sabato 8 settembre 2007

Chi dobbiamo mandare a fanculo?

Lasciatemi esprimere qualche opinione in liberà sulle tre richieste del V-Day di Grillo.

Ineleggibilità dei condannati in via definitiva
Certo, non va bene avere dei condannati, specie per reati di mafia, in parlamento. Però secondo me il problema non è che sono eleggibili ... è che sono eletti. In altri termini, il problema grosso è che c'è gente che vuole avere in parlamento delle persone anche se sono disoneste. Il fatto che talvolta ci siano le liste bloccate complica un po' le cose, però uno dovrebbe comunque astenersi dal votare quel partito e/o, se per altre cose si sente rappresentato da quel partito e non si hanno alternative valide, lamentarsi presso il partito stesso chiedendo che i delinquenti siano tolti dalla lista.
Il fatto che a un disonesto possa convenire di votare un candidato disonesto non è una scusante: i disonesti dovrebbero essere una minoranza e quindi candidati disonesti non dovrebbero venire eletti; se non sono una minoranza, è un problema grosso anche più del fatto che abbiano dei rappresentanti in parlamento.

Comunque, visto che il problema più grosso è più difficile da risolvere perché richiede di cambiare la società invece che una legge, si può forse anche fare la legge, ma per come mi pare formulata la proposta sono nemmeno tanto convinto che sia giusta: detta così, eviterebbe per esempio la possibilità di rendere eleggibile una persona che da giovane s'è macchiata di reati e poi si è pentita, ha espiato ed è ora in regola (p.es. il figlio di un mafioso che da giovane viene arrestato, passa vent'anni in carcere e decide di darsi alla vita onesta); però sono d'accordo che quelli che non hanno ancora pagato per i loro reati dovrebbero prima pagare e poi eventualmente farsi eleggere.

Limite dei due mandati
Mi sembra sbagliato: se uno è bravo a fare il suo mestiere mi sembra giusto che continui a farlo. E' utile che ci sia ricambio, ma dovrebbero pensarci i partiti a farlo mandando in parlamento oltre ai veterani una buona parte di giovani, eventualmente anche meno bravi dei vecchi ma che devono fare esperienza, altrimenti non possono migliorare.

In mancanza di un iniziativa del genere da parte dei partiti può essere pensabile richiedere una "quota giovani" nel parlamento, riservata alle persone che non sono mai state elette prima, un po' come in alcuni paesi c'è un vincolo sulla frazione di donne in parlamento; sinceramente le quote non mi piacciono, le cose dovrebbero funzionare bene anche senza (a parte casi sfigati, e concettualmente diversi, tipo le assunzioni dei disabili nelle aziende), per esempio in questo caso i partiti e gli elettori dovrebbero capire che è utile che i loro giovani facciano esperienza sul campo.

Elezione diretta dei candidati
Già a suo tempo avevo espresso le mie perplessità su questo punto: io trovo abbastanza insensata l'idea che la rappresentanza nel parlamento nazionale sia collegata con il posto in cui uno vive; a parte per portare avanti il provincialismo, a cosa serve eleggere un rappresentante dei Pisani in parlamento?
E poi teniamo conto che anche con sistemi maggioritari o simili ci sono in una circoscrizione meno candidati che partiti, quindi il votare il candidato restringe persino le tue possibilità d'espressione politica. Un esempio può essere una circoscrizione in cui il candidato dell'Ulivo è della Margherita e uno vorrebbe votare Rifondazione o viceversa: uno dovrebbe votare per mandare in parlamento una persona che si trova a 30° di separazione angolare dal partito in cui si identifica, sarebbe meglio poter votare solo il partito. E fare un maggioritario con tanti candidati non funziona, le minoranze distribuite uniformemente sul territorio non ricevono alcuna rappresentanza. Nel maggioritario i diversi partiti di una coalizione riescono a spartirsi le candidature in modo da cercare di avere rappresentanti anche delle minoranze, scegliendo i candidati dai partiti con probabilità proporzionale alla base elettorale, e distribuendoli nel posto giusto per facilitarne l'elezione... non mi pare un meccanismo più pulito delle liste chiuse, e in più c'è il rischio che se l'elettorato non si comporta come la coalizione pensava tutto vada a ramengo.

