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mercoledì 28 gennaio 2009

Two suns in the sunset

Se si potesse dare una ragione e un torto ai popoli, commentare la situazione in palestina non sarebbe così difficile: ha torto il popolo palestinese ad affidarsi a un'organizzazione terroristica come Hamas, ha torto il popolo israeliano ad affidarsi a un governo che affronta il problema palestinese con bombe e carri. Il fatto che Hamas non faccia solo terrorismo ma anche cose buone non ne salva la morale così come un dittatore non è mai accettabile anche se fa anche del bene. E se si può comprendere che un privato cittadino possa pensare 'ammazziamoli tutti questi bastardi terroristi', un paese deve essere più saggio non può lasciarsi andare a soluzioni facili e sbagliate (o quantomeno inefficaci). Se si potesse dare le colpe ai popoli, hanno entrambi torto ma se entrambi vogliono la distruzione propria e dell'altro, beh, che s'ammazzino pure, sono maggiorenni.

Ma le cose non sono così semplici, perché in realtà quello che esiste sono gli esseri umani, non i popoli, e la maggior parte - spero - degli esseri umani su entrambi i fronti non vuole l'annientamento dei propri nemici, specie non al prezzo dell'annientamento anche dei propri concittadini.
Certo, i cittadini di entrambe le parti dovrebbero avere il coraggio di opporsi alle decisioni sbagliate che prende 'il loro popolo'; votarsi dei governi migliori, fermare con la protesta civile una guerra sanguinaria e sbagliata, rifiutare l'aiuto di chi dice di prendersi cura di loro ma ha le mani sporche di sangue innocente inutilmente versato, opporsi a tutto ciò che allontana gli esseri umani solo perché sono al di qua o al di là di una linea su una cartina, per le loro origini o il loro credo.
Purtroppo non è facile, quando i kamikaze e i pazzi minacciano tutti i giorni di toglierti la vita o i tuoi cari (anche se pure in israele gli incidenti stradali o il fumo fanno probabilmente più morti). Non è facile quando la tua casa è stata distrutta da un tank e gli unici che ti danno una mano lo fanno sotto il nome d'Hamas.
Noi che viviamo nella tranquilla Europa possiamo pure provare a chiederci se ce l'avremo o no quel coraggio, ma certo non possiamo rispondere; chiediamoci piuttosto se possiamo fare qualcosa.

Temo che se non emerge una chiara volontà da parte dei cittadini di entrambi i lati a cambiare completamente rotta, le teste calde da entrambi i lati continueranno a prevalere, e i morti ad aumentare.
Sentivo per esempio ieri sulla BBC che le previsioni elettorali in Israele danno i falchi per grandi vincenti, nonostante la guerra, mentre sinceramente io mi sarei aspettato l'opposto, che la gente preferisse votare qualcuno che non fa centinaia di morti civili innocenti solo per dare ai suoi concittadini l'illusione di una maggiore sicurezza.

Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

[Bob Dylan]



(e se vi chiedete perché il post s'intitola "Two suns in the sunset", andatevi a sentire l'omonima canzone dei Pink Floyd, da "The Final Cut")

giovedì 9 ottobre 2008

Più chiaro


Sul giornale gratuito "20 minuti" che ho letto stamani in autobus c'era un articolo sull'ultimo dibattito in TV fra Obama e McCain.

A quanto pare, circa 2/3 degli intervistati dopo il dibattito hanno detto che trovavano Obama più simpatico, più intelligente e più chiaro (sic).
Problema razzismo risolto?

martedì 8 aprile 2008

Pechino 2008: COSA volete spegnere?

Alla fine i manifestanti sono riusciti nel loro intento: bloccare e spegnere la fiaccola olimpica. Contenti?
Io no: sempre meglio di quando l'hanno spenta quelli della no-tav, però la fiaccola olimpica spenta mi fa una grande tristezza...

Io sono d'accordo con l'organizzare manifestazioni (pacifiche) contro quanto sta accadendo in Tibet, e anche nello sfruttare la cornice mediatica delle olimpiadi per farle risaltare; e quindi mi va benissimo che si manifesti lungo il percorso della fiaccola olimpica.
Io sono anche d'accordo nel chiedere che i nostri capi di stato e ministri facciano capire chiaramente al governo cinese che si deve comportare diversamente - e non solo in Tibet - se vuole essere considerato un governo democratico e non un regime.
E sono pure d'accordo che il CIO colga l'occasione per esprimersi contro quanto accade in Tibet, cosi' contrario agli ideali di pace e fratellanza che animano le olimpiadi, e che magari collabori persino alla mediazione; e infatti cosi' sta avvenendo.


Ma, oltre a non avere nulla contro la maggior parte dei Cinesi, che penso farebbero volentieri a meno del regime e delle sommosse in Tibet, non ho nulla contro le olimpiadi.
Le olimpiadi, come ho già detto, sono per me qualcosa di positivo, ovunque esse vengano fatte - anche se le stessimo facendo dentro il covo di Bin Laden; dentro lo stadio sono tutti atleti liberi e uguali, in competizione ma non in guerra.
Certo, sarebbe stato meglio scegliere un'altra nazione, ma questo non cambia le cose.


Trovo profondamente sbagliato che i manifestanti vogliano bloccare la fiaccola olimpica, che vi siano scontri violenti con la polizia. E' completamente sbagliato: chi e' contro le violazioni dei diritti umani, contro le guerre e contro la violenza, dovrebbe portare avanti la fiaccola, non spegnerla. Portatela piuttosto accesa davanti all'ambasciata cinese assieme a uno striscione "le olimpiadi sono per la pace - fermate le violenze in Tibet" o simili.

Scusate, ma se non ci fossero le olimpiadi cambierebbe qualcosa nella vostra posizione sull'operato del governo cinese, su cosa accade in Tibet e sulle violazioni dei diritti umani in Cina? Spero di no.

domenica 17 febbraio 2008

Perché Obama?

Vedo che anche se non scrivo quasi mai nulla, appena scrivo qualcosa la gente lo legge - e risponde pure!
E visto che la mia contro-risposta è lunga, tanto vale farla diventare un articolo.

