Ieri sono finito per caso sulla notizia che gli Americani hanno usato l'acciaio recuperato dalle torri gemelle per costruire una nave da guerra.
Sinceramente, avrei preferito ci avessero fatto qualcosa di più positivo con quell'acciaio: un ponte, una scuola, un parco, una biblioteca, un teatro, ... farci una nave da guerra è più o meno come fonderlo per farne pallottole.
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mercoledì 4 novembre 2009
sabato 10 ottobre 2009
Sopra lo scudo o sotto lo scudo
Forse avrete sentito la frase "torna con lo scudo, o sopra lo scudo". Nel caso dello scudo fiscale, l'espressione "sotto lo scudo" è più appropriata, visto che il provvedimento è di fatto anche un'amnistia - e non solo per reati finanziari [1].
Però, nonostante il desolante scenario politico italiano oramai privo di alcuna dignità, qua e là un po' di giustizia esiste ancora: come il lodo Alfano è stato bocciato dalla corte costituzionale, così parte dello scudo fiscale è contraria alle direttive europee anti-riciclaggio[2], e in caso di conflitto fra leggi nazionali e direttive europee tutte le autorità pubbliche hanno il dovere di seguire le direttive europee.
Quanto poi queste direttive europee verranno davvero applicate resta dubbio - Rete 4 insegna - ma è confortante ricordare che l'Europa è ancora uno stato di diritto.
Però, nonostante il desolante scenario politico italiano oramai privo di alcuna dignità, qua e là un po' di giustizia esiste ancora: come il lodo Alfano è stato bocciato dalla corte costituzionale, così parte dello scudo fiscale è contraria alle direttive europee anti-riciclaggio[2], e in caso di conflitto fra leggi nazionali e direttive europee tutte le autorità pubbliche hanno il dovere di seguire le direttive europee.
Quanto poi queste direttive europee verranno davvero applicate resta dubbio - Rete 4 insegna - ma è confortante ricordare che l'Europa è ancora uno stato di diritto.
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venerdì 9 ottobre 2009
Disinformazione nucleare
In questo periodo si parla tanto dell'informazione distorta che i media danno agli italiani. Molta di questa disinformazione è probabilmente fatta ad arte con scopi politici, però oggi mi sono imbattuto in un articolo di disinformazione che dubito sia pilotato dal biscione: il terrorista di LHC.
Un affiliato ad Al Qaeda lavorava nel Cern di Ginevra. [...] Una posizione privilegiata da cui raccogliere informazioni indispensabili ad Al Qaeda per colpire obiettivi nevralgici.
E perché mai qui ci dovrebbero essere tutte queste opportunità per il terrorismo? pensano che Al Qaeda possa cercare di far scontrare LHC sulla Tour Eiffel? o che ci sia davvero la bottiglietta di antimateria come in Angeli e Demoni?
Continuiamo:
L'opportunità di lavorare al Cern, di aveva(!) libero accesso alle informazioni più riservate della ricerca nucleare eruopea(!), aveva reso l'ingegnere arrestato una pedina fondamentale per l'organizzazione terroristica.
Ricerche segrete? magari a scopo militare? non mi pare troppo in linea con il nostro statuto:
The Organization shall have no concern with work for military requirements and the results of its experimental and theoretical work shall be published or otherwise made generally available
L'articolo ` decorato con una bella foto dell'esperimento CMS, a cui lavoro - sarà anche il più fotogenico degli esperimenti del CERN, ma l'accusato di terrorismo lavorava a LHCb (almeno stando all'ufficio stampa del cern)
Un affiliato ad Al Qaeda lavorava nel Cern di Ginevra. [...] Una posizione privilegiata da cui raccogliere informazioni indispensabili ad Al Qaeda per colpire obiettivi nevralgici.
E perché mai qui ci dovrebbero essere tutte queste opportunità per il terrorismo? pensano che Al Qaeda possa cercare di far scontrare LHC sulla Tour Eiffel? o che ci sia davvero la bottiglietta di antimateria come in Angeli e Demoni?
Continuiamo:
L'opportunità di lavorare al Cern, di aveva(!) libero accesso alle informazioni più riservate della ricerca nucleare eruopea(!), aveva reso l'ingegnere arrestato una pedina fondamentale per l'organizzazione terroristica.
Ricerche segrete? magari a scopo militare? non mi pare troppo in linea con il nostro statuto:
The Organization shall have no concern with work for military requirements and the results of its experimental and theoretical work shall be published or otherwise made generally available
L'articolo ` decorato con una bella foto dell'esperimento CMS, a cui lavoro - sarà anche il più fotogenico degli esperimenti del CERN, ma l'accusato di terrorismo lavorava a LHCb (almeno stando all'ufficio stampa del cern)
giovedì 12 febbraio 2009
Perdere più di un LHC al giorno
Il costo per riparare LHC dall'incidente dello scorso 19 dicembre è fra 30 e 40 milioni di franchi, mi pare intorno a un ventesimo del bilancio annuale del CERN.
Leggo oggi sul giornale che nel 2008 la UBS ha perso in media 54 milioni di franchi al giorno, e nonostante questo a fine anno sono stati distribuiti 1.2 miliardi di franchi di bonus (e quest'anno sono stati tagliati del 80-95% rispetto al solito).
Per essere il più grosso centro di ricerca di fisica fondamentale al mondo, il CERN è davvero economico!
