mercoledì 2 luglio 2008

ma prima del golpe, consigli per gli acquisti

Non c'è che dire, la situazione italiana è strana... quando c'è il Berlusca al governo, molti esponenti della sinistra gridano all'imminente fine della democrazia a causa delle leggi ad personam o adversos iudices; nel contempo Berlusconi dichiara che la sinistra e la magistratura sono sovversivi che stanno tentando di rovesciare il suo governo, espressione della volontà popolare; e le due proteste si alimentano vicendevolmente.
Nel frattempo, però, la democrazia resiste, ma il paese va a rotoli, e gran parte della gente si disinteressa della polemica (ma non del paese, almeno fin quando i problemi del paese lo toccano direttamente).

Ma cosa sta succedendo davvero?

Se volete la mia opinione personale, dopo un po' di riflessioni recenti, eccola: Berlusconi non sta facendo il colpo di stato, nonostante i modi con cui agisce siano da fine della democrazia, sta solo facendo i suoi comodi a nostre spese (non che questa sia una bella cosa, ma non costituisce colpo di stato).
In realtà, se volesse rovesciare la democrazia avrebbe i mezzi per farlo - o quantomeno per provarci, poi magari qualcuno lo fermerebbe - ma non è a quello che mira: non è un Mussolini, a lui interessa solo d'essere ricco, potente e famoso e risolvere i problemi (legali) suoi e dei suoi amici.

Concludendo, quello di cui bisogna accusarlo è di stare curando soprattutto gli interessi suoi invece di quelli del paese, che vengono trascurati o addirittura colpiti (p.es. dalle leggi 'salva rete4').
Non è un'accusa da poco, anche se fa meno effetto mediatico del dire 'vuole distruggere la democrazia'.
Inoltre questa accusa permette - o meglio richiede - critiche costruttive "invece di perdere tempo con la salvapremier, perché non affrontare il più serio problema [...] facendo [...]".
Ma forse è che la sinistra non ha voglia di fare critiche costruttive, o non ne è in grado e preferisce dire solo "colpo di stato" (Grillo, o Di Pietro) o "questo compromette il dialogo sulle riforme" (PD); che tristezza...

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