Distinguiamo le due questioni:
a) chi vorrei che vincesse le elezioni in USA
b) come si doveva chiamare il circolo.

Se mi chiedete chi fra Obama e la Clinton ha più abilità politica, e chi saprebbe amministrare meglio l'america, è la seconda a vincere; Obama al massimo è più bravo a parlare alla gente. Certo, la Clinton ha votato a favore della guerra in Iraq, senza che vi fossero motivazioni plausibili o un serio dibattito, ma non è questo a condizionare la mia scelta.

Il fatto è che nella politica del giorno d'oggi, la capacità politica e il saper fare le cose conta solo fino a un certo punto; soprattutto se il cittadino medio (italiano o americano) vede il mondo e la politica è assai diversamente da come lo vediamo noi persone informate, istruite, e abituate a un fare un esame critico di ciò che sentiamo.

Prodi ha dato prova di capacità politiche a tenere in piedi per più di due anni una coalizione con dentro moltissimi mentecatti, e ha risanato l'economia italiana - ma non è riuscito a farsi apprezzare, né ridurre il disprezzo e la sfiducia di moltissimi italiani verso la politica, e nemmeno a far loro percepire i risultati positivi ottenuti dal suo governo.

Gli stati uniti potrebbero essere un grande paese, foss'anche per tutti i cervelli che importano, ma sono conciati pure peggio di noi.
A inizio 2007, il 50% degli americani pensava tutt'ora che Saddam fosse implicato nell'attentato dell'11 settembre, segno che la verità e i fatti hanno poca presa sui telespettatori.
La propaganda fomenta la paura del terrorista, del crimine, della recessione.
All'estero l'America è odiata da molti e disprezzata da quasi tutti gli altri - a ragione, peraltro. E quelli che l'ammirano e la citano come modello spesso si sbagliano, perché purtroppo oramai c'è ben poco di buono da imitare.

L'idea mia è che in una situazione come questa una persona come Obama possa fare di più per risollevare gli animi degli americani e l'immagine che gli stati uniti danno di sé sia all'interno che all'esterno dei loro confini.
Mi sembra che questo giovanotto, per quanto un po' vuoto, possa aiutare il paese a credere in se stesso e ad avere una visione più positiva della sua politica.
Alla fine, nel mondo mediatico in cui siamo, non importa che il presidente sia un un genio dell'economia o un Machiavelli della politica - alla mancanza di quei talenti possono supplire collaboratori competenti (e onesti) - quello che serve ora è un presidente che, oltre ad essere onesto e avere buoni fini, sappia anche parlare nel modo giusto.
Non è populismo, è psicologia - il morale è importantissimo per mandare avanti una nazione, proprio come lo è per una squadra sportiva.
In cima al suo sito Obama dice "vi chiedo di credere che voi potete cambiare l'america". E credo che in questo sia meglio lui della Clinton, e che sia proprio di questo che l'america ha bisogno.
Io sono contrario agli arringapopolo, che usano le loro capacità comunicative per i fini sbagliati e sottraggono alle folle l'utilizzo della loro ragione tramite inganni e artifici; ma non mi pare che Obama rientri in questa categoria - a differenza di Mr. B, che temo proprio sarà il nostro futuro presidente per cinque anni.

Spero di aver chiarito perché fra Clinton e Obama preferirei Obama come presidente degli stati uniti. Questo non vuol dire che Obama sia modello da imitare, ma solo che fra i due candidati democratici forti preferisco lui.

Veniamo ora al circolo del PD e al suo nome. Non è che "Barack Obama" mi sembri un gran nome, e lo ritengo in gran parte una trovata pubblicitaria (funzionante - se si fosse chiamato "Rosa Parks" o anche "Enzo Biagi" scommetto che nessuno di voi avrebbe risposto sul blog).
Io avrei preferito Tim (che è inglese, non americano!) ma non se lo sarebbe filato nessuno - figuratevi che persino in una classifica delle "50 persone più importanti per internet" l'avevamo messo solo al 47-esimo posto.
Fra le persone popolari al momento, Obama ha pur sempre un messaggio non tanto lontano da quello che anima il PD: portare un cambiamento positivo nella politica e - cosa essenziale e inscindibile - nella visione che i cittadini hanno della politica stessa; Carla Bruni è più bella e ugualmente popolare, ma non si adattava altrettanto tanto allo scopo.

Riguardo poi all'utilità del circolo on-line continuo ad essere un po' dubbioso, però se funzionerà sarà utile; quanto a me dubito che potrei mai avere voglia di andare frequentemente a un circolo di partito pisano in cui si parla di marxismo e zone a traffico limitato - mentre potrebbe piacermi discutere di politica non solo "a fondo perso" come facciamo ora qui.
Youtube e facebook sono solo delle perdite di tempo a scopo ricreativo, a mio parere, ma potrebbero aiutare a raggiungere persone più impervie alla parola scritta in nero su una pagina bianca - un po' come i film possono invogliare le persone a poi leggersi il libro.

giovedì 31 gennaio 2008

Leggere fa male...

Una notizia lampo, su cui mi sono imbattuto mentre curiosavo sul sito del corriere durante la parte noiosa di un workshop a Perugia.

Uno studente Afgano rischia la pena di morte per aver scaricato da internet un articolo critico contro il regime e averlo letto in pubblico.

Trovate l'articolo sul corriere, con un link all'indipendent che sta facendo una raccolta di firme online per protestare sulla cosa.

Una cosa minore ma non trascurabile nell'ambito dell'assurdità della notizia è che si parla di Afganistan, non di Iran o Pakistan; l'Agfanistan è dove siamo andai a esportare la democrazia sotto l'egida dell'ONU. Ci siamo riusciti così bene? Può, un governo che è supportato e tenuto in piedi dall'ONU mettere a morte uno studente solo perché non condivide alcune idee integraliste sulla condizione della donna?

Giovanni

domenica 4 novembre 2007

Ha fatto anche delle cose buone, ma..

In Pakistan Musharraf decreta lo stato d'emergenza, fa arrestare i guidici e gli oppositori e schiera i soldati per le strade [guardian,cnn,corriere,repubblica].