Leggo oggi sul giornale che nel 2008 la UBS ha perso in media 54 milioni di franchi al giorno, e nonostante questo a fine anno sono stati distribuiti 1.2 miliardi di franchi di bonus (e quest'anno sono stati tagliati del 80-95% rispetto al solito).
Per essere il più grosso centro di ricerca di fisica fondamentale al mondo, il CERN è davvero economico!
sabato 7 febbraio 2009
Bene autem mori est effugere male vivendi periculum...
Non mi pronuncio sulla condotta del presidente del Consiglio, e al riguardo mi limito a dire in una riga che invece approvo la condotta di Napolitano che ha cercato d'evitare l'ennesima ingerenza pubblica in una vicenda che è puramente personale.
La medicina ha fatto enormi passi avanti, cosa di cui tutti siamo lieti ed orgogliosi. bisogna però rendersi conto che ora la tecnica medica sarebbe probabilmente in grado di preservare integro un corpo per un tempo indeterminato anche qualora la persona a cui quel corpo apparteneva fosse indubbiamente morta; la saggezza umana sta nel decidere quando tali tecniche vanno usate e quando no.
Veniamo quindi al caso.
Per chi come me non crede in un anima, nel senso generale a una qualsiasi forma di esistenza della persona completamente indipendente dal suo corpo, potrebbe trovarsi in una situazione più difficile nel pensare a questo caso - però fra queste persone credono anche, come me, che nell'espressione "la vita è sacra" non bisogna estendere troppo il concetto di "vita". E che, come dice Seneca, la morte può ben essere preferibile a certi tipi di "vita".
E la decisione su cosa fare non spetta in ogni caso né al Papa né al presidente del consiglio. I medici possono dare la loro opinione, ma la scelta dovrebbe essere della persona stessa - e nel caso questa persona non possa più scegliere, è giusto affidarsi a chi conosceva bene la persona per sapere cosa la persona avrebbe preferito.
Ma chi crede in un anima, e in una vita dopo la morte che per le persone buone sarà pure infinitamente meglio di questa esistenza mortale, perché ostinarsi a tenere un'anima ancorata a un corpo distrutto invece di lasciarla libera di raggiungere il Cielo?
Non è eutanasia, perché non si sta togliendo la vita a una persona che lasciata a se stessa continuerebbe a vivere.
Qui si parla di interrompere una tecnica medica che può conservare il corpo di una persona anche indipendentemente dalla volontà della persona stessa - quasi si potrebbe rovesciare la posizione della Chiesa e dire che è male trattenere ulteriormente quelle persone che Dio ha chiamato a se.
E poi, perché la Chiesa cattolica deve essere favorevole a leggi che impediscano alle persone di peccare? se esiste un dio, e se ci ha reso liberi di scegliere fra il bene e il male - anche perché senza questa libertà la morale non ha senso - perché cercare di togliere con la forza agli uomini questa possibilità?
La medicina ha fatto enormi passi avanti, cosa di cui tutti siamo lieti ed orgogliosi. bisogna però rendersi conto che ora la tecnica medica sarebbe probabilmente in grado di preservare integro un corpo per un tempo indeterminato anche qualora la persona a cui quel corpo apparteneva fosse indubbiamente morta; la saggezza umana sta nel decidere quando tali tecniche vanno usate e quando no.
Veniamo quindi al caso.
Per chi come me non crede in un anima, nel senso generale a una qualsiasi forma di esistenza della persona completamente indipendente dal suo corpo, potrebbe trovarsi in una situazione più difficile nel pensare a questo caso - però fra queste persone credono anche, come me, che nell'espressione "la vita è sacra" non bisogna estendere troppo il concetto di "vita". E che, come dice Seneca, la morte può ben essere preferibile a certi tipi di "vita".
E la decisione su cosa fare non spetta in ogni caso né al Papa né al presidente del consiglio. I medici possono dare la loro opinione, ma la scelta dovrebbe essere della persona stessa - e nel caso questa persona non possa più scegliere, è giusto affidarsi a chi conosceva bene la persona per sapere cosa la persona avrebbe preferito.
Ma chi crede in un anima, e in una vita dopo la morte che per le persone buone sarà pure infinitamente meglio di questa esistenza mortale, perché ostinarsi a tenere un'anima ancorata a un corpo distrutto invece di lasciarla libera di raggiungere il Cielo?
Non è eutanasia, perché non si sta togliendo la vita a una persona che lasciata a se stessa continuerebbe a vivere.
Qui si parla di interrompere una tecnica medica che può conservare il corpo di una persona anche indipendentemente dalla volontà della persona stessa - quasi si potrebbe rovesciare la posizione della Chiesa e dire che è male trattenere ulteriormente quelle persone che Dio ha chiamato a se.
E poi, perché la Chiesa cattolica deve essere favorevole a leggi che impediscano alle persone di peccare? se esiste un dio, e se ci ha reso liberi di scegliere fra il bene e il male - anche perché senza questa libertà la morale non ha senso - perché cercare di togliere con la forza agli uomini questa possibilità?
martedì 27 gennaio 2009
Avanzi di galera
Obama chiude Guantanamo; un passo avanti per i diritti umani, forse poco più che simbolico ma in queste cose anche i simboli contano.
Però, l'Europa si preoccupa, teme che gli Americani rifileranno a lei quei prigionieri scomodi che non sanno come gestire, e si chiede che farne.
