giovedì 31 gennaio 2008

Leggere fa male...

Una notizia lampo, su cui mi sono imbattuto mentre curiosavo sul sito del corriere durante la parte noiosa di un workshop a Perugia.

Uno studente Afgano rischia la pena di morte per aver scaricato da internet un articolo critico contro il regime e averlo letto in pubblico.

Trovate l'articolo sul corriere, con un link all'indipendent che sta facendo una raccolta di firme online per protestare sulla cosa.

Una cosa minore ma non trascurabile nell'ambito dell'assurdità della notizia è che si parla di Afganistan, non di Iran o Pakistan; l'Agfanistan è dove siamo andai a esportare la democrazia sotto l'egida dell'ONU. Ci siamo riusciti così bene? Può, un governo che è supportato e tenuto in piedi dall'ONU mettere a morte uno studente solo perché non condivide alcune idee integraliste sulla condizione della donna?

Giovanni

domenica 13 gennaio 2008

Quando manca il tempo

Ieri, ritornato veramente a Pisa, ho guardato i trovato i miei ciclamini sul davanzale e li ho trovati quasi morti - sono stati trascurati troppo a lungo, avevano quasi tutte le foglie gialle e i fiori con il capo chino; gli ho dato un po' d'acqua, e oggi iniziano a riprendersi.

Ripensandoci oggi, anche questo blog sta venendo troppo trascurato nelle ultime settimane; non che manchino cose da scrivere, soprattutto manca il tempo di scriverle: spesso sono di fretta, e quando ho un po' di tempo a quel punto sono stanco.
Comunque vediamo se un po' di sforzo basta a far rialzare il capo anche al blog e non solo ai ciclamini.

Cose da fare, in queste ultime settimane, ce ne sono state tantissime - oltre alle vacanze, ovviamente.
Nel lavoro, ho aperto troppi fronti:
  • Sto collaborando a un'analisi su Drell-Yan e Z' a LHC insieme a un po' di Pisani, gente della Florida, di Dubna e forse qualcun altro ancora - e dovremmo finire di scrivere il lavoro entro fine gennaio.
  • Sto lavorando a software per analizzare i dati di LHC che sia d'utilità comune a chi studia cose diverse, con la filosofia che è meglio avere pochi programmi flessibili e fatti bene che tanti fatti male e di fretta da gente che magari non sa scriverli e non vuole impararlo. E questo richiede un notevole sforzo non tanto per scrivere i programmi, ma per capire dagli altri cosa vogliono prima, e convincerli poi a usare quello che gli hai dato.
    Riguardo a questo, dobbiamo avere un prototipo di un grosso set di strumenti pronti per il 29 gennaio, e solo la settimana scorsa siamo riusciti a raggiungere un accordo su quali strumenti e come vanno fatti - grazie a un paio d'ore di discussione dal vivo a un tavolino della caffetteria del CERN, visto da centinaia i email e powerpoint in videoconferenza non si cavava nulla.
  • In teoria dovrei anche occuparmi del "Tracker software qualification and performance" ma per fortuna è una cosa abbastanza vaga, e posso decidere io quanto tempo dedicarci.
  • A fine gennaio c'è un workshop italiano sulla fisica a LHC, in cui di solito fanno parlare i giovani; e "mi hanno offerto volontario" - insieme a una tipa di Roma - per parlare della fisica del top nel nostro esperimento.
    A complicare le cose c'è il fatto che io ho smesso di occuparmi di top da dopo la tesi, e lei ha iniziato a lavorarci da 1 mese mentre prima faceva tutt'altro; e quindi dobbiamo prima impararci bene cosa si sta facendo, per evitare di arrampicarci sugli specchi e far fare una figuraccia al nostro esperimento.
  • E poi, visto che l'esperimento è una "collaborazione", devo dare una mano in generale agli altri per le cose che magari io so e loro non ancora.
E così forse potete capire perché manca sempre il tempo
Lavoro a parte, recentemente sono anche riuscito a leggere un paio di libretti. Il primo è un giallo di Fred Vargas, "L'uomo dei cerchi azzurri". Carino, ma era decisamente più divertente "Chi è morto alzi la mano" ("Debout les morts" in Francese), forse perché preferisco i tre storici strampalati del secondo libro al detective donnaiolo che trae le sue conclusioni dal nulla, protagonista del primo.

L'altro, più impegnato, è "Il liberismo è di sinistra" di A. Alesina e F. Giavazzi (il secondo aveva parlato in SNS qualche mese fa a un venerdì del direttore). Secondo gli autori, ora in Italia il liberismo gioverebbe a tutti, e la difesa dello status quo da parte di tanti politici e sindacati danneggia anche per più deboli. Non ne so abbastanza da poter dire se hanno ragione, se si sbagliano o se mentono fraudolentemente, ma li ho trovati abbastanza convincenti.
Al venerdì del direttore uno studente ha fatto notare che secondo lui il liberismo non è di sinistra, sono le persone che erano di sinistra che ora stanno diventando liberiste. Lo studente ha abbastanza ragione a dire che il liberismo non era di sinistra - e del resto persino la meritocrazia non era di sinistra - ma mi sembra naturale (e doveroso) che la sinistra si evolva nella sua visione, soprattutto economica, in un mondo che cambia. Il fine della sinistra rimane comunque lo stesso: migliorare le condizioni di chi sta peggio, combattere le ingiustizie, dare a tutti le stesse possibilità in partenza - poi se uno non le sfrutta affari suoi, garantire i servizi sociali quali l'assistenza sanitaria. E quindi se quelli che erano di sinistra diventano liberisti, possono benissimo rimanere di sinistra; magari pure più di sinistra di quelli che ostacolano i fini della sinistra in nome di quelli che erano i mezzi "canonici" della sinistra marxista del passato.

Ma mi sono dilungato troppo nella politica

giovedì 3 gennaio 2008

Non sono ancora tornato

Nonostante non abbia più scritto nulla per più d'un mese, sono ancora vivo; è solo che prima ero troppo preso dal lavoro e troppo stressato, e poi ero troppo rilassato e in vacanza per mantenere i contatti - a parte un po' di messaggi d'auguri.

Non ho certo ora di mettermi a discutere di questioni serie ispirati alla cronaca, o di lasciarmi andare a proponimenti e riflessioni per il nuovo anno in arrivo;persino per la ricetta della torta di natale, prodotta in collaborazione con madre e fratello, dovrete attendere qualche altro giorno.

Per oggi mi limito a mettere una piccola foto dalla montagna, la "versione invernale" di quella di luglio '07; fino al 2 gennaio il tempo lassù era splendido, e ho potuto percorrere in lungo e in largo le piste da sci di fondo della val di Cogne.
Adesso sono ritornato a Genova, ma mi sono portato dietro la neve: la pianura padana era persa nella neve (invece che nella nebbia), e persino quaggiù, sul mare, nevicava.

Manca ancora qualche giorno prima ch'io debba tornare al lavoro, e parte della prossima settimana sarò di nuovo a Ginevra, quindi non mi vedrete a Pisa ancora per un po'.

Buone vacanze!