A questo punto come si può non pensare e scrivere del nostro Mussolini?
Del resto, come dicono diversi, ha fatto anche delle cose buone...
e poi ha fatto delle cose meno buone, o diciamo pure decisamente cattive.

Però secondo me è troppo facile cavarsela così: è vero che con le cose cattive che ha fatto, fra cui le leggi razziali e l'entrare in guerra al fianco dei nazisti, c'è poco da discutere e non si può che valutarlo in modo decisamente negativo.
Ma se ci limitiamo a dire che Mussolini è stato un male perché ha fatto più cattive cose che buone cose, stiamo aprendo il fianco a un'obiezione: se si fosse fermato prima di fare anche le cattive cose, sarebbe stato comunque un personaggio negativo?

Secondo me bisogna senza esitazioni dire che è è stato sempre negativo, in quanto anche mentre bonificava le paludi pontine era conmunque un dittatore (più o meno esplicitamente), che aveva preso il potere con un colpo di stato (anche se senza violenza; come in pakistan 1999, peraltro) e che aveva tolto a un popolo la sua libertà.

Anche una ipotetica dittatura perfettamente illuminata resta sempre una dittatura e quindi un male.


Per non farmi accusare di fare della metafisica, facendomi dire che nel mandare avanti il mondo contano più i fatti che i principi (cosa essenzialmente vera, e che credo anch'io), devo fare due postille al mio giudizio.
La prima: può capitare che sia il male minore e quindi magari convenga tenersela fin tanto che non si possono cambiare le cose in meglio e non in peggio (l'Iraq di Saddam era meglio di quello di oggi...), ma questo non può farci vacillare nella nostra opinione; il minore dei mali è comunque un male, anche se poi dobbiamo sceglierlo comunque.
La seconda: sono disposto a congetturare che qualsiasi dittatura, per quanto possa partire perfettamente illuminata, prima o poi degenera e inizia a fare cose sbagliate, e si può anche rafforzare la congettura aggiungendo che se la dittatura rimane in piedi arbitrariamente prima o poi finisce sempre per fare più male che bene. Dubito si possa cercare di dimostrare questo, visto che nessuno ha ancora scoperto la psicostoria, ma credo che "osservativamente" ci sono buone ragioni per credere che la congettura sia vera, almeno nella forma debole.

mercoledì 31 ottobre 2007

Venti di guerra...

Due notizie mica tanto belle:
- in Birmania la protesta continua, e nel contempo Human Rights Watch accusa il governo di servirsi di bambini soldato reclutati con la forza [repubblica, hrw, dettagli].
- gli stati uniti offrono l'immunità alle bodyguard della blackwater per le uccisioni di civili; del resto in quanto cittadini americani non possono essere processati dagli iracheni per gli accordi presi nel 2003 (una cosa veramente orrenda!), non essendo militari non possono essere processati dai tribunali militari e non avendo commesso il reato negli usa non è chiaro se un tribunale americano regolare possa incriminarli; o meglio così dice repubblica, sul nytimes da cui viene l'articolo originale le cose sono un po' più complicate.

giovedì 18 ottobre 2007

C'è un po' di guerra avanzata in frigo ...

Non si può fare lo scudo spaziale e pensare che i Russi stiano lì a guardare...
e infatti ora pare vogliano potenziare i loro armamenti nucleari. E l'unione europea ha le sue buone ragioni per non essere entusiasta dello scudo spaziale.

Intanto Bush minaccia la terza guerra mondiale; o almeno così dice il manifesto, magari esagerano, ma sono quasi più propenso a credere che esageri Bush.

Benvenuti nel nuovo grande secolo americano

Queste cose non qualche anno fa non succedevano, o ero io che non leggevo i giornali?

A questo punto mi limito a citare una vignetta da PK (#25, fuoco incrociato)

La colonna sonora adatta per questo post è dai Pink Floyd, "Two suns in the sunset"
The rusty wire that holds the cork
That keeps the anger in
Gives way
And suddenly it's day again.
The sun is in the east
Even though the day is done.
Two suns in the sunset
Hmmmmmmmmmm
Could be the human race is run.
Beh, speriamo di no...

martedì 9 ottobre 2007

che aria tira...

E' da un po' che ero troppo preso dalle cose da fare per commentare cosa sta succedendo in giro, e talvolta persino per documentarmi sui fatti.

Oggi sono riuscito a recuperare un po' il passo e quindi posso azzardare qualche commento, ahimè non troppo positivo.

Welfare: le parti sociali si sono riunite, e ne sono uscite con un accordo di cui nessuno è troppo entusiasta; ma del resto è normale, per mettersi d'accordo ognuno è costretto a cedere un po' di terreno. Ovviamente l'accordo si può cambiare se sono tutti favorevoli al cambiamento.
Ma se qualcuno ha cambiato idea, e ha delle valide ragioni per averlo fatto (tipo essersi accorto che alla "base" non piace affatto), mi pare altrettanto ovvio che non possa cambiarlo; l'unica cosa che possono fare è rimettersi di nuovo intorno al tavolo e cercare di nuovo "l'accordo ottimale" alla luce delle differenze che ci sono state nelle posizioni di tutti.
Visto che però discutere porta via tempo, non è forse il caso di partire con questo accordo, renderlo operativo e poi cercare dopo di vedere che modifiche farci e magari fra un annetto rifarne uno migliore (se è possibile)?
Anche perché lavorare in eterno per produrre un accordo "ottimale" prima di applicarlo può essere inutile visto che le condizioni esterne cambiano, e che comunque fin tanto che non lo provi non vedi veramente quanto bene funziona.
Questo peraltro vale un po' in generale per tutti gli accordi: inutile impuntarsi, meglio iniziare con qualcosa di comunque decente e poi nel tempo si migliorano le cose.