In realtà, come spiegava ieri un diplomatico europeo alla BBC, non è che ci sia molto da discutere: in Europa, o mettiamo queste persone sotto un giusto ed aperto processo, se ci sino delle accuse valide contro di loro e il diritto internazionale ce lo consente, oppure li lasciamo liberi - liberi anche se sono avanzi di galera e probabilmente non dei santi.
Certo, magari è pericoloso, però quel rischio fa parte del prezzo da pagare per essere uno stato di diritto. E credo che anche i cittadini d'Europa lo possano capire, visto che quasi tutti hanno potuto apprezzare la sicurezza dei regimi 'meno di diritto' nell'ultimo secolo e nessuno vuole tornare indietro.
Però, l'Europa si preoccupa, teme che gli Americani rifileranno a lei quei prigionieri scomodi che non sanno come gestire, e si chiede che farne.
In realtà, come spiegava ieri un diplomatico europeo alla BBC, non è che ci sia molto da discutere: in Europa, o mettiamo queste persone sotto un giusto ed aperto processo, se ci sino delle accuse valide contro di loro e il diritto internazionale ce lo consente, oppure li lasciamo liberi - liberi anche se sono avanzi di galera e probabilmente non dei santi.
Certo, magari è pericoloso, però quel rischio fa parte del prezzo da pagare per essere uno stato di diritto. E credo che anche i cittadini d'Europa lo possano capire, visto che quasi tutti hanno potuto apprezzare la sicurezza dei regimi 'meno di diritto' nell'ultimo secolo e nessuno vuole tornare indietro.
giovedì 8 gennaio 2009
Why worry...

E lo ha fatto con i loro stessi mezzi.
Leggetevi l'articolo che ha fatto partire l'iniziativa, e quello su com'è andata a finire (guardatevi il filmino, in cui commentano sul "probably"). C'è anche un articolo a proposito sul blog di Scalfarotto.
Del resto, penso anche a un credente dovrebbe dare fastidio una propaganda religiosa basata sulla paura, "fai così altrimenti brucerai all'inferno"; l'insegnamento dovrebbe essere invece "fai questo perché è giusto, non fare quest'altro perché è sbagliato", magari spiegando le ragioni del giusto o sbagliato. Poi uno può pure credere in un castigo per chi sbaglia, ma non bisogna farsi trarre in inganno della domanda "e se non faccio ciò che è giusto, cosa succederà?", perché la risposta tautologica "succederà che non avrai fatto ciò che è giusto" dovrebbe bastare a chi è davvero convinto di cosa sia giusto o meno.
Da parte mia, comunque, aggiungerei un'altra scritta simile: "Nel caso Dio esista, probabilmente si preoccupa delle formalità molto meno di quanto vi dicono"
giovedì 18 dicembre 2008
Elvezi sul piede di guerra

Però mantiene un grosso esercito, c'è la leva obbligatoria, e tutti i cittadini vengono periodicamente richiamati a fare esercitazioni. E del resto si vedono spesso soldati in tuta mimetica per le strade di Ginevra - dove peraltro la mimetica serve solo a farsi notare di più.
Anche sui giornali gratuiti si parla spesso dell'esercito, per esempio di quali nuovi aerei da combattimento vuole comprare, e c'erano pure gli annunci per cercare di reclutare nuovi comandanti.
Neutrali, ma armati fino ai denti.
E ora vogliono pure entrare in azione: un articolo di giornale oggi prospettava l'uso dei corpi speciali dell'esercito per difendere le navi svizzere dai pirati in Somalia. (e non chiedetevi 'esistono navi svizzere?' ... la Svizzera detiene la coppa velica più prestigiosa del mondo, quindi non mi sorprende troppo che abbia anche una flotta mercantile)
domenica 12 ottobre 2008
Giovane, *****, calmati!
C'è una cosa che mi lascia un po' perplesso: ministri, governatori delle banche centrali e alti papaveri del FMI si lanciano in affermazioni tipo tipo "bisogna agire immediatamente perché se gli investitori rimangono spaventati il nostro mondo finisce domani". Questo dovrebbe davvero calmare gli investitori, e spingerli ad avere fiducia nel mercato?
Insomma, in un certo senso mi ricorda l'episodio del "Giovane, *****, calmati!" - che non si può raccontare qui al mondo intero ma che credo che tutti voi conosciate già (se non lo sapete o non ve lo ricordate, scrivetemi in privato)
Insomma, in un certo senso mi ricorda l'episodio del "Giovane, *****, calmati!" - che non si può raccontare qui al mondo intero ma che credo che tutti voi conosciate già (se non lo sapete o non ve lo ricordate, scrivetemi in privato)
domenica 13 luglio 2008
Gli affaracci suoi
Nell'ultimo periodo ha riscosso grande popolarità a sinistra il nuovo caso Lewinsky italiano - insomma, tutti si lamentano sostenendo che la ministra delle pari opportunità abbia ottenuto la sua carica attraverso "favori personali" al presidente del consiglio.
Vorrei a questo punto cercare di mettere un po' d'ordine nella questione, con il rischio d'andare in controtendenza.
A parer mio, non è affare dell'opposizione il modo in cui il premier sceglie i suoi ministri; al massimo, può essere affare della maggioranza, che potrebbe chiedere più chiarezza su come sono scelti i nomi; l'unica questione politicamente rilevante per chi non ha votato PdL è se la ministra in questione svolga bene il suo ruolo di ministra o no - per il resto può essere maiala o suora ma non sono affaracci nostri.
