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mercoledì 28 gennaio 2009

Two suns in the sunset

Se si potesse dare una ragione e un torto ai popoli, commentare la situazione in palestina non sarebbe così difficile: ha torto il popolo palestinese ad affidarsi a un'organizzazione terroristica come Hamas, ha torto il popolo israeliano ad affidarsi a un governo che affronta il problema palestinese con bombe e carri. Il fatto che Hamas non faccia solo terrorismo ma anche cose buone non ne salva la morale così come un dittatore non è mai accettabile anche se fa anche del bene. E se si può comprendere che un privato cittadino possa pensare 'ammazziamoli tutti questi bastardi terroristi', un paese deve essere più saggio non può lasciarsi andare a soluzioni facili e sbagliate (o quantomeno inefficaci). Se si potesse dare le colpe ai popoli, hanno entrambi torto ma se entrambi vogliono la distruzione propria e dell'altro, beh, che s'ammazzino pure, sono maggiorenni.

Ma le cose non sono così semplici, perché in realtà quello che esiste sono gli esseri umani, non i popoli, e la maggior parte - spero - degli esseri umani su entrambi i fronti non vuole l'annientamento dei propri nemici, specie non al prezzo dell'annientamento anche dei propri concittadini.
Certo, i cittadini di entrambe le parti dovrebbero avere il coraggio di opporsi alle decisioni sbagliate che prende 'il loro popolo'; votarsi dei governi migliori, fermare con la protesta civile una guerra sanguinaria e sbagliata, rifiutare l'aiuto di chi dice di prendersi cura di loro ma ha le mani sporche di sangue innocente inutilmente versato, opporsi a tutto ciò che allontana gli esseri umani solo perché sono al di qua o al di là di una linea su una cartina, per le loro origini o il loro credo.
Purtroppo non è facile, quando i kamikaze e i pazzi minacciano tutti i giorni di toglierti la vita o i tuoi cari (anche se pure in israele gli incidenti stradali o il fumo fanno probabilmente più morti). Non è facile quando la tua casa è stata distrutta da un tank e gli unici che ti danno una mano lo fanno sotto il nome d'Hamas.
Noi che viviamo nella tranquilla Europa possiamo pure provare a chiederci se ce l'avremo o no quel coraggio, ma certo non possiamo rispondere; chiediamoci piuttosto se possiamo fare qualcosa.

Temo che se non emerge una chiara volontà da parte dei cittadini di entrambi i lati a cambiare completamente rotta, le teste calde da entrambi i lati continueranno a prevalere, e i morti ad aumentare.
Sentivo per esempio ieri sulla BBC che le previsioni elettorali in Israele danno i falchi per grandi vincenti, nonostante la guerra, mentre sinceramente io mi sarei aspettato l'opposto, che la gente preferisse votare qualcuno che non fa centinaia di morti civili innocenti solo per dare ai suoi concittadini l'illusione di una maggiore sicurezza.

Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

[Bob Dylan]



(e se vi chiedete perché il post s'intitola "Two suns in the sunset", andatevi a sentire l'omonima canzone dei Pink Floyd, da "The Final Cut")

martedì 8 aprile 2008

Pechino 2008: COSA volete spegnere?

Alla fine i manifestanti sono riusciti nel loro intento: bloccare e spegnere la fiaccola olimpica. Contenti?
Io no: sempre meglio di quando l'hanno spenta quelli della no-tav, però la fiaccola olimpica spenta mi fa una grande tristezza...

Io sono d'accordo con l'organizzare manifestazioni (pacifiche) contro quanto sta accadendo in Tibet, e anche nello sfruttare la cornice mediatica delle olimpiadi per farle risaltare; e quindi mi va benissimo che si manifesti lungo il percorso della fiaccola olimpica.
Io sono anche d'accordo nel chiedere che i nostri capi di stato e ministri facciano capire chiaramente al governo cinese che si deve comportare diversamente - e non solo in Tibet - se vuole essere considerato un governo democratico e non un regime.
E sono pure d'accordo che il CIO colga l'occasione per esprimersi contro quanto accade in Tibet, cosi' contrario agli ideali di pace e fratellanza che animano le olimpiadi, e che magari collabori persino alla mediazione; e infatti cosi' sta avvenendo.