Mastella: ma cosa abbiamo fatto di male per meritarcelo? comunque di costui se ne parla fin troppo, io ho già espresso la mia opinione nei commenti qui; trovo anche abbastanza buoni l'articolo al riguardo di Padellaro e anche il commento di Bertinotti (che in questa legislatura, da presidente della camera, spesso si comporta con una lucidità e responsabilità che non mi sarei aspettato visto quello che spesso fanno i nostri partiti comunisti)


Birmania. Beh, l'ONU forse è arrivato a dichiarare che non gli piace quello che succede [1], e del resto ci mancherebbe pure che dicessero che gli piace.
Qualcuno propone di ottenere l'embargo delle armi [2], che mi pare veramente il minimo che si possa fare.
Ma qualcosina di più no? non dico di mandarci i caschi blu, che farebbero solo del danno, ma invece mandarci degli ispettori in modo da costringerli a non spararare sui manifestanti, a non schiacciare i monaci sotto le ruote dei camion [3], e a tirare fuori dalle galere i prigionieri politici? Mettergli delle sanzioni commerciali vere? Bloccare i soldi che la dittatura militare di sicuro ha in tutte le nostre banche?
Il nostro baffuto ministro degli esteri dice che l'UE si sta dando da fare per fare qualcosa di serio [4], e sarei curioso di sapere cosa... ma ci tocca aspettare fino a lunedì prossimo. L'UE già da tempo ha fatto le sue dichiarazioni [5]; e ne approfitto per segnalare il sito dell'istituto studi sulla sicurezza dell'unione europea www.iss.europa.eu dove ci sono un po' di analisi interessanti.
Intanto qualcuno sa se sono stati riaperti i canali di comunicazione?

Programmi del PD su laicità e diritti: avete letto le risposte dei candidati alle domande di diamanti sul sito di repubblica? (almeno dei tre candidati maggiori)
Ora faccio il mio tentativo di sostituire le tre dichiarazioni con la media, o forse il massimo comune divisore, e le tre differenze rispetto alla media (usando un linguaggio più sbrigativo)
Media: il problema è difficile; la 194 non si cambia ma va applicata in tutte le sue parti, fra cui la prevenzione; la legge sulla fecondazione assistita non è un gran che, e si cercherà di migliorarla un po'; i Dico sono per ora un decente compromesso fra le diverse parti.
Bindi: "non si fanno guerre ideologiche sbandierando valori, che nella pratica sono negati" (che non mi è tanto chiaro cosa voglia dire); i Dico vanno forse bene così
Letta: il ddl sui Dico è una giusta mediazione; "la priorità è rappresentata dagli interventi a sostegno della famiglia, dei figli e della natalità" (che significa che le coppie di fatto etero vanno bene ma i gay no?)
Veltroni: c'è problema delle donne che ricorrono all'aborto per ragioni sociali ed economiche; i Dico sono un un punto di partenza per il confronto, e non c'è contraddizione nel sostenere sia i conviventi (anche gay) sia la famiglia tradizionale.
Beh, nonostante il mio sforzo a cercare qualche differenza, hanno detto quasi la stessa cosa... capisco che sia in parte naturale, ma in situazioni come queste quello che gli elettori delle primarie vogliono sono le differenze fra le opinioni e non la loro media, perché quella viene eletta comunque.

Non parlarmi, non ti sento: Fini dice che se il governo non casca non si vota (e fin qui è ovvio) e magari si dialoga pure; geniale, la vecchia camicia nera, forse un giorno capiranno davvero che il parlamento è fatto proprio per quello: discutere e giungere a mediazioni fra tutti i portavoce delle opinioni degli Italiani.

Dopo i politici, i rom: Grillo, dopo aver sparato sulla casta e sollevato una discussione tale da guadagnarsi la copertina del vernacoliere, ora se la prende con i rom e invoca "i sacri confini della partia"; bello davvero ... sembra di sentire Borghezio; se fa una lista civica magari riesce a rubare anche i voti della lega.
Fossi stato un suo fan m'avrebbe fatto tristezza.

domenica 7 ottobre 2007

Peace is just a walk?

Sabato sera guardando la pagina di repubblica online per vedere le cattive notizie per l'indomani, mi sono ricordato che oggi, domenica, c'era la marcia della pace Perugia Assisi... e ho pensato che mi sarebbe piaciuto andarci.
Il sito di Trenitalia, però, era scoraggiante, sembrava sostenere che non c'era per me alcun modo per raggiungere la marcia prima che partisse (9:00), visto che non ci sono treni validi prima delle 6:30 del mattino. Però dopo l'una di notte, al ritorno dal cinema, ho giocato un altro po' con il sito delle ferrovie e con la mappina del percorso, e ho concluso che un modo c'era: partendo prima delle 7, con due cambi "volanti" (uno di soli 8 minuti!), si poteva arrivare alle 10:30 a Perugia San Giovanni, intercettare il corteo e percorrere gran parte della marcia.

Ho preparato lo zaino, ho puntanto una sveglia alle 6:15 e visto che erano già le 2:00 ho provato ad addormentarmi in fretta (con risultati deludenti).


Miracolosamente i treni si sono incastrati a dovere, nonostante quello prima del cambio di 8 minuti avesse 15 minuti di ritardo annunciato, e così alle undici meno venti ero nella coda del corteo.


Essendo da solo ho camminato più velocemente, per cercare di vedere tutto il corteo attraversandolo.
Il corteo era variopinto: bandiere, striscioni, magliette (preferibilmente rosse) e anche qualcosa di più stravagante, come potete vedere dalle foto su picasa.
Altre alle bandiere iridate della pace e a quelle delle organizzazioni umanitarie (a parte emergency, che non aveva bandiere ... ma in compenso aveva uno share enorme su magliette, cappellini e zaini), c'erano le bandiere di partiti e simili (verdi, prc, sinistra giovanile = giovani ds, sinistra democratica, ...), dei sindacati, di legambiente, di sardi, palestinesi, tibetani, gli ex partigiani, i gonfaloni dei comuni, che guevara, ...
Da parte mia, ero "in borghese", con solo una anonima maglietta rossa.