La scelta dei ministri non è un concorso pubblico o una selezione per un posto di lavoro: in quei casi vi sono delle regole, e chi seleziona le persone deve farlo in base a certi requisiti e non in base alle "preferenze personali" - viceversa è reato - ma per i ministri il premier deve fare una lista di nomi, proporla al parlamento e se i rappresentanti eletti dal popolo l'approvano va bene così.
Non mi risulta che in Italia quello che si chiacchiera essere avvenuto fra il premier e la ministra costituisca reato (a meno che non ci siano gli estremi per accusare Mr. B di mobbing) e nemmeno offesa al pubblico decoro (se fatto in privato). Se le intercettazioni incriminassero la ministra per associazione mafiosa sarebbe diverso, ma il fatto che in privato sia maiala va posto allo stesso livello dell'essere simpatica o antipatica - può influenzare le decisioni personali ma non quelle di un movimento politico.
Insomma, abbiamo tanti validi motivi per parlar male del premier e magari anche della ministra delle pari opportunità, evitando di entrare negli affaracci in questo caso in cui non ci riguardano e non sono nemmeno giuridicamente rilevanti.
Vorrei a questo punto cercare di mettere un po' d'ordine nella questione, con il rischio d'andare in controtendenza.
A parer mio, non è affare dell'opposizione il modo in cui il premier sceglie i suoi ministri; al massimo, può essere affare della maggioranza, che potrebbe chiedere più chiarezza su come sono scelti i nomi; l'unica questione politicamente rilevante per chi non ha votato PdL è se la ministra in questione svolga bene il suo ruolo di ministra o no - per il resto può essere maiala o suora ma non sono affaracci nostri.
La scelta dei ministri non è un concorso pubblico o una selezione per un posto di lavoro: in quei casi vi sono delle regole, e chi seleziona le persone deve farlo in base a certi requisiti e non in base alle "preferenze personali" - viceversa è reato - ma per i ministri il premier deve fare una lista di nomi, proporla al parlamento e se i rappresentanti eletti dal popolo l'approvano va bene così.
Non mi risulta che in Italia quello che si chiacchiera essere avvenuto fra il premier e la ministra costituisca reato (a meno che non ci siano gli estremi per accusare Mr. B di mobbing) e nemmeno offesa al pubblico decoro (se fatto in privato). Se le intercettazioni incriminassero la ministra per associazione mafiosa sarebbe diverso, ma il fatto che in privato sia maiala va posto allo stesso livello dell'essere simpatica o antipatica - può influenzare le decisioni personali ma non quelle di un movimento politico.
Insomma, abbiamo tanti validi motivi per parlar male del premier e magari anche della ministra delle pari opportunità, evitando di entrare negli affaracci in questo caso in cui non ci riguardano e non sono nemmeno giuridicamente rilevanti.
giovedì 10 luglio 2008
Italia amara

Da un lato abbiamo il governo, che invece di governare si preoccupa degli interessi del proprio capo, a danno di quelli nostri.
Dall'altro abbiamo un'opposizione che non fa nulla, o se fa qualcosa non e' in grado di comunicarlo; insomma, e' veramente difficile dirsi orgogliosi del PD.
Inoltre, si porta dietro il peso dell'indulto che permette a molti di dire che "sono tutti uguali, Pd e PdL, anche sulla giustizia": il latte e' stato versato, ma forse ci si potrebbe fare comunque qualcosa, tipo cercare di spiegare le ragioni di quel provvedimento, o dire che e' stato un errore, o entrambe le cose (ma con coerenza)... ma tacerlo non serve a nulla, in questi casi.
Poi c'e' la piazza: tantissime brave persone, e qualcuno che urla troppo; e tutti si occupano solo degli errori della piazza e non del fatto che migliaia di persone hanno manifestato sopratutto contro l'orrore di alcune leggi fatte per gli interessi del premier; e perche' no, anche contro un'opposizione non all'altezza del suo ruolo, critica legittima a cui il PD dovrebbe reagire in modo positivo, o che dovrebbe contestare.
Tristemente piu' che il cercare l'accordo fra l'opposizione in aula e l'opposizione in piazza - animate in gran parte dagli stessi intenti - si cerca lo scontro, in parte trovandolo. Scontro che non puo' che essere senza vincitori ne' vinti (credete che fra 5 anni l'IdV vincera' da sola le elezioni? o che lo fara' il timido e squallido PD? o l'unica vera sinistra dei duri e puri perche' questo PD e il PdL sono tutti la stessa cosa?)
Qualche sforzo positivo c'e', sia da parte delle personalita' presenti alla manifestazione che hanno cercato di di prendere le distanze dalle urla eccessive e fuori tema, sia da chi cerca di spiegare come le politiche del Colle sono dettate dalla ricerca del male minore per evitare lo scontro, e non da connivenza o imbecillita'.
sabato 3 novembre 2007
Caught in a cauldron of hate
Per dimostrare ai Romeni che noi siamo persone civili, a differenza di loro, niente meglio che andare in dieci a picchiarli con spranghe, coltelli e passamontagna neri [repubblica]
Nel frattempo a Bucarest organizzano una manifestazione esprimendo il loro dolore per l'accaduto per mostrarci che non tutti i Romeni sono tutti così ... perché c'è gente che magari lo crede pure.
Vi ricorderei che gli immigrati in Italia sono 3.7 milioni, di cui il 15.1% romeni [caritas] , un totale di 600'000 pericolosi assassini in giro per le nostre città, un "Italiano" su 100; come mai siamo ancora vivi?