Ma, oltre a non avere nulla contro la maggior parte dei Cinesi, che penso farebbero volentieri a meno del regime e delle sommosse in Tibet, non ho nulla contro le olimpiadi.
Le olimpiadi, come ho già detto, sono per me qualcosa di positivo, ovunque esse vengano fatte - anche se le stessimo facendo dentro il covo di Bin Laden; dentro lo stadio sono tutti atleti liberi e uguali, in competizione ma non in guerra.
Certo, sarebbe stato meglio scegliere un'altra nazione, ma questo non cambia le cose.


Trovo profondamente sbagliato che i manifestanti vogliano bloccare la fiaccola olimpica, che vi siano scontri violenti con la polizia. E' completamente sbagliato: chi e' contro le violazioni dei diritti umani, contro le guerre e contro la violenza, dovrebbe portare avanti la fiaccola, non spegnerla. Portatela piuttosto accesa davanti all'ambasciata cinese assieme a uno striscione "le olimpiadi sono per la pace - fermate le violenze in Tibet" o simili.

Scusate, ma se non ci fossero le olimpiadi cambierebbe qualcosa nella vostra posizione sull'operato del governo cinese, su cosa accade in Tibet e sulle violazioni dei diritti umani in Cina? Spero di no.

mercoledì 31 ottobre 2007

Venti di guerra...

Due notizie mica tanto belle:
- in Birmania la protesta continua, e nel contempo Human Rights Watch accusa il governo di servirsi di bambini soldato reclutati con la forza [repubblica, hrw, dettagli].
- gli stati uniti offrono l'immunità alle bodyguard della blackwater per le uccisioni di civili; del resto in quanto cittadini americani non possono essere processati dagli iracheni per gli accordi presi nel 2003 (una cosa veramente orrenda!), non essendo militari non possono essere processati dai tribunali militari e non avendo commesso il reato negli usa non è chiaro se un tribunale americano regolare possa incriminarli; o meglio così dice repubblica, sul nytimes da cui viene l'articolo originale le cose sono un po' più complicate.

giovedì 18 ottobre 2007

C'è un po' di guerra avanzata in frigo ...

Non si può fare lo scudo spaziale e pensare che i Russi stiano lì a guardare...
e infatti ora pare vogliano potenziare i loro armamenti nucleari. E l'unione europea ha le sue buone ragioni per non essere entusiasta dello scudo spaziale.

Intanto Bush minaccia la terza guerra mondiale; o almeno così dice il manifesto, magari esagerano, ma sono quasi più propenso a credere che esageri Bush.

Benvenuti nel nuovo grande secolo americano

Queste cose non qualche anno fa non succedevano, o ero io che non leggevo i giornali?

A questo punto mi limito a citare una vignetta da PK (#25, fuoco incrociato)

La colonna sonora adatta per questo post è dai Pink Floyd, "Two suns in the sunset"
The rusty wire that holds the cork
That keeps the anger in
Gives way
And suddenly it's day again.
The sun is in the east
Even though the day is done.
Two suns in the sunset
Hmmmmmmmmmm
Could be the human race is run.
Beh, speriamo di no...

domenica 7 ottobre 2007

Peace is just a walk?

Sabato sera guardando la pagina di repubblica online per vedere le cattive notizie per l'indomani, mi sono ricordato che oggi, domenica, c'era la marcia della pace Perugia Assisi... e ho pensato che mi sarebbe piaciuto andarci.
Il sito di Trenitalia, però, era scoraggiante, sembrava sostenere che non c'era per me alcun modo per raggiungere la marcia prima che partisse (9:00), visto che non ci sono treni validi prima delle 6:30 del mattino. Però dopo l'una di notte, al ritorno dal cinema, ho giocato un altro po' con il sito delle ferrovie e con la mappina del percorso, e ho concluso che un modo c'era: partendo prima delle 7, con due cambi "volanti" (uno di soli 8 minuti!), si poteva arrivare alle 10:30 a Perugia San Giovanni, intercettare il corteo e percorrere gran parte della marcia.