Nonostante a tratti il cielo fosse pieno di nubi nere, spesso splendeva il sole e non ha mai piovuto, rendendo la marcia piacevole; a causa di questo sono sorpreso che ci fossero molti pochi bambini in marcia: erano 24km in piano, meno faticosi di una vera gita in montagna, alla portata di tutte le persone di buona volontà con scarpe comoda. Se io avessi avuto dei bambini in grado di fare la passeggiata, molto probabilmente ce li avrei portati, mentre magari non l'avrei fatto se fosse stata una piovosa giornata d'inverno o un cammino assai più duro (fargli odiare la marcia sarebbe stato diseducativo), o se fossero stati troppo piccoli (è carina l'idea di marciare con il passeggino o un bimbo in spalla, ma magari il bimbo non capisce e non apprezza).

Gli scout cattolici dell'AGESCI, camicie blu e "promessa" intorno al collo, erano tantissimi, una porzione considerevole del totale dei marcianti; con mio sollievo però c'era anche qualche scout laico del CNGEI (io che non credo ho fatto al CNGEI un anno di "lupetti", la categoria d'età prima degli scout; però il mio gruppo era noioso, ci facevano cantare moltissimo e non ci facevano quasi mai camminare o fare cose da "giovani marmotte", e quindi poi ho abbandonato).

Lungo il cammino c'erano tendoni delle associazioni umanitarie, baracchine della porchetta, bancarelle che vendevano cibo equo e solidale (a cui ho attinto per sostentarmi in quanto m'ero portato poche provviste per essere più leggero) o genericamente cibo "domestico" e comunitario, venditori di bandiere e magliette di ogni sorta, distributori e venditori di giornali politici, e persino delle persone che regalavano davvero abbracci (non lo avevano solo scritto sulla maglietta) come in programma tv che avevo visto in Spagna.




Sono arrivato finalmente ad Assisi verso l'una e mezza, avendo quasi raggiunto la testa del lunghissimo corteo, verso l'una e mezzo dopo tre ore di cammino non interrotto
In cima mi sono finalmente seduto a riposare un pochino, a risistemarmi le scarpe perché i piedi si lamentavano (le scarpe da corsa hanno buone suole, ma alla lunga stringono troppo) e poi ho fatto un po' di turismo. Non ero mai stato ad Assisi, la cittadina è bella, anche se le diverse chiese da fuori s'assomigliano un po'; sono anche entrato nelle chiese di San Francesco (e la mia opinione è che quella inferiore è decisamente più bella) e ho girato per le viuzze, per poi salire alla rocca (con un grande striscione "Libertà per Myanmar") e sentire l'inizio dei festeggiamenti.

Me ne sono partito presto, visto che avevo ragioni per sospettare che il viaggio di ritorno sarebbe stato più lungo. In parte in questi casi è l'ansia e l'emozione (o forse in termini medici l'adrenalina) che ti fa scorrere il tempo più in fretta prima mentre dopo sembra tutto facile ma molto lento; in parte sono i treni che non sono simmetrici visto che il ritorno è durato quasi il doppio anche usando l'orologio standard invece di quello biologico (però il biglietto di ritorno è costato poco più di metà di quello d'andata, quindi ha senso), e dopo aver cenato con panino alla porchetta a Firenze un pacifico e lento regionale m'ha riportato verso le 10 di sera a Pisa. (però mi irrita che ci possa volere 1h30 per pisa-firenze se firenze-venezia sono 2h40 anche con un treno senza supplemento)

Finita la descrizione, lasciatemi però fare un po' di commenti di concetto, visto anche che alcune delle foto sono scelte proprio per quello.

Sinceramente non credo che legambiente, la cgil, o l'associazione dei genitori di bambini autistici o simili siano poi così intrinsecamente collegate con la pace; c'erano persino dei manifesti su cosa la regione umbra avrebbe dovuto fare o non fare con le acque di un qualche fiume, una problematica del tutto avulsa.
C'è una grande tendenza a fare un minestrone di cose genericamente "buone" che mi ricorda gli integratori di vitamine e minerali: credo sia il caso di rendersi conto che pace, giustizia, diritti umani, uguaglianza, felicità, ambientalisimo e compagnia varia, pur essendo tutti "bene", sono cose distinte; e che se uno di norma è a favore di tutte, questo non basta a risolvere tutti i dilemmi possibili: per esempio il caso di una dittature in cui c'è pace e una certa dose di uguaglianza e diritti (p.es. l'Iraq prima della guerra) in cui avviene una rivoluzione violenta; se i monaci della Birmania invece di marciare pacificamente avessero risposto al fuoco dei poliziotti, o molti sarebbe forse stato per loro comunque, ma non tutti; e se avessero iniziato una rivolta violenta, la situazione sarebbe stata ancora più complicata. Non dico che uno debba dare un'espressione quantitativa di quanto pesa i relativi "beni" per valutare le cose, anche perché sarebbe probabilmente impossibile e in larga misura inutile; ma dichiararsi a favore di una singola cosa "senza se e senza ma" ha un significato preciso (e molto drastico, che non credo rispecchi veramente i pensieri di quelli che talvolta lo gridano ai cortei), e dichiararsi "senza se e senza ma" per più di una cosa non vuol dire assolutamente nulla.
Di certo prima o poi vorremo tutti questi beni, e sarà anche forse vero che non si può avere solo alcuni di questi beni senza altri (ma non ne sono così convinto, almeno per tempi scala di una vita umana), ma rendiamoci conto che il cammino, specie in paesi "sfortunati" può essere lungo e comportare magari anche temporanei regressi in alcuni beni.
Comunque in questo corteo c'era molta tolleranza, marciavano assieme sostenitori del Che e di Ghandi, e spero si rendessero conto delle differenze abbastanza profonde fra di loro.

Veniamo ora alla questione palestinese: oltre a tante bandiere normali c'era persino una bandiera enorme portata come striscione da un folto gruppo; e ovviamente non c'erano bandiere israeliane. Questo, secondo me, era decisamente incoerente con l'idea di "pace": da entrambi i lati ci sono morti innocenti, e gruppi forti che si oppongono al negoziato (la destra israeliana, e hamas che non vuole riconoscere l'esistenza di Israele), che per la difficile situazione riescono talvolta anche a vincere le elezioni... portare i colori di solo uno a questa manifestazione è sbagliato, anche perché la pace ci potrà essere solo con un accordo di entrambi (o quando saranno riusciti a sterminarsi completamente a vicenda ...vedi "Two suns in the sunset, Pink Floyd: "ashes and diamonds / foe and friend / we were all equal / in the end"); se trovo un po' di tempo di giocare con il fotoritocco vi produco qualche tipo di bandiera ibrida che avrei preferito vedere, ma alla fine mi sarei anche accontentato di vedere le due bandiere legate assieme alla stessa asta.