Nel frattempo a Bucarest organizzano una manifestazione esprimendo il loro dolore per l'accaduto per mostrarci che non tutti i Romeni sono tutti così ... perché c'è gente che magari lo crede pure.
Vi ricorderei che gli immigrati in Italia sono 3.7 milioni, di cui il 15.1% romeni [caritas] , un totale di 600'000 pericolosi assassini in giro per le nostre città, un "Italiano" su 100; come mai siamo ancora vivi?
venerdì 2 novembre 2007
The wrong child
Avete probabilmente già letto la notizia del quattordicenne che s'è tolto la vita perché preso in giro dai compagni di liceo per essere un po' secchione e un po' sfigato [repubblica].
Notizie tristi come queste arrivano qualche volta l'anno sui giornali: suicidi di giovani che apparentemente erano abbastanza normali, solo un po' insicuri o un po' depressi ma non più di altre decine o centinaia di migliaia di loro coetanei.
E ogni volta queste notizie ci lasciano sorpresi, mentre ci si affollano la domanda: come può uno togliersi la vita solo perché era preso in giro, o aveva paura di essere bocciato alla maturità, o simili?
Senza nulla togliere al dispiacere, lasciatemi però fare qualche riflessione per chi si chiede perché è stato "proprio lui" a fare questo gesto disperato, e "quale ragione c'era sotto"
Intanto è "proprio lui" solo per chi già lo conosceva; per tutti gli altri, la quasi totalità di coloro che hanno appreso la notizia dal giornale, è solo uno dei tantissimi che hanno una vita simile alla sua.
Anche su "cosa c'era sotto" credo che la risposta più sensata, almeno nel caso in cui non escano nuove informazioni dalle indagini, sia semplicemente che non c'era nulla di particolare: all'interno del foltissimo gruppo di persone in condizioni pressappoco simili c'è qualcuno che a un certo punto, senza preavviso e senza che gli succeda nulla di nuovo, abbandona tutto.
Vorrei fare un parallelo con eventi altrettanto tragici e "inspiegabili" in cui delle persone simili a moltissime altre si trasformano in brutali assassini; Jervis scrive dei ragazzi della strage di Columbine:
Tanto per darvi una idea delle probabilità in gioco: accostarsi al tavolo della roulette e per sedici volte consecutive vincere puntando tutto sul nero accade addirittura una volta su 65'000, e in Italia di adolescenti ce n'è milioni.
Quindi, se da un lato questo discorso è preoccupante perché l'assassino o il suicida potreste essere voi o il vostro vicino di casa, in realtà potete dormire tranquilli perché non succede quasi mai.
Questo non toglie nulla, ovviamente, al dolore dei genitori del ragazzo o al fatto che abbia senso provare dispiacere al leggere la notizia (né basta a scagionare un adolescente assassino davanti alla giustizia).
postilla: se non avete capito il titolo del post, The Wrong Child è una canzone dei R.E.M. che parla di un ragazzo sfigato; tristissima, ma bella.
Notizie tristi come queste arrivano qualche volta l'anno sui giornali: suicidi di giovani che apparentemente erano abbastanza normali, solo un po' insicuri o un po' depressi ma non più di altre decine o centinaia di migliaia di loro coetanei.
E ogni volta queste notizie ci lasciano sorpresi, mentre ci si affollano la domanda: come può uno togliersi la vita solo perché era preso in giro, o aveva paura di essere bocciato alla maturità, o simili?
Senza nulla togliere al dispiacere, lasciatemi però fare qualche riflessione per chi si chiede perché è stato "proprio lui" a fare questo gesto disperato, e "quale ragione c'era sotto"
Intanto è "proprio lui" solo per chi già lo conosceva; per tutti gli altri, la quasi totalità di coloro che hanno appreso la notizia dal giornale, è solo uno dei tantissimi che hanno una vita simile alla sua.
Anche su "cosa c'era sotto" credo che la risposta più sensata, almeno nel caso in cui non escano nuove informazioni dalle indagini, sia semplicemente che non c'era nulla di particolare: all'interno del foltissimo gruppo di persone in condizioni pressappoco simili c'è qualcuno che a un certo punto, senza preavviso e senza che gli succeda nulla di nuovo, abbandona tutto.
Vorrei fare un parallelo con eventi altrettanto tragici e "inspiegabili" in cui delle persone simili a moltissime altre si trasformano in brutali assassini; Jervis scrive dei ragazzi della strage di Columbine:
Benché poco socievoli e afflitti da qualche sentimento di inferiorità, i due non pare fossero portatori di una vera e propria patologia psichicae su Erika e Omar, gli adolescenti assassini di Novi Ligure:
Anche in questo caso i due giovani, fortemente solidali fra loro, non erano affetti da problemi familiari più gravi di quelli di migliaia di altri adolescenti, né risultavano portatori di significativi disturbi mentali.In sostanza, anche in quei casi "non c'era nulla sotto"; la conclusione che ne deriva lo psicologo (all'inizio del primo capitolo; leggetevi il libro comunque!) è essenzialmente che la maggior parte delle ragioni che spingono una persona a compiere un gesto estremo sono, almeno singolarmente, comuni a moltissime persone, che siamo quasi tutti "in potenza" assassini o suicidi ma è solo che le probabilità sono molto molto piccole per cui sono pochissimi i casi in cui il fatto succede, ma grazie ai media veniamo subito a saperlo (mentre tendiamo a ignorare la maggior parte degli adolescenti la cui vita finisce per ragioni meno spettacolari tipo un incidente d'auto o domestico, o una malattia)
Tanto per darvi una idea delle probabilità in gioco: accostarsi al tavolo della roulette e per sedici volte consecutive vincere puntando tutto sul nero accade addirittura una volta su 65'000, e in Italia di adolescenti ce n'è milioni.