Ho preparato lo zaino, ho puntanto una sveglia alle 6:15 e visto che erano già le 2:00 ho provato ad addormentarmi in fretta (con risultati deludenti).


Miracolosamente i treni si sono incastrati a dovere, nonostante quello prima del cambio di 8 minuti avesse 15 minuti di ritardo annunciato, e così alle undici meno venti ero nella coda del corteo.


Essendo da solo ho camminato più velocemente, per cercare di vedere tutto il corteo attraversandolo.
Il corteo era variopinto: bandiere, striscioni, magliette (preferibilmente rosse) e anche qualcosa di più stravagante, come potete vedere dalle foto su picasa.
Altre alle bandiere iridate della pace e a quelle delle organizzazioni umanitarie (a parte emergency, che non aveva bandiere ... ma in compenso aveva uno share enorme su magliette, cappellini e zaini), c'erano le bandiere di partiti e simili (verdi, prc, sinistra giovanile = giovani ds, sinistra democratica, ...), dei sindacati, di legambiente, di sardi, palestinesi, tibetani, gli ex partigiani, i gonfaloni dei comuni, che guevara, ...
Da parte mia, ero "in borghese", con solo una anonima maglietta rossa.






Nonostante a tratti il cielo fosse pieno di nubi nere, spesso splendeva il sole e non ha mai piovuto, rendendo la marcia piacevole; a causa di questo sono sorpreso che ci fossero molti pochi bambini in marcia: erano 24km in piano, meno faticosi di una vera gita in montagna, alla portata di tutte le persone di buona volontà con scarpe comoda. Se io avessi avuto dei bambini in grado di fare la passeggiata, molto probabilmente ce li avrei portati, mentre magari non l'avrei fatto se fosse stata una piovosa giornata d'inverno o un cammino assai più duro (fargli odiare la marcia sarebbe stato diseducativo), o se fossero stati troppo piccoli (è carina l'idea di marciare con il passeggino o un bimbo in spalla, ma magari il bimbo non capisce e non apprezza).

Gli scout cattolici dell'AGESCI, camicie blu e "promessa" intorno al collo, erano tantissimi, una porzione considerevole del totale dei marcianti; con mio sollievo però c'era anche qualche scout laico del CNGEI (io che non credo ho fatto al CNGEI un anno di "lupetti", la categoria d'età prima degli scout; però il mio gruppo era noioso, ci facevano cantare moltissimo e non ci facevano quasi mai camminare o fare cose da "giovani marmotte", e quindi poi ho abbandonato).

Lungo il cammino c'erano tendoni delle associazioni umanitarie, baracchine della porchetta, bancarelle che vendevano cibo equo e solidale (a cui ho attinto per sostentarmi in quanto m'ero portato poche provviste per essere più leggero) o genericamente cibo "domestico" e comunitario, venditori di bandiere e magliette di ogni sorta, distributori e venditori di giornali politici, e persino delle persone che regalavano davvero abbracci (non lo avevano solo scritto sulla maglietta) come in programma tv che avevo visto in Spagna.




Sono arrivato finalmente ad Assisi verso l'una e mezza, avendo quasi raggiunto la testa del lunghissimo corteo, verso l'una e mezzo dopo tre ore di cammino non interrotto
In cima mi sono finalmente seduto a riposare un pochino, a risistemarmi le scarpe perché i piedi si lamentavano (le scarpe da corsa hanno buone suole, ma alla lunga stringono troppo) e poi ho fatto un po' di turismo. Non ero mai stato ad Assisi, la cittadina è bella, anche se le diverse chiese da fuori s'assomigliano un po'; sono anche entrato nelle chiese di San Francesco (e la mia opinione è che quella inferiore è decisamente più bella) e ho girato per le viuzze, per poi salire alla rocca (con un grande striscione "Libertà per Myanmar") e sentire l'inizio dei festeggiamenti.