Una soluzione sarebbe fare le elezioni nominative su base nazionale, ma con centinaia di onorevoli da eleggere ci sono dei grossi problemi, perché la lista dei candidati di ogni partito dovrebbe essere enorme:
- Come potrebbe il singolo elettore conoscerli tutti? è assai più facile conoscere i partiti.
- Ciascun elettore dovrebbe votare il candidato che preferisce: anche tenendo conto delle differenze di valutazione dei singoli elettori, probabilmente le preferenze finirebbero a ben pochi dei questi candidati, e per completare il numero di seggi saresti costretto a prendere (su base proporzionale per partito?) persone che hanno ricevuto ben poche preferenze.
Se non hai una qualche forma di recupero delle preferenze in eccesso oltre a quelle necessarie per eleggere un candidato le strategie ottimali per gli elettori diventano un casino, in quanto dovrebbero cercare di distribuire le proprie preferenze più o meno uniformemente fra i candidati che possono eleggere (tenuto conto della base elettorale del partito)... orrore.

Insomma, in conclusione:
- se il tuo partito funziona usa i seggi che ottiene con le elezioni per mettere delle persone che rappresentano bene il suo elettorato, e può anche inserire un congruo numero di giovani a fianco dei vecchi (*), e scegliendo persone con background diversi e quindi in grado di avere, integrando sul partito, una buona visione dei problemi da tutti i punti di vista
- se il tuo partito non funziona o cambi partito o ti lamenti con loro per ottenere che funzioni.

(*) non parlo delle quote donne perché tutto sommato mi pare offensivo nei loro confronti l'idea che uno debba mettere apposta un numero di donne nel parlamento, come se fossero un peso come nelle partite di calcio a scuola; se la capacità politica non dipende dal genere, e se le possibilità diventano uguali grazie alla divisione del lavoro in casa, agli asili nido, alle leggi di tutela della maternità e simili le donne dovrebbero finirci naturalmente, in quantità proporzionale alla quantità di donne con vocazione politica rispetto agli uomini.

Quindi capisco la voglia di gridare vaffanculo, ma non ho intenzione di firmare la proposta di legge. Apprezzo lo sforzo di Beppe Grillo nel farci notare i problemi, ma con tutto il rispetto non condivido le sue risposte a quei problemi; i problemi secondo me non sono nelle leggi, sono nei partiti e nella società, e per risolverli devi cambiare quelli (e almeno per i partiti dovrebbe essere possibile farlo, magari gradualmente; o quantomeno ci si prova).

2 commenti:

gpetruc ha detto...

Una piccola aggiunta. Secondo Repubblica, Bossi è uno dei condannati in via definitiva che siede in parlamento, reo di vilipendio alla bandiera.

Nonostante io detesti Bossi e la Lega, le loro opinioni e il loro modo di esprimersi, io sarei contrario a cacciare Bossi dal parlamento (ma sarei ben felice che la gente non lo votasse e quindi che non ci finisse).
In fondo, era un atto dimostrativo non violento di delle idee che il suo partito sostiene ... idee del c***o, certo, ma la gente deve capirlo da sola, e non è chiudendogli la bocca che ottieni questo.

I reati per cui i politici non dovrebbero essere assolutamente eleggibili sono quelli collegati all'abuso di potere, come per esempio la corruzione.

Corrado ha detto...

Molto d'accordo. Sulle preferenze, poi, nessuno ricorda che tutto è cominciato proprio da un referendum che chiedeva di abolirle (la preferenza unica di Mariotto Segni). E' paradossale che ora lo stesso tipo di critica alla partitocrazia chieda il contrario...