giovedì 29 novembre 2007

Farewell, welfare

Dopo mesi di estenuanti contrattazioni con le parti sociali s'era raggiunto un accordo. Poi ci sono stati altri mesi di discussione fra i diversi partiti politici, come se l'accordo fra le parti sociali fosse un punto di partenza invece che d'arrivo - per avere sempre l'ultima parola. Poi finalmente s'è arrivato alla decisione, come aveva promesso Prodi, e il testo dell'accordo è stato portato in parlamento dove, chiedendo la fiducia, è passato.

E ora entrambe le ali della maggioranza ci sparano liberamente sopra, nonché sul governo stesso.

Ci si potrebbe chiedere perché la fiducia alla camera; però una interpretazione valida a mio pare c'è, il governo ritiene che si sia discusso e mediato a sufficienza, e che sia ora di passare all'azione perché non si può contrattare per sempre - posizione legittima, e che condivido.

Ci si potrebbe chiedere perché le ali sparano sulla maggioranza: se hanno delle critiche su punti specifici dell'accordo, c'erano anche loro al tavolo della contrattazione, ed è solo con loro stesse che possono lamentarsi di non essere riuscite a strappare abbastanza dalla parte avversa. Oppure potrebbero essere massimalisti - meglio nessun accordo che un accordo imperfetto - ma dovrebbero rendersi conto che non è così che funziona la politica. Gente come loro, in politica da una vita, lo sa benissimo, e quindi al massimo possono giocare ai massimalisti ma non penso proprio che vogliano esserlo davvero.

Potrebbero invece voler sparare sul governo per altre ragioni, chiedendo veramente di andare alle urne: anche questo mi sembra improbabile, sinceramente.
E quindi direi che lo fanno solo per rompere le scatole, farsi vedere e far sentire il loro peso, in modo da cercare di ottenerne di più; mi danno assai fastidio questi continui falsi ricatti, per fortuna Prodi ha più pazienza di me, io sarei tentato di vedere il loro bluff e dir loro chiaramente "volete andare alle urne, si o no? se non volete, smettetela di dirlo e ricattare, e dialogate apertamente con delle critiche mirate, costruttive e non utopistiche".

E poi, l'opposizione che fa? a loro non importa nulla del welfare? sono tutti troppo impegnati a capire se Forza Italia si scioglie o no, cosa Mister B. vuole fare di loro e quanto possono dirgli di no.


E poi, Bertinotti cos'ha detto? Repubblica si guarda bene dallo spiegare la citazione
Il rapporto tra governo e parti sociali è molto importante per la formazione delle decisioni, ma se questo elemento mette in mora il dibattito parlamentare, si passa da una democrazia parlamentare ad una repubblica parlamentare che, per un lato almeno, subisce una sospensione di sovranità, sostituita da un aspetto corporativo
La mia interpretazione è: si contratta con le parti sociali per un po', poi si discute in parlamento, altrimenti non si va da nessuna parte.

Insomma, nel malessere generale io faccio i miei auguri a questo accordo, che possa essere approvato e sopravvivere fino a quando ce ne sarà uno migliore; farewell.

domenica 25 novembre 2007

Scacco. Il nero muove e vince?

No so se avete seguito le notizie dalla Russia sulle proteste contro Putin in questi giorni precedenti le elezioni.

L'ex scacchista Kasparov, leader del movimento Altra Russia, si è fatto arrestare ad una manifestazione mentre protestava per l'esclusione del suo movimento dalle elezioni [corriere, cnn].
L'ha fatto apposta, per far notizia: l'opposizione non ha speranze di ottenere abbastanza voti, specie se lo zar le mette i bastoni fra le ruote, quindi può solo cercare di farsi notare.

In sostanza, Kasparov tenta il gambetto mettendosi sotto scacco.

Però, guardando la scacchiera, verrebbe da dire "il nero muove e vince".

Intanto, pare che l'uomo sospettato d'aver ucciso Litvinenko si candidi al parlamento [guardian]

venerdì 16 novembre 2007

La "spallata" non basta a farla cadere?

A quanto pare, nonostante i tentativi, la maggioranza in senato si comporta come la torre: appare decisamente instabile, ma non cade così presto quanto si potrebbe pensare.

Non so più nemmeno io se si possa definire una "buona notizia", però quantomeno non è una cattiva; e visti i tempi che corrono è già qualcosa.

domenica 11 novembre 2007

21 km d'amaranto

Domenica mattina mi sono spinto fino a Livorno per partecipare alla mezzamaratona.

