mercoledì 8 ottobre 2008

La ricerca del vicino è sempre meno al verde?

Ieri raccontavo a una mia amica canadese il cattivo stato della ricerca in Italia, e come ce ne dovremo forse fuggire tutti all'estero - s'è messa a ridere, e ha detto che lo sente dire da tutti, indipendentemente dalla nazione d'origine.

Di sicuro questo è almeno in parte vero: ovunque mancano le posizioni permanenti e la gente vive di contratti a termine per un paio d'anni; quasi ovunque lo stipendio di un post-doc è meno di quello di una cassiera del supermercato (del resto fare la cassiera è molto più noioso); ovunque, per ovvie ragioni, si bandiscono più borse di dottorato che cattedre di professore ordinario.

Però tutto sommato credo che ci siano comunque delle differenze: nel "bel paese" i concorsi sono tutt'altro che limpidi (compreso il PhD in SNS), ed è assai raro che ai giovani siano assegnati in Italia responsabilità e fondi per mettere su un gruppo di ricerca (questo mi sembra accada più facilmente in paesi tipo Francia o Germania).

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