hope"


Che effetto fa ? (tralasciando la noia e l'alienazione di correggere centinaia di volte il medesimo problemino di meccanica)

E' assai diverso dal correggere i compitini di Fisica I del corso interno, cosa che m'era già capitata questa primavera: là c'era soprattutto la stranezza del dover dare un voto a persone con cui magari avevi chiacchierato in amicizia a mensa poche ore prima; qua i compiti sono anonimi e quasi nessuno dei candidati rivedrà il suo compito corretto, quindi è assai più agevole scrivere semplicemente qualche "no" e assegnare zero punti dopo aver letto qualche facciata di conti e spiegazioni sbagliate.

Più che riflettere su chi ha fatto lo scritto pochi giorni fa, mi trovo a riflettere su di me: che differenze ci sono fra l'io che scriveva in biro blu sullo scritto sei anni fa e l'io che vi scrive in biro rossa ora?
La risposta breve è: "personalmente, poche; però il mondo è girato parecchio nel frattempo", che quasi mi fa pensare a quella mezza strofa
And then one day you find ten years have got behind you.
No one told you when to run, you missed the starting gun.

Quando la correzione sarà finita probabilmente scriverò un altro articoletto per raccontare invece le curiosità trovate nei compiti: disegnini, frasi spiritose, lettere di vario genere, triangoli di tartaglia.

sabato 1 settembre 2007

Addio monti ...

Le vacanze sono finite, ed è tempo di ritornare al mio posto... da domani, Domenica, sarò di nuovo nella vecchia Pisa, anche perché lunedì dovrò contribuire alla correzione delle centinaia di esami scritti di Fisica di coloro che aspirano a vivere i loro prossimi cinque anni alla Scuola.

Eccovi il secondo collage di foto dalla montagna, con meno laghi e più animali selvatici rispetto al precedente.
Lo stambecco e la marmotta con il piccolo sono entrambe dalla stessa gita, il Colle della Rossa, la migliore ch'io conosca per gli incontri faunistici nella valle di Cogne; se passate da quelle parti prendetela in considerazione.




Lasciatemi ora fare una digressione sul titolo di questo post: sono in pochi in Italia ad apprezzare veramente Manzoni, che lo anteporrebbero ad almeno qualcuno degli altri grandi della letteratura italiana tipo Dante, Petrarca, Leopardi, Foscolo, Pirandello, Ungaretti; e infatti nemmeno a me piace, sia per ragioni estetiche che di principio (non condivido la filosofia dei Promessi Sposi, dove il "non fare nulla a parte pregare e aspettare che la provvidenza sistemi tutto" di Lucia viene presentata come la via giusta per affrontare le difficoltà, mentre il "darsi da fare" di Renzo è guardato con sospetto e disapprovazione).
Ma allora perché ci si trova tutti, me incluso, a citare Manzoni? spesso ci sarebbero citazioni alternative: per esempio avrei potuto intitolare il post "Ho visitato le mie montagne..." prendendo dall'ultima delle Lettere di Jacopo Ortis, a parte che forse porterebbe un po' sfiga ... o qualcun altro, o anche usare un titolo moderno riprendendo una canzone o un film, o .... maledetta congiura manzonofila, ci fanno studiare troppo Manzoni a scuola per riuscire a sfuggirgli.
Non nego che anche Manzoni sia importante per la letteratura italiana, però magari potremmo ridurre le dosi, no?