Lo scopo del tentativo era semplicemente d'arrivare in fondo, possibilmente entro le 2 ore, e ci sono riuscito (1h57m); la gente seria, peraltro, corre a tutt'altro ritmo e in due ore conclude l'intera maratona, e infatti negli ultimi metri prima del traguardo ho trovato un Keniota o Etiope che finiva il giro lungo (che ha quindi tenuto il doppio del mio passo...).

C'era tantissima gente, di sicuro più di mille ma credo anche più di duemila, e visto quanti mi hanno superato nel corso della gara temo che la mia posizione in classifica avrà 4 cifre; ma del resto il primo passo era arrivare, poi in futuro si cercherà di migliorare anche i tempi.

Il percorso era abbastanza monotono, in città o nei casi fortunati sul vialone lungo il mare, ma del resto da Livorno non ci si poteva aspettare molto di più; il cielo s'è incupito presto ma per fortuna. A un certo punto siamo passati dentro l'Accademia Navale, e c'era persino la banda che suonava!

Il principale punto dolente è stata la levataccia alle 6.10am, che mi sarei potuto risparmiare se avessero messo la partenza a un'ora decente tipo le 10:30 invece delle 9 (dovendo essere lì almeno mezz'ora prima per prendere il numero, ed essendo il campo sportivo ben lontano dalla stazione).
A questo si aggiunge una piccola lagnanza sul fatto che che ai ristori si riusciva a strappare solo mezzo bicchierino di the (quando andava bene) o di acqua (se il the era finito), mentre avrei reintegrato volentieri un pochino di zuccheri in più; da questo punto di vista alla Strapazzata pisana erano più simpatici, ti fornivano un bicchiere più pieno e se volevi un pochino di zucchero o qualcosa di dolce... qui solo al km 19 c'era una crostatina ma ero così stanco che non me ne sono neanche accorto e comunque oramai s'era alla fine; avrebbe fatto più piacere verso due terzi del percorso (dove avevo provato a riallungare il passo prima che la mia milza mi redarguisse seriamente). Ma i toscani tirchi non dovevano essere i Lucchesi?

Alla fine è una bischerata, l'avrebbe potuto fare qualsiasi persona sana magari allenandosi un pochino, però ci si stancava. (arrivare in fondo in 1h20 invece, come hanno fatto in tanti, è tutta un'altra storia: per quello ci vorrebbe un allenamento assai più serio)

Niente foto, perché non avevo intenzione di portarmi dietro la macchina, però fra qualche giorno potrebbero comparire quelle ufficiali sul sito.

Addendum: sono comparse le classifiche, e sono 821-esimo della mezza maratona, su 941 che sono arrivati in fondo; non so quanti sono quelli che non sono nemmeno arrivati, perché non è chiaro se i "più di 2000" partecipanti includa anche quelli della gara non competitiva stralivorno (i veri maratoneti invece sono pochi; ne sono arrivati 200, quindi dubito fossero migliaia alla partenza)

giovedì 8 novembre 2007

Che fanno i laureati?

Repubblica scopre oggi l'indagine di Almalaurea sui laureati triennali nel 2005, che e' stata pubblicata quasi sei mesi fa... se mi e' concesso fare una lamentela, impiegano quasi piu' tempo a farci avere i dati di quanto ne impieghi la gente a laurearsi.

In ogni caso, ho dato un'occhiata alle diapositive, anche se avrei preferito avere i risultati analoghi sulla laurea specialistica (il 60% delle persone prosegue alla specialistica, quindi chiedersi cosa fa alla fine della triennale non mi sembra troppo rilevante...)

