Nell'ultimo periodo ha riscosso grande popolarità a sinistra il nuovo caso Lewinsky italiano - insomma, tutti si lamentano sostenendo che la ministra delle pari opportunità abbia ottenuto la sua carica attraverso "favori personali" al presidente del consiglio.
Vorrei a questo punto cercare di mettere un po' d'ordine nella questione, con il rischio d'andare in controtendenza.
A parer mio, non è affare dell'opposizione il modo in cui il premier sceglie i suoi ministri; al massimo, può essere affare della maggioranza, che potrebbe chiedere più chiarezza su come sono scelti i nomi; l'unica questione politicamente rilevante per chi non ha votato PdL è se la ministra in questione svolga bene il suo ruolo di ministra o no - per il resto può essere maiala o suora ma non sono affaracci nostri.
La scelta dei ministri non è un concorso pubblico o una selezione per un posto di lavoro: in quei casi vi sono delle regole, e chi seleziona le persone deve farlo in base a certi requisiti e non in base alle "preferenze personali" - viceversa è reato - ma per i ministri il premier deve fare una lista di nomi, proporla al parlamento e se i rappresentanti eletti dal popolo l'approvano va bene così.
Non mi risulta che in Italia quello che si chiacchiera essere avvenuto fra il premier e la ministra costituisca reato (a meno che non ci siano gli estremi per accusare Mr. B di mobbing) e nemmeno offesa al pubblico decoro (se fatto in privato). Se le intercettazioni incriminassero la ministra per associazione mafiosa sarebbe diverso, ma il fatto che in privato sia maiala va posto allo stesso livello dell'essere simpatica o antipatica - può influenzare le decisioni personali ma non quelle di un movimento politico.
Insomma, abbiamo tanti validi motivi per parlar male del premier e magari anche della ministra delle pari opportunità, evitando di entrare negli affaracci in questo caso in cui non ci riguardano e non sono nemmeno giuridicamente rilevanti.
domenica 13 luglio 2008
giovedì 10 luglio 2008
Italia amara

Da un lato abbiamo il governo, che invece di governare si preoccupa degli interessi del proprio capo, a danno di quelli nostri.
Dall'altro abbiamo un'opposizione che non fa nulla, o se fa qualcosa non e' in grado di comunicarlo; insomma, e' veramente difficile dirsi orgogliosi del PD.
Inoltre, si porta dietro il peso dell'indulto che permette a molti di dire che "sono tutti uguali, Pd e PdL, anche sulla giustizia": il latte e' stato versato, ma forse ci si potrebbe fare comunque qualcosa, tipo cercare di spiegare le ragioni di quel provvedimento, o dire che e' stato un errore, o entrambe le cose (ma con coerenza)... ma tacerlo non serve a nulla, in questi casi.
Poi c'e' la piazza: tantissime brave persone, e qualcuno che urla troppo; e tutti si occupano solo degli errori della piazza e non del fatto che migliaia di persone hanno manifestato sopratutto contro l'orrore di alcune leggi fatte per gli interessi del premier; e perche' no, anche contro un'opposizione non all'altezza del suo ruolo, critica legittima a cui il PD dovrebbe reagire in modo positivo, o che dovrebbe contestare.
Tristemente piu' che il cercare l'accordo fra l'opposizione in aula e l'opposizione in piazza - animate in gran parte dagli stessi intenti - si cerca lo scontro, in parte trovandolo. Scontro che non puo' che essere senza vincitori ne' vinti (credete che fra 5 anni l'IdV vincera' da sola le elezioni? o che lo fara' il timido e squallido PD? o l'unica vera sinistra dei duri e puri perche' questo PD e il PdL sono tutti la stessa cosa?)