Poi passiamo alla protezione civile e soprattutto ai partigiani. I partigiani sono stati di fatto, e forse anche di nome, un reparto dell'esercito italiano; nonostante questo, io sono convinto che non fossero fuori posto nel corteo, anche se magari altri avrebbero potuto pensarlo. Il fatto è che anche il singolo concetto di "pace" è scivoloso... per citare fatti più recenti della resistenza italiana, la guerra in Afghanistan e Iraq, sono state fatte "per la pace" nell'ottica di alcuni, ma non di altri (un po' come il WTO è contro la povertà nel mondo tanto quanto i no global, ma solo in modi diversi); e quindi anche in questo caso chiedetevi se per voi era "pacifico" fare guerriglia contro i nazifascisti invece di lasciargli conquistare il modo e tenerlo sotto qualche sorta di la "pax hitleriana": io penso di si, ma non sarei certo sbalordito di trovare altre opinioni.

E così una volta superato il vecchio partigiano, mentre camminavo riflettevo sulla questione del porgere l'altra guancia, in casi meno banali dell' uno-contro-uno in cui di solito lo si applica. Nell'uno-contro-uno, dopo che t'hanno tirato lo schiaffo, puoi rendere lo schiaffo, porgere l'altra guancia, o magari "parare"/"schivare" il prossimo schiaffo; io forse sono per la terza opzione, ma la seconda è ugualmente rispettabile (mentre l'occhio-per-occhio è forse giusto, ma pericoloso per tutti).
Se però pensate alla situazione in cui c'è un gruppo di persone e uno schiaffeggiatore (che è quasi sempre il caso reale con criminali, dittatori, guerre, ...), e alcuni degli schiaffeggiandi sono più deboli e non possono porgere l'altra guancia perché il primo schiaffo li mette già al tappeto, e c'è uno che invece può fermare lo schiaffeggiatore... beh, io sto inizando a pensare che non si possa "porgere le guance degli altri", ciascuno ha diritto di prendersi il colpo su entrambi i lati della sua faccia se lo ritiene giusto ma poi si comunque fare il bene degli altri, e se qualcuno dei deboli lo schiaffo non lo vuole questo significa che bisogna fermare lo schiaffeggiatore. Anche qui sto solo dicendo la mia opinione, le vostre possono essere diverse.


Per finire in modo meno serio, eccovi una playlist a tema con le più significative canzoni che m'ero portato da sentire in viaggio:
- Dire Straits: Brothers in arms (per la pace) e Walk of life (per la camminata)
- Pink Floyd: The gunner's dream, The post war dreams (quasi tutto The Final Cut andava benone)
- R.E.M. The sidewinder sleeps tonite [note in cui si spiega che il sidewinder è un missile, oltre che un serpente], We walk (solo per il cammino)
- Queen: One vision
- The Cranberries: War child
- Eurythmics: Peace is just a word (è bella e mi ha fornito il titolo, ma non c'enta troppo...)
Off topic, ma significative per la giornata c'erano
- Smash Mouth, Then the morning comes che, come sveglia sul cellulare, m'ha tirato giù dal letto prima dell'alba
- R.E.M. Daysleeper per le quattro ore scarse di sonno
M'ero anche preparato se qualcosa fosse andato storto con:
- Dire Straits, It never rains (ma non ha piovuto)
- R.E.M.: Bad day (serve di rado, ma quando serve spesso manca)
Ho scelto solo fra musica rock che ascoltavo in questi giorni, e ho fatto la selezione di fretta all'1:45, quindi non stupitevi delle carenze; ovviamente poi mi sono portato anche altra musica per riempire il tempo, sia degli artisti qui sopra sia dei Dream Theater.

martedì 2 ottobre 2007

Free Burma!


Free Burma!

Diamo il mio piccolo contributo a questa e-manifestazione indetta da www.free-burma.org

martedì 11 settembre 2007

Look mummy, there's an aeroplane up in the sky

[Look mummy, there's an aeroplane up in the sky]

Did you see the frightened ones?
Did you hear the falling bombs?
Did you ever wonder why we had to run for shelter
When the promise of a brave new world.
Unfurled beneath a clear blue sky?

Did you see the frightened ones?
Did you hear the falling bombs?
The flames are all long gone, but the pain lingers on.

Goodbye, blue sky
Goodbye, blue sky
Goodbye
Goodbye
[Pink Floyd, Goodbye Blue Sky]



Eccomi a scrivere il mio articolo dell'11 settembre; è già da qualche giorno che ci penso, e avrei diverse idee da scrivere, ma cercherò di tenerlo breve e lasciare il resto ad articoli da venire nei giorni successivi.

L'undici settembre, purtroppo, ha cambiato molte cose, catapultandoci in questo stato di "guerra permanente al terrorismo". La responsabilità di questa deriva non è solo degli estremisti islamici, criminali, ma anche di certi esponenti della destra americana che già da prima auspicavano una politica più aggressiva (New American Century).

I risultati li vediamo: guerre sbagliate calpestando il diritto internazionale (e il buon senso), nuovi attentati, diversi paesi che si dotano di armi atomiche, irrigidimento delle norme e creazione di leggi ad-hoc da stato d'emergenza nei paesi "civili", odio crescente verso gli islamici che sono tutti terroristi (è troppo facile invertire l'implicazione nell'affermazione, vera, che "tutti i terroristi sono islamici").

Non occupiamoci ora di cosa si propongono di fare i falchi della destra americana, però, limitiamoci alle motivazioni dei terroristi: cosa sperano di ottenere, visto che non possono ucciderci tutti uno per uno in quel modo? e neanche di farci amare la loro religione, suppongo. Inoltre non ne ricavano certo benefici economici, né riescono ad ottenere qualche concessione alla loro causa come i terroristi politici (ETA, IRA, ...) Direi anche che non lo fanno solo per raggiungere il paradiso tramite la morte come martiti nella guerra santa; altrimenti Bin Laden non si nasconderebbe.