Me ne sono partito presto, visto che avevo ragioni per sospettare che il viaggio di ritorno sarebbe stato più lungo. In parte in questi casi è l'ansia e l'emozione (o forse in termini medici l'adrenalina) che ti fa scorrere il tempo più in fretta prima mentre dopo sembra tutto facile ma molto lento; in parte sono i treni che non sono simmetrici visto che il ritorno è durato quasi il doppio anche usando l'orologio standard invece di quello biologico (però il biglietto di ritorno è costato poco più di metà di quello d'andata, quindi ha senso), e dopo aver cenato con panino alla porchetta a Firenze un pacifico e lento regionale m'ha riportato verso le 10 di sera a Pisa. (però mi irrita che ci possa volere 1h30 per pisa-firenze se firenze-venezia sono 2h40 anche con un treno senza supplemento)

Finita la descrizione, lasciatemi però fare un po' di commenti di concetto, visto anche che alcune delle foto sono scelte proprio per quello.

Sinceramente non credo che legambiente, la cgil, o l'associazione dei genitori di bambini autistici o simili siano poi così intrinsecamente collegate con la pace; c'erano persino dei manifesti su cosa la regione umbra avrebbe dovuto fare o non fare con le acque di un qualche fiume, una problematica del tutto avulsa.
C'è una grande tendenza a fare un minestrone di cose genericamente "buone" che mi ricorda gli integratori di vitamine e minerali: credo sia il caso di rendersi conto che pace, giustizia, diritti umani, uguaglianza, felicità, ambientalisimo e compagnia varia, pur essendo tutti "bene", sono cose distinte; e che se uno di norma è a favore di tutte, questo non basta a risolvere tutti i dilemmi possibili: per esempio il caso di una dittature in cui c'è pace e una certa dose di uguaglianza e diritti (p.es. l'Iraq prima della guerra) in cui avviene una rivoluzione violenta; se i monaci della Birmania invece di marciare pacificamente avessero risposto al fuoco dei poliziotti, o molti sarebbe forse stato per loro comunque, ma non tutti; e se avessero iniziato una rivolta violenta, la situazione sarebbe stata ancora più complicata. Non dico che uno debba dare un'espressione quantitativa di quanto pesa i relativi "beni" per valutare le cose, anche perché sarebbe probabilmente impossibile e in larga misura inutile; ma dichiararsi a favore di una singola cosa "senza se e senza ma" ha un significato preciso (e molto drastico, che non credo rispecchi veramente i pensieri di quelli che talvolta lo gridano ai cortei), e dichiararsi "senza se e senza ma" per più di una cosa non vuol dire assolutamente nulla.
Di certo prima o poi vorremo tutti questi beni, e sarà anche forse vero che non si può avere solo alcuni di questi beni senza altri (ma non ne sono così convinto, almeno per tempi scala di una vita umana), ma rendiamoci conto che il cammino, specie in paesi "sfortunati" può essere lungo e comportare magari anche temporanei regressi in alcuni beni.
Comunque in questo corteo c'era molta tolleranza, marciavano assieme sostenitori del Che e di Ghandi, e spero si rendessero conto delle differenze abbastanza profonde fra di loro.

Veniamo ora alla questione palestinese: oltre a tante bandiere normali c'era persino una bandiera enorme portata come striscione da un folto gruppo; e ovviamente non c'erano bandiere israeliane. Questo, secondo me, era decisamente incoerente con l'idea di "pace": da entrambi i lati ci sono morti innocenti, e gruppi forti che si oppongono al negoziato (la destra israeliana, e hamas che non vuole riconoscere l'esistenza di Israele), che per la difficile situazione riescono talvolta anche a vincere le elezioni... portare i colori di solo uno a questa manifestazione è sbagliato, anche perché la pace ci potrà essere solo con un accordo di entrambi (o quando saranno riusciti a sterminarsi completamente a vicenda ...vedi "Two suns in the sunset, Pink Floyd: "ashes and diamonds / foe and friend / we were all equal / in the end"); se trovo un po' di tempo di giocare con il fotoritocco vi produco qualche tipo di bandiera ibrida che avrei preferito vedere, ma alla fine mi sarei anche accontentato di vedere le due bandiere legate assieme alla stessa asta.