La maggior parte non mi sembrano cosi' terribili:
- slide 5: un 60% va alla specialistica, un 50% scarso lavora (un 16% fa entrambi), solo il 5% cerca lavoro senza trovarlo e quasi il 3% non lo ha ne' lo cerca; non so esattamente come si definisca il tasso occupazionale, ma mi pare che le cose non siano tanto preoccupanti.
- slide 8: si va alla specialistica per interesse (66%) o perche' comunque serve per lavorare (31%); ragionevole, no? e se non ci si va, le vere motivazioni che devono preoccuparci sono "mancanza di un corso adatto" (15%) e "motivi economici" (6%), e al limite forse la mancanza d'interesse (7%), visto che chi non ci va per lavorare (53%) o per fare altra formazione post laurea (9%) non e' un problema, e i problemi personali / altro / non sa-non risponde sono pochi e non facili da analizzare; anche in questo caso la situazione non mi pare tanto preoccupante.
- slide 9: un po' piu' preoccupante e' il fatto che fra le donne che non proseguono alla specialistica quelle che lo fanno per lavoro o per fare altra formazione post-laurea sono un 11% in meno rispetto agli uomini (cioe' se ne 'perdono' un 11% in piu'?) e sono molte di piu' quelle che non trovano una laurea specialistica in cui proseguire (16.7 rispetto a 10.2)... pero' forse questo dato andrebbe ricalibrato facendo i calcoli separatamente disciplina per disciplina, altrimenti non si capisce se l'effetto e' dovuto solo alle differenti proporzioni delle diverse facolta' fra ragazzi e ragazze
- slide 11: chi prosegue nella specialistica di solito va nel posto ovvio, a parte magari per le aree disciplinari in cui la prosecuzione alla specialistica e' meno frequente (rivetete la diapo #7). Nulla di strano.
- slide 16, i soldi: non sorprende tanto che chi lavora mentre fa la specialistica guadagna di meno di chi lavora solamente, mentre sembra esserci una sproporzione enorme nei guadagni fra i sessi...
- slide 18: se ci si limita solo a chi lavora seriamente (a tempo pieno, senza riprendere un lavoro iniziato prima della laurea) gli stipendi sono meno sbilanciati sia fra le materie che fra i sessi (ma comunque i quasi 90 euro mensili in piu' guadagnati dagli uomini non sono minimamente giustificabili, in questo campione e una volta separate le persone per disciplina!)
- slide 17, i guadagni per materia: si nota secondo me un certo sbilanciamento dovuto al fatto che un laureato triennale in una materia pensata per essere triennale (tipo il "Medico (Prof. san.)", qualunque cosa esso sia) e' una figura completamente diversa da un laureato triennale in una disciplina che nella quasi totalita' dei casi spingerebbe a un proseguimento degli studi (scienze, lettere, legge, ...); se di solito i piu' bravi proseguono gli studi invece di lavorare e non finiscono nelle statistiche e non alzarno gli stipendi medi del gruppo.
- slide 19 e 20: confronto fra guadagni vecchio e nuovo ordinamento: mi pare ragionevole che i laureati triennali che cercano lavoro lo trovino piu' spesso di quelli vecchio ordinamento per la stessa ragione di prima, che chi si ferma a tre di solito ha scelto una facolta' da cui e' diretto andare a lavorare, mentre le persone che rischiano di rimanere "sospese" credo si iscrivano alla specialistica ed eventualmente rimangano sospese dopo quella.

Non mi pare che questo debba farci pensare "che merda che e' l'universita' italiana" o che "rimarremo tutti disoccupati".
Ma dove sono le statistiche per la quinquennale?

P.S. perdonate gli accenti, scrivo dall'INFN mentre aspetto che il software elabori i miei dati.

mercoledì 7 novembre 2007

Una castagna tira l'altra

Dopo l'ultima ricetta della torta con la crema di castagne m'era avanzato quasi mezzo chilo di farina di castagne, e quindi s'imponeva la necessità di continuare a sperimentare su quel fronte.

Questa volta sono partito da una ricetta rapida per una torta al cioccolato da farsi nel microonde, e ho sostituito farina normale e cacao con farina di castagne.

Ingredienti: 150g farina di castagne[*], 125g zucchero, 100g di burro, 2 uova, 4 cucchiai di latte, 2 cucchiai di rum (o cognac, o altro latte), un cucchiaino di lievito per dolci.
*: io ho usato una brocca graduata e non una bilancia, quindi se il peso specifico della farina di castagne si rivelasse molto diverso da quella normale questi 150g non sono veramente 150g ma "il volume corrispondente a 150g di farina"... perdonate questo commento da sperimentale.

Preparazione: lasciate il burro fuori dal frigo, o scaldatelo qualche secondo nel microonde. Mescolate tutti gli ingredienti in modo da ottenere un impasto omogeneo, e mettetelo in una teglia da microonde rivestita di carta da forno. Fate cuocere per 5-6 minuti a massima potenza, e poi lasciate nel forno a risposare.

As simple as that!
(30 minuti in tutto, incluso il tempo di lavare le stoviglie)

La torta è anche venuta bene, solo forse è un po' dolce e si potrebbe quindi diminuire un po' lo zucchero.

Per chi fosse stato più interessato alla torta al cioccolato, la ricetta è identica solo che invece di 150g di farina di castagne si usano 125g di farina normale e 30g di cacao amaro in polvere.

Per la cronaca, la versione al cioccolato è stata prima torta che ho cucinato, all'inizio del mio ormai lontano quarto anno del corso ordinario, nel vecchio fornetto del Carducci.

domenica 4 novembre 2007

Ha fatto anche delle cose buone, ma..