Loro parlano di "distruggere il grande satana", "dare un'ultima spallata all'occidente", sono convinti di poter fare qualcosa contro di noi. E in effetti possono farci perdere quanto abbiamo di più prezioso: diritti e libertà personali, uguaglianza, istruzione, benessere, pace, sicurezza, fiducia nel prossimo.

Però tutto questo possono farlo solo se siamo noi a permetterglielo.
Non mi sto riferendo al combattere il terrorismo, una questione delicata su cui cercherò di scrivere qualcosa domani o dopo.
Quello che dico è che i terroristi possono anche continuare ad esistere, e a provocare ogni tanto le loro stragi, di morti innocenti da compiangere ne abbiamo molti di più per altre cause tipo la criminalità, o gli incidenti stradali o sul lavoro; se noi ci comportiamo nel modo giusto, non possono fare danno alla nostra società.

Cosa dobbiamo fare, dunque?
- non rinunciare a vivere serenamente la nostra vita: continuiamo a prendere aerei, treni, metropolitane, ad andare per turismo nelle capitali europee, per esempio, nonostante le minacce di attacchi terroristici.
- non lasciarci andare all'odio verso gli stranieri. anzi, continuiamo a incoraggiare il dialogo, perché solo così possiamo sostenere la gran maggioranza di brave persone che si trova a vivere in paesi in cui l'integralismo islamico impera.
- non accettare che in nome della "sicurezza" vengano passate leggi o pratiche che ledono i diritti fondamentali delle persone.
- opporci al principio del sospetto verso tutti a priori, alle misure di sicurezza fatte per trattare tutti come terroristi; i terroristi veri sono una esigua minoranza, non dimentichiamolo.
- continuare a credere nella diplomazia e nella politica internazionale multilaterale.
- difendere la laicità dello stato, il diritto all'espressione e alla critica.

Non dobbiamo temere i terroristi, fintanto che ci comportiamo bene qualcuno di noi potrà anche venire ucciso, ma il nostro mondo sarà salvo, e non perderemo le grandi conquiste che abbiamo fatto nei secoli, come quelle dell'illuminismo.

La mia risposta al terrorismo è quindi, semplicemente: io non ho paura

venerdì 31 agosto 2007

Varie ed eventuali

In questi giorni sono stato troppo impegnato a guardare la pioggia fuori della finestra mentre cercavo di fare gli esercizi di complementi di teoria dei campi per scrivere.

Ci sono però un po' di commenti eterogenei che vorrei fare sui recenti fatti d'attualità.

Sciopero fiscale: idea geniale, ma qualcuno ha mai spiegato ai leghisti che quando gli operai scioperano non ricevono lo stipendio, e quindi economicamente ci perdono? per "scioperare fiscalmente" dovrebbero rinunciare anche ai guadagni, e non solo a pagare le tasse. Non esiste lo "sciopero del conto al ristorante", si chiama mangiare a sbafo.

Primarie: adesso Bindi e Letta saltano fuori dicendo che chiedere 5 euro per votare alle primarie è troppo. Però questa idea geniale gli è venuta solo ora? mi pare che entrambi facessero persino parte dei 45 saggi che hanno dettato le regole, no? E comunque, è da prima dell'estate che si sà dei 5 euro, e lamentarsi ora mi sembra puro populismo "è Veltroni che vuole i vostri 5 euro per comprarsi un barca come d'Alema, noi siamo buoni e se fosse per noi le primarie sarebbero gratis, e magari vi regaleremmo anche un gelato".
Tra l'altro non sono particolarmente favorevole a tutte queste primarie "a caso" che si fanno in questi ultimi anni (quella per Prodi, quelle per le elezioni del sindaco a Genova, queste ora per il PD); anche quando si fanno senza avere già un vincitore, raramente i concorrenti hanno dei programmi chiaramente diversi e quindi si vota la persona, mentre la politica dovrebbe basarsi sulle idee e non le facce. Sono un surrogato della comunicazione fra partito ed elettorato, di discreto impatto mediatico ma vuote di contenuti: la comunicazione si risolve in una sola domanda, a risposta chiusa.

195?: I bigotti, perché chiamarli cattolici sarebbe un'offesa ai cattolici più sensati, ripartono all'attacco della legge 194 sull'aborto, dicendo che va "aggiornata"; e ovviamente prendono spunto dal clamore mediatio sollevato intorno al tragico errore di un medico (purtroppo anche i medici talora sbagliano... e, lasciatemelo dire, è fra i loro diritti di non essere infallibili, sono esseri umani... l'unico modo sicuro per evitare qualsiasi errore medico è rinunciare alla medicina). Se riescono ad ottenere un irrigidimento delle norme dovremo iniziare a mandare le poverette che vogliono abortire (e che non lo fanno certo per divertirsi) in qualche paese più liberale, come già si fa per la fecondazione assistita.
Se il PD non prende una posizione chiara a favore dei diritti delle donne su questo punto a parer mio perde la sua chance mi iscrivo al partito radicale invece che al PD, o emigro in Spagna dove c'è una vera sinistra laica e che governa pure bene. (nota: mai votato radicale, ed eviterei volentieri di farlo... però se il PD si fa accalappiare dai cardinali e i partiti più a sinistra mancano di pragmatismo non vedo dove altro possano andare i laici pragmatici)

Turchia: le vicende di questo paese raramente fanno notizia, ma a parer mio là si sta giocando una partita veramente decisiva per il futuro di dei rapporti fra l'occidente, in cui sopravvive un po' d'illuminismo, e l'islam. Se si riesce infatti a costruire uno stato laico, moderno e libero in un paese a grande maggioranza islamica, senza più bisogno che l'esercito faccia da guardiano contro l'integralismo come ora, può essere un ottimo punto di riferimento per gli islamici di buon senso, e una prova che islam e democrazia possono convivere. Se si fallisce, e ci si trova a dover scegliere fra un golpe dell'esercito per restaurare la laicità o e una teocrazia islamica integralista, siamo nei guai.

mercoledì 22 agosto 2007

L'amico Putin e l'Europa

Rispondo qua a quanto scrive Lisa sulla Russia nel suo blog; la mia risposta, infatti, è troppo lunga per metterla fra i commenti al suo post, e va un po' fuori tema.

