Manca una settimana alle elezioni - fra sette giorni sapremo quale sarà il destino del nostro paese nei prossimi anni; o meglio, fra sette giorni daremo il nostro contributo a decidere quale sarà il destino del nostro paese nei prossimi anni.
Nonostante si torni alle urne con la legge porcata, la situazione politica è cambiata visibilmente: l'altra volta c'erano due grosse coalizioni ciascuna intorno al 50% dei voti; ora c'è il grosso blocco un po' eterogeneo del centro destra (FI+AN+Lega), il PD "quasi da solo", e tre o quattro blocchi minori (sinistra arcobaleno, udc, rosa bianca, la destra).
Ci sono diversi scenari possibili, ma la cosa più probabile è che centrodestra e centrosinistra prendano la maggior parte dei voti, con ahimé il centrodestra in vantaggio, e i vari partitini riescano a far passare una piccola rappresentanza almeno alla camera.
E a questo punto siamo di nuovo al problema di come costruire un governo (a meno che il PdL riesca a governare da solo, senza né centro né destra) mettendo assieme coalizioni eterogenee, però il potere di ricatto dei partitini dovrebbe essere ridotto rispetto alle ultime elezioni.
La situazione si complicherebbe parecchio se sinistra più centrosinistra superassero il 50%, cosa assai improbabile, perché a quel punto Mr. B non potrebbe governare nemmeno raccogliendo a sé il centro e la destra...
Però il perdersi in queste speculazioni è inutile ora, passiamo a discussioni più serie.
L'attuale governo dell'Unione ha ottenuto alcuni buoni risultati, anche se il ritorno di popolarità è stato minimo, ma aveva un problema di fondamenta: per scongiurare la vittoria di Mr. B s'era assembrata una coalizione assolutamente incoerente, con radicali e ultracattolici, un sinistra così massimalista da voler cambiare l'accordo sul welfare da loro stessi avevano firmato e approvato anche dal referendum fra i lavoratori, Mastella l'equivoco (a essere gentili), Dini in continua polemica, ... non c'è da meravigliarsi se il programma fosse di 280 pagine e dicesse tutto e l'opposto di tutto.
Questa volta c'è stato a sinistra un cambiamento di tendenza, che io giudico positivo: s'è prima deciso un programma - più corto e più coraggioso, contenente anche affermazioni non condivisibili da tutti - e poi s'è formato un piccolo gruppo attorno ad esso (PD con i radicali, più l'IdV). Se poi il gruppetto potesse anche vincere, sarebbe una gran mossa, mentre così è di più problematica intepretazione.
Mi pare inutile lanciare un'appello contro Mr. B - tutti lo conoscete già - però la ragione per andare a votare non è quella di combattere il cavaliere ed evitare che il lato oscuro abbia il sopravvento. Questo l'abbiamo già fatto troppe volte, magari con il naso turato e non sempre vincendo.
La ragione per andare a votare - e votare il PD - è che rappresenta un tentativo di fare qualcosa di meglio nella politica italiana; un tentativo che, se non riceve sostegno, rischia di finire nel nulla.
Non voglio spacciarvi il PD per quello che non è: ci sono ancora un sacco di ombre, punti non chiari, dinosauri della politica, clientele, alcuni personaggi dal passato oscuro, problematiche irrisolte anche su temi chiave tipo la laicità
Però rappresenta pur sempre un passo avanti, sia sul piano dei programmi che su quello delle persone (un po' di facce nuove e giovani in più). Il problema è che per cambiare serve il sostegno: i partiti non giocano per perdere (di solito), e fin tanto che i candidati d'apparato raccolgono più consenso degli outsider è quelli che troveremo in parlamento. You get what you ask for (even if it's not what you want), così funziona la democrazia: per questo bisogna darsi da fare, sia con il voto che con le altre forme di partecipazione (circoli territoriali o virtuali, discussioni e raccolte di firme, manifestazioni, lettere, ...).
L'astensionismo, il voto di protesta o simili non portano nulla, e del resto non sono facili da interpretare (come può il PD capire che "alcuni dei suoi potenziali elettori hanno votato scheda bianca perché avrebbero voluto una posizione più decisa sul campo dei finanziamenti alla ricerca e sulla tutela delle coppie di fatto"?).
Sarebbe bello se non ci fosse bisogno di fare nulla, se la politica funzionasse bene da sola; però visto che non è così, non serve solo lamentarsi, occorre darsi da fare. Se volete lamentarvi, fatelo con i partiti di cui può interessarvi qualcosa, in modo che possano tenerne conto davvero.
Magari non si vince, ma quantomeno si prova a vincere con dignità - speriamo alla peggio di perdere con dignità.
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