In Pakistan Musharraf decreta lo stato d'emergenza, fa arrestare i guidici e gli oppositori e schiera i soldati per le strade [guardian,cnn,corriere,repubblica].

A questo punto come si può non pensare e scrivere del nostro Mussolini?
Del resto, come dicono diversi, ha fatto anche delle cose buone...
e poi ha fatto delle cose meno buone, o diciamo pure decisamente cattive.

Però secondo me è troppo facile cavarsela così: è vero che con le cose cattive che ha fatto, fra cui le leggi razziali e l'entrare in guerra al fianco dei nazisti, c'è poco da discutere e non si può che valutarlo in modo decisamente negativo.
Ma se ci limitiamo a dire che Mussolini è stato un male perché ha fatto più cattive cose che buone cose, stiamo aprendo il fianco a un'obiezione: se si fosse fermato prima di fare anche le cattive cose, sarebbe stato comunque un personaggio negativo?

Secondo me bisogna senza esitazioni dire che è è stato sempre negativo, in quanto anche mentre bonificava le paludi pontine era conmunque un dittatore (più o meno esplicitamente), che aveva preso il potere con un colpo di stato (anche se senza violenza; come in pakistan 1999, peraltro) e che aveva tolto a un popolo la sua libertà.

Anche una ipotetica dittatura perfettamente illuminata resta sempre una dittatura e quindi un male.


Per non farmi accusare di fare della metafisica, facendomi dire che nel mandare avanti il mondo contano più i fatti che i principi (cosa essenzialmente vera, e che credo anch'io), devo fare due postille al mio giudizio.
La prima: può capitare che sia il male minore e quindi magari convenga tenersela fin tanto che non si possono cambiare le cose in meglio e non in peggio (l'Iraq di Saddam era meglio di quello di oggi...), ma questo non può farci vacillare nella nostra opinione; il minore dei mali è comunque un male, anche se poi dobbiamo sceglierlo comunque.
La seconda: sono disposto a congetturare che qualsiasi dittatura, per quanto possa partire perfettamente illuminata, prima o poi degenera e inizia a fare cose sbagliate, e si può anche rafforzare la congettura aggiungendo che se la dittatura rimane in piedi arbitrariamente prima o poi finisce sempre per fare più male che bene. Dubito si possa cercare di dimostrare questo, visto che nessuno ha ancora scoperto la psicostoria, ma credo che "osservativamente" ci sono buone ragioni per credere che la congettura sia vera, almeno nella forma debole.

sabato 3 novembre 2007

Colti in castagna...

Essendo autunno, volevo fare un dolce con le castagne ma non volevo provare né il castagnaccio, che non amo, né il monte bianco, troppo lungo e per cui mi mancavano gli arnesi.
Quindi ho provato a fare una crostata con la crema di castagne, di cui vi trascrivo un'idea della ricetta, anche perché i dettagli sono stati a caso.

La base è sempre pasta frolla, di cui non ripeto la ricetta; bisognerebbe riuscire ad ottenerla con dei bordi alti.

Per la crema ho fatto della crema pasticcera mettendoci la farina di castagne invece di quella normale, e aumentando un po' la farina a discapito dello zucchero. Volendo essere più quantitativi direi per ciascun rosso d'uovo, due cucchiai zucchero, due cucchiai di farina né colmi né rasi, e un bicchiere scarso di latte; mescolate il tutto evitando di fare grumi, usando l'approccio che preferite: io di metto prima tutto tranne il latte e poi aggiungo il latte a poco a poco, ma c'è chi fa esattamente l'opposto; cuocete a fuoco lento mescolando finché non si addensa ma senza che si metta a bollire. Una volta fatta la crema con un paio di tuorli, le si aggiunge un po' di marmellata (di castagne) per dare più gusto, e un paio di cucchiai di rum perché non sia stucchevole.

Purtroppo è successo come in Atlantide, "conoscete per caso una ragazza di Roma la cui faccia ricorda il crollo di una diga?", s'è rotto uno dei bordi della pastafrolla e una parte consistente della crema è finita persa sul fondo del frigorifero.

Comunque, per quanto la crema fosse un po' liquida, ha raccolto successo.