Non ripeterò quanto già riportato o detto da Lisa, con cui concordo. E' vero, certe cose sono inaccettabili per un paese "democratico", è sbagliato che Europa ed USA si limitino al più a un rimprovero amichevole, ed è riprovevole che politici importanti di paesi democratici siano in tale amicizia con Putin come se fosse così una brava persona.

Innanzi tutto, non costituisce una scusante il fatto che ci siano problemi anche negli altri paesi democratici: gli USA, ma non solo ... anche la nostra mafia.

Purtroppo la Russia ha ottime armi di ricatto: oltre alle armi vere e proprie, che dubito pensino di usare seriamente, sono uno dei principali fornitori d'energia dell'Europa, e infine un comportamento sbagliato da parte nostra potrebbe portare a un peggioramento delle cose nella russia stessa, di cui farebbero le spese i non pochi abitanti del paese che magari amano Putin meno di quanto noi amassimo Mussolini prima della guerra.
Detto ciò, temo che non siano i ricatti a permettere a Putin di fare impunemente quello che fa: ho curiosato qualche minuto su The Other Russia e si scrive come molti dei potenti europei, non solo il nostro Berlusca, abbiano incuici con l'oligarchia russa, da cui ne traggono benefici economici.

Kasparov traccia un interessante parallelo fra mafia e il regime russo; ma la mafia non ha alcun fondamento legale (non è in teoria il governo, democraticamente eletto, di un paese sovrano), e potrebbe essere eliminata senza lasciare vuoti, mentre i potenti di un paese si possono solo sostituire (e servono dei sostituti), non eliminare.


Comunque, anche se non è facile opporsi direttamente alla Russia, alcune cose dovremmo farle:
- sostenere decisamente la libertà di informazione, stampa, e dissenso politico; oltre a impegnarci a condedere asilo politico a chi lo chieda, dovremmo aiutare queste persone ad esprimere la loro opinione dandogli più voce sui nostri media.
- punire gli intrallazzi con la Russia che ingrassano il portafoglio dei nostri potenti; quasi di sicuro, infatti, sono almeno in parte illegali. E senza regali magari Putin non sarebbe così simpatico ai nostri politici.
- darci da fare per risolvere i problemi energetici in Europa, anche temporaneamente con delle sporche centrali nucleari a fissione (visto che il petrolio gronda sangue), in modo da liberarci dal ricatto del gas russo.
- chiedere ai nostri politici non solo di parlare contro certi fatti (fin lì sono buoni tutti), ma anche di non diventare grandi amici di Putin quando conviene, e mantenere un profilo severo nelle relazioni internazionali con la Russia ... relazioni che però occorre mantenere attive altrimenti non si può fare nulla per cambiare le cose.

Purtroppo il regime russo, se così vogliamo chiamarlo, pare abbastanza insensibile alle critiche. Non sembra tanto interessato alla sua immagine democratica, più o meno come Berlusconi non sembra interessato a sembrare onesto.

C'è inoltre il problema dell'autorità: la russia è un paese sovrano, e quasi tutti i dissidenti in causa sono cittadini russi, per cui i nostri politici possono criticare la cosa, ma in pratica:
- non possiamo mandarci i caschi blu (irrealistico) né degli ispettori ONU (beh, quelli forse si, in fondo c'erano alle ultime elezioni politiche italiane!).
- le ONG tipo amnesty international possono denunciare i fatti, ma non hanno potere d'intervenire; e non abbiamo l'autorità di impedire ai Russi di ostacolarle (al massimo possiamo proteggere i loro membri se sono nostri cittadini).
- non credo che il diritto internazionale possa aiutare un russo in russia (mentre spero potrebbe se i dissidenti fossero cittadini europei).
- ovviamente possiamo aiutarli in modi un po' meno legali: finanziarli, più o meno apertamente (potrebbe essere legale), o farli aiutare dagli ambasciatori e/o dai servizi segreti (probabilmente illegale; ma in fondo la CIA addestrava i Talebani ... e se qualcuno avesse fatto scappare la giornalista in questione e l'avesse portata in salvo in un'ambasciata italiana in cui darle asilo non avrei avuto niente da ridire; e visto come la trattavano dubito avrebbero potuto alzare la voce per richiederla indietro.)

Insomma, temo che a breve le uniche cose che si possano ottenere siano: una chiara condanna di tutti questi misfatti sui nostri media, critiche nei meeting del G8, niente "grande amico Putin" e niente soldi illegali dalla Russia.
Nel lungo termine, possiamo sperare in un rinnovamento politico, o in un sollevamento di massa (che si potrebbe persino aiutare, ma all'irrinunciabile condizione che ci fossero delle ragionevoli candidature per il post-Putin)




Lasciatemi però allargare un attimo il campo del discorso. Non voglio entrare nei dettagli, ma rendiamoci conto che l'attuale politica estera USA è anch'essa assai agghiacciante (guerra peventiva, unilateralismo, "scudo spaziale", ...), e vista da un paese non NATO credo sia ancora peggio. E la Cina pure fa paura, per come sta diventando una potenza sacrificando i diritti umani dei suoi abitanti; tanto per dire, se la Russia non trasmette la BBC, la Cina censura internet, inclusa la wikipedia, incluso l'articolo "democrazia" nella wikipedia.
Le tre grandi potenze: USA, Russia, Cina; e l'Europa che fa spesso il morto, sembra una partita di bridge.
In un momento come questo voglio assolutamente un Europa vera... basta perdersi in chiacchiere e sofismi per difendere stupidi privilegi nazionali, ciascuno di noi deve essere disposto a perderci del suo ma solo come Europa abbiamo delle possibilità di agire sulla scacchiera internazionale; anche se con tutto il cuore spero che non accada, rendiamoci conto che anche solo fra 10-15 anni la situazione potrebbe precipitare tanto da non essere recuperabile (guerre? dittature ovunque?).