Quindi, se da un lato questo discorso è preoccupante perché l'assassino o il suicida potreste essere voi o il vostro vicino di casa, in realtà potete dormire tranquilli perché non succede quasi mai.
Questo non toglie nulla, ovviamente, al dolore dei genitori del ragazzo o al fatto che abbia senso provare dispiacere al leggere la notizia (né basta a scagionare un adolescente assassino davanti alla giustizia).
postilla: se non avete capito il titolo del post, The Wrong Child è una canzone dei R.E.M. che parla di un ragazzo sfigato; tristissima, ma bella.
martedì 9 ottobre 2007
che aria tira...
E' da un po' che ero troppo preso dalle cose da fare per commentare cosa sta succedendo in giro, e talvolta persino per documentarmi sui fatti.
Oggi sono riuscito a recuperare un po' il passo e quindi posso azzardare qualche commento, ahimè non troppo positivo.
Welfare: le parti sociali si sono riunite, e ne sono uscite con un accordo di cui nessuno è troppo entusiasta; ma del resto è normale, per mettersi d'accordo ognuno è costretto a cedere un po' di terreno. Ovviamente l'accordo si può cambiare se sono tutti favorevoli al cambiamento.
Ma se qualcuno ha cambiato idea, e ha delle valide ragioni per averlo fatto (tipo essersi accorto che alla "base" non piace affatto), mi pare altrettanto ovvio che non possa cambiarlo; l'unica cosa che possono fare è rimettersi di nuovo intorno al tavolo e cercare di nuovo "l'accordo ottimale" alla luce delle differenze che ci sono state nelle posizioni di tutti.
Visto che però discutere porta via tempo, non è forse il caso di partire con questo accordo, renderlo operativo e poi cercare dopo di vedere che modifiche farci e magari fra un annetto rifarne uno migliore (se è possibile)?
Anche perché lavorare in eterno per produrre un accordo "ottimale" prima di applicarlo può essere inutile visto che le condizioni esterne cambiano, e che comunque fin tanto che non lo provi non vedi veramente quanto bene funziona.
Questo peraltro vale un po' in generale per tutti gli accordi: inutile impuntarsi, meglio iniziare con qualcosa di comunque decente e poi nel tempo si migliorano le cose.
Mastella: ma cosa abbiamo fatto di male per meritarcelo? comunque di costui se ne parla fin troppo, io ho già espresso la mia opinione nei commenti qui; trovo anche abbastanza buoni l'articolo al riguardo di Padellaro e anche il commento di Bertinotti (che in questa legislatura, da presidente della camera, spesso si comporta con una lucidità e responsabilità che non mi sarei aspettato visto quello che spesso fanno i nostri partiti comunisti)
Birmania. Beh, l'ONU forse è arrivato a dichiarare che non gli piace quello che succede [1], e del resto ci mancherebbe pure che dicessero che gli piace.
Qualcuno propone di ottenere l'embargo delle armi [2], che mi pare veramente il minimo che si possa fare.
Ma qualcosina di più no? non dico di mandarci i caschi blu, che farebbero solo del danno, ma invece mandarci degli ispettori in modo da costringerli a non spararare sui manifestanti, a non schiacciare i monaci sotto le ruote dei camion [3], e a tirare fuori dalle galere i prigionieri politici? Mettergli delle sanzioni commerciali vere? Bloccare i soldi che la dittatura militare di sicuro ha in tutte le nostre banche?
Il nostro baffuto ministro degli esteri dice che l'UE si sta dando da fare per fare qualcosa di serio [4], e sarei curioso di sapere cosa... ma ci tocca aspettare fino a lunedì prossimo. L'UE già da tempo ha fatto le sue dichiarazioni [5]; e ne approfitto per segnalare il sito dell'istituto studi sulla sicurezza dell'unione europea www.iss.europa.eu dove ci sono un po' di analisi interessanti.
Intanto qualcuno sa se sono stati riaperti i canali di comunicazione?
Programmi del PD su laicità e diritti: avete letto le risposte dei candidati alle domande di diamanti sul sito di repubblica? (almeno dei tre candidati maggiori)
Ora faccio il mio tentativo di sostituire le tre dichiarazioni con la media, o forse il massimo comune divisore, e le tre differenze rispetto alla media (usando un linguaggio più sbrigativo)
Media: il problema è difficile; la 194 non si cambia ma va applicata in tutte le sue parti, fra cui la prevenzione; la legge sulla fecondazione assistita non è un gran che, e si cercherà di migliorarla un po'; i Dico sono per ora un decente compromesso fra le diverse parti.
Bindi: "non si fanno guerre ideologiche sbandierando valori, che nella pratica sono negati" (che non mi è tanto chiaro cosa voglia dire); i Dico vanno forse bene così
Letta: il ddl sui Dico è una giusta mediazione; "la priorità è rappresentata dagli interventi a sostegno della famiglia, dei figli e della natalità" (che significa che le coppie di fatto etero vanno bene ma i gay no?)