Poi passiamo alla protezione civile e soprattutto ai partigiani. I partigiani sono stati di fatto, e forse anche di nome, un reparto dell'esercito italiano; nonostante questo, io sono convinto che non fossero fuori posto nel corteo, anche se magari altri avrebbero potuto pensarlo. Il fatto è che anche il singolo concetto di "pace" è scivoloso... per citare fatti più recenti della resistenza italiana, la guerra in Afghanistan e Iraq, sono state fatte "per la pace" nell'ottica di alcuni, ma non di altri (un po' come il WTO è contro la povertà nel mondo tanto quanto i no global, ma solo in modi diversi); e quindi anche in questo caso chiedetevi se per voi era "pacifico" fare guerriglia contro i nazifascisti invece di lasciargli conquistare il modo e tenerlo sotto qualche sorta di la "pax hitleriana": io penso di si, ma non sarei certo sbalordito di trovare altre opinioni.

E così una volta superato il vecchio partigiano, mentre camminavo riflettevo sulla questione del porgere l'altra guancia, in casi meno banali dell' uno-contro-uno in cui di solito lo si applica. Nell'uno-contro-uno, dopo che t'hanno tirato lo schiaffo, puoi rendere lo schiaffo, porgere l'altra guancia, o magari "parare"/"schivare" il prossimo schiaffo; io forse sono per la terza opzione, ma la seconda è ugualmente rispettabile (mentre l'occhio-per-occhio è forse giusto, ma pericoloso per tutti).
Se però pensate alla situazione in cui c'è un gruppo di persone e uno schiaffeggiatore (che è quasi sempre il caso reale con criminali, dittatori, guerre, ...), e alcuni degli schiaffeggiandi sono più deboli e non possono porgere l'altra guancia perché il primo schiaffo li mette già al tappeto, e c'è uno che invece può fermare lo schiaffeggiatore... beh, io sto inizando a pensare che non si possa "porgere le guance degli altri", ciascuno ha diritto di prendersi il colpo su entrambi i lati della sua faccia se lo ritiene giusto ma poi si comunque fare il bene degli altri, e se qualcuno dei deboli lo schiaffo non lo vuole questo significa che bisogna fermare lo schiaffeggiatore. Anche qui sto solo dicendo la mia opinione, le vostre possono essere diverse.


Per finire in modo meno serio, eccovi una playlist a tema con le più significative canzoni che m'ero portato da sentire in viaggio:
- Dire Straits: Brothers in arms (per la pace) e Walk of life (per la camminata)
- Pink Floyd: The gunner's dream, The post war dreams (quasi tutto The Final Cut andava benone)
- R.E.M. The sidewinder sleeps tonite [note in cui si spiega che il sidewinder è un missile, oltre che un serpente], We walk (solo per il cammino)
- Queen: One vision
- The Cranberries: War child
- Eurythmics: Peace is just a word (è bella e mi ha fornito il titolo, ma non c'enta troppo...)
Off topic, ma significative per la giornata c'erano
- Smash Mouth, Then the morning comes che, come sveglia sul cellulare, m'ha tirato giù dal letto prima dell'alba
- R.E.M. Daysleeper per le quattro ore scarse di sonno
M'ero anche preparato se qualcosa fosse andato storto con:
- Dire Straits, It never rains (ma non ha piovuto)
- R.E.M.: Bad day (serve di rado, ma quando serve spesso manca)
Ho scelto solo fra musica rock che ascoltavo in questi giorni, e ho fatto la selezione di fretta all'1:45, quindi non stupitevi delle carenze; ovviamente poi mi sono portato anche altra musica per riempire il tempo, sia degli artisti qui sopra sia dei Dream Theater.