sabato 10 maggio 2008

Marco Simoni? e chi lo conosce.

Prendiamo spunto per questo post da un articolo di AnelliDiFumo, uno che non ha fatto altro che criticare il PD sempre e comunque con gran spirito di bastiancontrarietà: "Candidare Marco Simoni al posto di Veltroni".

Nonostante il titolo, io so benissimo chi è Marco Simoni, visto che è il portavoce de iMille - però sospetto fortemente che all'interno dell'elettorato potenziale del PD quelli che lo conoscono siano una esigua minoranza.
I soliti nomi della sinistra invece sono ben noti a tutti, Veltroni, D'Alema, Bersani, Rutelli ... ed è opinione comune che una persona nota attiri più voti di uno sconosciuto; del resto, anche a me sembra plausibile, eccetto nei casi in cui la persona è nota e sgradita (ogni riferimento a Rutelli è puramente casuale).

Però ci vuole poco a rendersi conto che è un circolo vizioso: nessuno conosce Marco Simoni, quindi non gli viene dato alcuno spazio per parlare, per agire e in ultimo per farsi conoscere.

E quindi il discorso di AnelliDiFumo ha senso se preso più alla larga: vogliamo che dei giovani innovativi possano contare di più, e arrivare un giorno non remoto a occupare le prime linee del PD ? mandando gli attuali capi a occupare magari, se vogliono, il ruolo "saggi consiglieri", senza però prendere più decisioni attive ?
Allora, occorre che a questi giovani siano dati a breve dei ruoli attivi e visibili, in modo che possano farsi conoscere: facciamo un "laboratorio del PD" con queste persone, al posto del "governo ombra" dei grandi vecchi (o in parallelo ad esso), facciamogli elaborare delle proposte concrete e presentarle pubblicamente, e applichiamo le proposte nelle amministrazioni locali dove siamo ancora al governo.
Discutere e lanciare proposte innovative non basta se queste rimangono all'interno di certi ambienti, tipo i blog dei piddini o i circoli del partito, se non le vede la gente comune e se non vengono fatte duellare con la realtà mettendole in pratica.
Solo così possiamo sperare fra qualche anno di avere nel PD persone nuove, preparate e conosciute - e a quel punto potremmo davvero candidarle e vincere.

Magari all'attuale dirigenza del PD sta davvero più cara l'innovazione rispetto alla comoda poltrona su cui siedono, magari no, comunque c'è l'inerzia e forse non sono tanto convinti che l'elettorato voglia davvero l'innovazione; insomma, possiamo sperare che ci arrivino da soli, però magari gli ci vogliono anni e forse non ci arrivano nemmeno, quindi direi che è il caso di farci sentire.
Però per farsi sentire sarebbe veramente utile riuscire a coinvolgere tante persone comuni, perché non sembri che la cosa interessi solo a una cricca di fichetti intellettuali senza un vero peso elettorale.

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