Qualche sforzo positivo c'e', sia da parte delle personalita' presenti alla manifestazione che hanno cercato di di prendere le distanze dalle urla eccessive e fuori tema, sia da chi cerca di spiegare come le politiche del Colle sono dettate dalla ricerca del male minore per evitare lo scontro, e non da connivenza o imbecillita'.
martedì 8 luglio 2008
Un morso
lunedì 7 luglio 2008
sabato 5 luglio 2008
La via della perfezione è cosparsa di ... caffè
mercoledì 2 luglio 2008
ma prima del golpe, consigli per gli acquisti
Non c'è che dire, la situazione italiana è strana... quando c'è il Berlusca al governo, molti esponenti della sinistra gridano all'imminente fine della democrazia a causa delle leggi ad personam o adversos iudices; nel contempo Berlusconi dichiara che la sinistra e la magistratura sono sovversivi che stanno tentando di rovesciare il suo governo, espressione della volontà popolare; e le due proteste si alimentano vicendevolmente.
Nel frattempo, però, la democrazia resiste, ma il paese va a rotoli, e gran parte della gente si disinteressa della polemica (ma non del paese, almeno fin quando i problemi del paese lo toccano direttamente).
Ma cosa sta succedendo davvero?
Se volete la mia opinione personale, dopo un po' di riflessioni recenti, eccola: Berlusconi non sta facendo il colpo di stato, nonostante i modi con cui agisce siano da fine della democrazia, sta solo facendo i suoi comodi a nostre spese (non che questa sia una bella cosa, ma non costituisce colpo di stato).
In realtà, se volesse rovesciare la democrazia avrebbe i mezzi per farlo - o quantomeno per provarci, poi magari qualcuno lo fermerebbe - ma non è a quello che mira: non è un Mussolini, a lui interessa solo d'essere ricco, potente e famoso e risolvere i problemi (legali) suoi e dei suoi amici.
Concludendo, quello di cui bisogna accusarlo è di stare curando soprattutto gli interessi suoi invece di quelli del paese, che vengono trascurati o addirittura colpiti (p.es. dalle leggi 'salva rete4').
Non è un'accusa da poco, anche se fa meno effetto mediatico del dire 'vuole distruggere la democrazia'.
Inoltre questa accusa permette - o meglio richiede - critiche costruttive "invece di perdere tempo con la salvapremier, perché non affrontare il più serio problema [...] facendo [...]".
Ma forse è che la sinistra non ha voglia di fare critiche costruttive, o non ne è in grado e preferisce dire solo "colpo di stato" (Grillo, o Di Pietro) o "questo compromette il dialogo sulle riforme" (PD); che tristezza...
Nel frattempo, però, la democrazia resiste, ma il paese va a rotoli, e gran parte della gente si disinteressa della polemica (ma non del paese, almeno fin quando i problemi del paese lo toccano direttamente).
Ma cosa sta succedendo davvero?
Se volete la mia opinione personale, dopo un po' di riflessioni recenti, eccola: Berlusconi non sta facendo il colpo di stato, nonostante i modi con cui agisce siano da fine della democrazia, sta solo facendo i suoi comodi a nostre spese (non che questa sia una bella cosa, ma non costituisce colpo di stato).
In realtà, se volesse rovesciare la democrazia avrebbe i mezzi per farlo - o quantomeno per provarci, poi magari qualcuno lo fermerebbe - ma non è a quello che mira: non è un Mussolini, a lui interessa solo d'essere ricco, potente e famoso e risolvere i problemi (legali) suoi e dei suoi amici.
Concludendo, quello di cui bisogna accusarlo è di stare curando soprattutto gli interessi suoi invece di quelli del paese, che vengono trascurati o addirittura colpiti (p.es. dalle leggi 'salva rete4').
Non è un'accusa da poco, anche se fa meno effetto mediatico del dire 'vuole distruggere la democrazia'.
Inoltre questa accusa permette - o meglio richiede - critiche costruttive "invece di perdere tempo con la salvapremier, perché non affrontare il più serio problema [...] facendo [...]".
Ma forse è che la sinistra non ha voglia di fare critiche costruttive, o non ne è in grado e preferisce dire solo "colpo di stato" (Grillo, o Di Pietro) o "questo compromette il dialogo sulle riforme" (PD); che tristezza...
martedì 1 luglio 2008
Spisanamento?
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