Veltroni: c'è problema delle donne che ricorrono all'aborto per ragioni sociali ed economiche; i Dico sono un un punto di partenza per il confronto, e non c'è contraddizione nel sostenere sia i conviventi (anche gay) sia la famiglia tradizionale.
Beh, nonostante il mio sforzo a cercare qualche differenza, hanno detto quasi la stessa cosa... capisco che sia in parte naturale, ma in situazioni come queste quello che gli elettori delle primarie vogliono sono le differenze fra le opinioni e non la loro media, perché quella viene eletta comunque.
Non parlarmi, non ti sento: Fini dice che se il governo non casca non si vota (e fin qui è ovvio) e magari si dialoga pure; geniale, la vecchia camicia nera, forse un giorno capiranno davvero che il parlamento è fatto proprio per quello: discutere e giungere a mediazioni fra tutti i portavoce delle opinioni degli Italiani.
Dopo i politici, i rom: Grillo, dopo aver sparato sulla casta e sollevato una discussione tale da guadagnarsi la copertina del vernacoliere, ora se la prende con i rom e invoca "i sacri confini della partia"; bello davvero ... sembra di sentire Borghezio; se fa una lista civica magari riesce a rubare anche i voti della lega.
Fossi stato un suo fan m'avrebbe fatto tristezza.
Oggi sono riuscito a recuperare un po' il passo e quindi posso azzardare qualche commento, ahimè non troppo positivo.
Welfare: le parti sociali si sono riunite, e ne sono uscite con un accordo di cui nessuno è troppo entusiasta; ma del resto è normale, per mettersi d'accordo ognuno è costretto a cedere un po' di terreno. Ovviamente l'accordo si può cambiare se sono tutti favorevoli al cambiamento.
Ma se qualcuno ha cambiato idea, e ha delle valide ragioni per averlo fatto (tipo essersi accorto che alla "base" non piace affatto), mi pare altrettanto ovvio che non possa cambiarlo; l'unica cosa che possono fare è rimettersi di nuovo intorno al tavolo e cercare di nuovo "l'accordo ottimale" alla luce delle differenze che ci sono state nelle posizioni di tutti.
Visto che però discutere porta via tempo, non è forse il caso di partire con questo accordo, renderlo operativo e poi cercare dopo di vedere che modifiche farci e magari fra un annetto rifarne uno migliore (se è possibile)?
Anche perché lavorare in eterno per produrre un accordo "ottimale" prima di applicarlo può essere inutile visto che le condizioni esterne cambiano, e che comunque fin tanto che non lo provi non vedi veramente quanto bene funziona.
Questo peraltro vale un po' in generale per tutti gli accordi: inutile impuntarsi, meglio iniziare con qualcosa di comunque decente e poi nel tempo si migliorano le cose.
Mastella: ma cosa abbiamo fatto di male per meritarcelo? comunque di costui se ne parla fin troppo, io ho già espresso la mia opinione nei commenti qui; trovo anche abbastanza buoni l'articolo al riguardo di Padellaro e anche il commento di Bertinotti (che in questa legislatura, da presidente della camera, spesso si comporta con una lucidità e responsabilità che non mi sarei aspettato visto quello che spesso fanno i nostri partiti comunisti)
Birmania. Beh, l'ONU forse è arrivato a dichiarare che non gli piace quello che succede [1], e del resto ci mancherebbe pure che dicessero che gli piace.
Qualcuno propone di ottenere l'embargo delle armi [2], che mi pare veramente il minimo che si possa fare.
Ma qualcosina di più no? non dico di mandarci i caschi blu, che farebbero solo del danno, ma invece mandarci degli ispettori in modo da costringerli a non spararare sui manifestanti, a non schiacciare i monaci sotto le ruote dei camion [3], e a tirare fuori dalle galere i prigionieri politici? Mettergli delle sanzioni commerciali vere? Bloccare i soldi che la dittatura militare di sicuro ha in tutte le nostre banche?
Il nostro baffuto ministro degli esteri dice che l'UE si sta dando da fare per fare qualcosa di serio [4], e sarei curioso di sapere cosa... ma ci tocca aspettare fino a lunedì prossimo. L'UE già da tempo ha fatto le sue dichiarazioni [5]; e ne approfitto per segnalare il sito dell'istituto studi sulla sicurezza dell'unione europea www.iss.europa.eu dove ci sono un po' di analisi interessanti.
Intanto qualcuno sa se sono stati riaperti i canali di comunicazione?
Programmi del PD su laicità e diritti: avete letto le risposte dei candidati alle domande di diamanti sul sito di repubblica? (almeno dei tre candidati maggiori)
Ora faccio il mio tentativo di sostituire le tre dichiarazioni con la media, o forse il massimo comune divisore, e le tre differenze rispetto alla media (usando un linguaggio più sbrigativo)
Media: il problema è difficile; la 194 non si cambia ma va applicata in tutte le sue parti, fra cui la prevenzione; la legge sulla fecondazione assistita non è un gran che, e si cercherà di migliorarla un po'; i Dico sono per ora un decente compromesso fra le diverse parti.
Bindi: "non si fanno guerre ideologiche sbandierando valori, che nella pratica sono negati" (che non mi è tanto chiaro cosa voglia dire); i Dico vanno forse bene così
Letta: il ddl sui Dico è una giusta mediazione; "la priorità è rappresentata dagli interventi a sostegno della famiglia, dei figli e della natalità" (che significa che le coppie di fatto etero vanno bene ma i gay no?)