Caught in a cauldron of hate

Per dimostrare ai Romeni che noi siamo persone civili, a differenza di loro, niente meglio che andare in dieci a picchiarli con spranghe, coltelli e passamontagna neri [repubblica]

Nel frattempo a Bucarest organizzano una manifestazione esprimendo il loro dolore per l'accaduto per mostrarci che non tutti i Romeni sono tutti così ... perché c'è gente che magari lo crede pure.
Vi ricorderei che gli immigrati in Italia sono 3.7 milioni, di cui il 15.1% romeni [caritas] , un totale di 600'000 pericolosi assassini in giro per le nostre città, un "Italiano" su 100; come mai siamo ancora vivi?

venerdì 2 novembre 2007

The wrong child

Avete probabilmente già letto la notizia del quattordicenne che s'è tolto la vita perché preso in giro dai compagni di liceo per essere un po' secchione e un po' sfigato [repubblica].
Notizie tristi come queste arrivano qualche volta l'anno sui giornali: suicidi di giovani che apparentemente erano abbastanza normali, solo un po' insicuri o un po' depressi ma non più di altre decine o centinaia di migliaia di loro coetanei.
E ogni volta queste notizie ci lasciano sorpresi, mentre ci si affollano la domanda: come può uno togliersi la vita solo perché era preso in giro, o aveva paura di essere bocciato alla maturità, o simili?


Senza nulla togliere al dispiacere, lasciatemi però fare qualche riflessione per chi si chiede perché è stato "proprio lui" a fare questo gesto disperato, e "quale ragione c'era sotto"
Intanto è "proprio lui" solo per chi già lo conosceva; per tutti gli altri, la quasi totalità di coloro che hanno appreso la notizia dal giornale, è solo uno dei tantissimi che hanno una vita simile alla sua.
Anche su "cosa c'era sotto" credo che la risposta più sensata, almeno nel caso in cui non escano nuove informazioni dalle indagini, sia semplicemente che non c'era nulla di particolare: all'interno del foltissimo gruppo di persone in condizioni pressappoco simili c'è qualcuno che a un certo punto, senza preavviso e senza che gli succeda nulla di nuovo, abbandona tutto.

Vorrei fare un parallelo con eventi altrettanto tragici e "inspiegabili" in cui delle persone simili a moltissime altre si trasformano in brutali assassini; Jervis scrive dei ragazzi della strage di Columbine:
Benché poco socievoli e afflitti da qualche sentimento di inferiorità, i due non pare fossero portatori di una vera e propria patologia psichica
e su Erika e Omar, gli adolescenti assassini di Novi Ligure:
Anche in questo caso i due giovani, fortemente solidali fra loro, non erano affetti da problemi familiari più gravi di quelli di migliaia di altri adolescenti, né risultavano portatori di significativi disturbi mentali.
In sostanza, anche in quei casi "non c'era nulla sotto"; la conclusione che ne deriva lo psicologo (all'inizio del primo capitolo; leggetevi il libro comunque!) è essenzialmente che la maggior parte delle ragioni che spingono una persona a compiere un gesto estremo sono, almeno singolarmente, comuni a moltissime persone, che siamo quasi tutti "in potenza" assassini o suicidi ma è solo che le probabilità sono molto molto piccole per cui sono pochissimi i casi in cui il fatto succede, ma grazie ai media veniamo subito a saperlo (mentre tendiamo a ignorare la maggior parte degli adolescenti la cui vita finisce per ragioni meno spettacolari tipo un incidente d'auto o domestico, o una malattia)
Tanto per darvi una idea delle probabilità in gioco: accostarsi al tavolo della roulette e per sedici volte consecutive vincere puntando tutto sul nero accade addirittura una volta su 65'000, e in Italia di adolescenti ce n'è milioni.

Quindi, se da un lato questo discorso è preoccupante perché l'assassino o il suicida potreste essere voi o il vostro vicino di casa, in realtà potete dormire tranquilli perché non succede quasi mai.
Questo non toglie nulla, ovviamente, al dolore dei genitori del ragazzo o al fatto che abbia senso provare dispiacere al leggere la notizia (né basta a scagionare un adolescente assassino davanti alla giustizia).


postilla: se non avete capito il titolo del post, The Wrong Child è una canzone dei R.E.M. che parla di un ragazzo sfigato; tristissima, ma bella.

giovedì 1 novembre 2007

Inganni della percezione...

Lo sguardo si fa ingannare facilmente; per esempio, nel disegnino qua a fianco le due barre gialle non vi sembrano grandi uguali a causa delle rotaie nere.

In modi analoghi tendiamo a sentirci più poveri anche quando i prezzi non crescono più velocemente dei salari [vedi istat]

Corrias ci fa notare come anche la nostra percezione sulla criminalità sia forse sbagliata dal fatto che ciò che va male finisce sui giornali mentre ciò che va bene di solito non fa notizia.