Veltroni: c'è problema delle donne che ricorrono all'aborto per ragioni sociali ed economiche; i Dico sono un un punto di partenza per il confronto, e non c'è contraddizione nel sostenere sia i conviventi (anche gay) sia la famiglia tradizionale.
Beh, nonostante il mio sforzo a cercare qualche differenza, hanno detto quasi la stessa cosa... capisco che sia in parte naturale, ma in situazioni come queste quello che gli elettori delle primarie vogliono sono le differenze fra le opinioni e non la loro media, perché quella viene eletta comunque.
Non parlarmi, non ti sento: Fini dice che se il governo non casca non si vota (e fin qui è ovvio) e magari si dialoga pure; geniale, la vecchia camicia nera, forse un giorno capiranno davvero che il parlamento è fatto proprio per quello: discutere e giungere a mediazioni fra tutti i portavoce delle opinioni degli Italiani.
Dopo i politici, i rom: Grillo, dopo aver sparato sulla casta e sollevato una discussione tale da guadagnarsi la copertina del vernacoliere, ora se la prende con i rom e invoca "i sacri confini della partia"; bello davvero ... sembra di sentire Borghezio; se fa una lista civica magari riesce a rubare anche i voti della lega.
Fossi stato un suo fan m'avrebbe fatto tristezza.
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sabato 8 settembre 2007
Se il test è sbagliato
Due righe di commento sui commenti al fatto che ci fossero degli errori nel test d'ingresso a medicina (tra l'altro sarei curioso di sapere quali sono gli errori, visto che erano nelle domande di matematica e di fisica)
Sono d'accordo con il prendersela con l'organizzazione in generale, perché se succedono cose simili è perché il test viene scritto da gente non competente, o più probabilmente, viene preparato con trascuratezza: anche i prof. bravi talvolta sbagliano, ma se diversi prof. bravi preparano, rileggono e ricontrollano le domande gli errori alla fine non dovrebbero esserci.
Però l'idea di chiedere la ripetizione del test mi sembra sbagliata, è solo per incoraggiare le lamentele di chi non l'ha passata.
Se c'è una domanda sbagliata nel testo d'esame, le due possibilità che hai sono:
- sai la risposta, ti accorgi che quelle proposte non vanno bene, la salti e tiri avanti.
- se non sai la risposta, e sai di non saperla, tiri avanti.
Se ti blocchi è perché stai cercando di andare per esclusione o simili senza sapere la risposta, e comunque non sei convinto di quello che sai ... e alla fine sono problemi tuoi.
(tra l'altro una domanda di fisica o di mate di norma non richiede tanta memoria, solo di sapere i principi, fare il ragionamento e i conti giusti ... non è roba da andare per esclusione tipo "chi ha scritto la poesia X?" o "in che anno c'è stata la battaglia di Y?")
Sapere cosa sai e cosa non sai fa parte della preparazione per affrontare un esame, ed è in generale assai importante anche per un futuro medico: un dottore che non sa di essere poco preparato su una malattia potrebbe prendere una decisione sbagliata invece di informarsi, chiedere consigli o passare il caso a uno più competente
E anche il rendersi conto che gli altri possono sbagliare mi sembra utile nella vita di un medico: per esempio può capitare che un medico sia convinto che un paziente abbia la malattia X, lo manda a fare una diagnosi per confermare e il tecnico del laboratorio dell'ospedale barri la casellina sbagliata nel foglio dei risultati, indicando la malattia Y... mai accettare acriticamente quello che ti arriva.
Insomma, se non siete passati al numero chiuso c****i vostri.
Sono d'accordo con il prendersela con l'organizzazione in generale, perché se succedono cose simili è perché il test viene scritto da gente non competente, o più probabilmente, viene preparato con trascuratezza: anche i prof. bravi talvolta sbagliano, ma se diversi prof. bravi preparano, rileggono e ricontrollano le domande gli errori alla fine non dovrebbero esserci.
Però l'idea di chiedere la ripetizione del test mi sembra sbagliata, è solo per incoraggiare le lamentele di chi non l'ha passata.
Se c'è una domanda sbagliata nel testo d'esame, le due possibilità che hai sono:
- sai la risposta, ti accorgi che quelle proposte non vanno bene, la salti e tiri avanti.
- se non sai la risposta, e sai di non saperla, tiri avanti.
Se ti blocchi è perché stai cercando di andare per esclusione o simili senza sapere la risposta, e comunque non sei convinto di quello che sai ... e alla fine sono problemi tuoi.
(tra l'altro una domanda di fisica o di mate di norma non richiede tanta memoria, solo di sapere i principi, fare il ragionamento e i conti giusti ... non è roba da andare per esclusione tipo "chi ha scritto la poesia X?" o "in che anno c'è stata la battaglia di Y?")
Sapere cosa sai e cosa non sai fa parte della preparazione per affrontare un esame, ed è in generale assai importante anche per un futuro medico: un dottore che non sa di essere poco preparato su una malattia potrebbe prendere una decisione sbagliata invece di informarsi, chiedere consigli o passare il caso a uno più competente
E anche il rendersi conto che gli altri possono sbagliare mi sembra utile nella vita di un medico: per esempio può capitare che un medico sia convinto che un paziente abbia la malattia X, lo manda a fare una diagnosi per confermare e il tecnico del laboratorio dell'ospedale barri la casellina sbagliata nel foglio dei risultati, indicando la malattia Y... mai accettare acriticamente quello che ti arriva.
Insomma, se non siete passati al numero chiuso c****i vostri.
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